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Al piccolo ristorante Harry si siede davanti a me, annuendo alla cameriera. Mi lancia un gran sorriso e raccoglie il suo menù.

Prendo un respiro e guardo il mio menù. Harry ha insistito con il portarmi fuori per pranzo dopo aver dichiarato addio a mia madre. Sono riuscita a pulirmi il viso dalle lacrime in macchina. Penso di poterlo fare; essere amica con Harry di nuovo. Non lascerò che mi ferisca d'ora in avanti. Non gli darò quel potere.

"Penso di prendere solo un'insalata," dico.

Harry sbuffa.

Alzo lo sguardo, inarcando un sopracciglio. "Cosa?"

"Un'insalata? Tipico."

Alzo gli occhi al cielo. "D'accordo, cosa mi proponi di prendere, allora?"

"Hmm... che ne dici di un hamburger?"

"Non sono in vena."

"Quand'è stata l'ultima volta che hai mangiato un hamburger? Quando avevi dieci anni? Undici?"

"Ne ho solo perso il gusto, penso," dico.

"Come ti pare, io prendo un hamburger." Mi rivolge un sorrisetto.

Sorrido di rimando mentre la cameriera ritorna al nostro tavolo. "Cosa posso portarvi?" Chiede mentre mastica un'intensa cicca blu.

"Io prendo un'insalata," dico alla cameriera, sorridendo ampiamente a Harry. Alza gli occhi su di me.

"E io un hamburger," dice tagliente, passando alla cameriera i nostri menù.

La cameriera guarda da Harry a me, come se stesse cercando di decifrare qualcosa tra di noi. Infine si gira e cammina lontano.

"Cosa fai il resto del giorno?" Chiede Harry.

"Beh, è il mio giorno libero," dico, tracciando dei motivi sul piano del tavolo con le mie dita. "Quindi pensavo forse di fare un po' di shopping o qualcosa del genere," scrollo le spalle.

"Oooh," dice Harry con finta voce femminile. "Shopping!"

Alzo gli occhi al cielo. "Quali sono i tuoi piani? Ubriacarti?" Incrocio i miei occhi e lui ride.

"Nah, è il mio giorno libero," dice e io rido. Queste conversazioni sono quelle che amo di più. Quando ridiamo soltanto e parliamo di cose casuali, come fanno i migliori amici.

"Come sta la tua famiglia?" chiede Harry, il suo viso si ammorbidisce. So che mi sta davvero chiedendo quanto fastidioso sia stato mio padre recentemente.

Abbasso lo sguardo. "Non così bene," dico.

"Che è successo?" Si preoccupa all'istante, i suoi occhi diventano di una sfumatura più scura del solito.

"Quella notte... che ci siamo...um...baciati." Arrossisco, guardando da un'altra parte. "Mio papà... stava parlando di mia madre a cena. Sta cercando di comportarsi come se non fosse mai esistita..." deglutisco, accorgendomi del segno che le mie unghie hanno lasciato sui miei palmi. Distendo i miei pugni e guardo negli occhi di Harry.

"Blair," dice, allungando il braccio e facendo scorrere le sue dita sui marchi che le mie unghie hanno creato.

"È soltanto che... non c'è problema con la nuova famiglia. Ma dovrebbe almeno... ricordarla, no? Voglio dire, per l'amor di Dio, era anche la sua migliore amica."

Abbasso lo sguardo. Harry è l'unico a cui io possa parlare di mio padre. Non posso farlo con Louis perché non conosce mio padre e il suo atteggiamento tanto quanto Harry.

"Mi dispiace, Blair," dice Harry. "È uno stronzo. Posso picchiarlo, se vuoi." Incrina un sorriso.

Non posso fare a meno di sorridere. Cerco di mascherarlo, ma Harry lo nota e sorride più ampiamente, mostrando le sue fossette. Scuoto la testa, sorridendogli ancora mentre la cameriera ci porta il nostro cibo.

Lights (Italian translation)Where stories live. Discover now