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Il tragitto fino al cimitero è corto. Pazzesco come sembra, non ho mai saputo cosa dire a mia madre. È diverso dal parlare con una persona reale. È quasi come se mi sentissi in dovere di dirle la cosa giusta. Deglutisco mentre cammino attraverso i familiari cancelli del cimitero. È sempre stato così sereno qui. Silenzio ricopre le colline verdi del cimitero come una spessa coperta. Rabbrividisco per il vento freddo, stringendomi la giacca attorno al corpo.

Arrivo finalmente alla tomba di mia madre. Leggo l'epitaffio, come sempre. Analizzo ogni lettera del suo nome, il suo compleanno, e il suo giorno di morte. Appoggio gentilmente i fiori sulla pietra. Indietreggio, tirando fuori i guanti dalle tasche e facendoli scivolare sulle mie mani.

"Sera, mamma," dico. "Fa freddo, eh?"

Ridacchio leggermente. "Mi dispiace di non essere venuta a visitarti," dico. "Sono stata all'università. È fantastica. Faticosa, ma fantastica. Sto con qualcuno di nuovo ora... non Harry. Harry mi ha ferito, mamma." Sospiro. "Perché ha dovuto ferirmi?"

Il vento fischia in lontananza. Mi strofino le mani.

"So che non mi dovrebbe importare," sussurro. "Non mi dovrebbe fregare più niente di lui, ma mi domando sempre se stia bene. Non so perché."

Mi mordo il labbro. "Ti voglio bene, mamma," dico. "Mi manchi. E... immagino che me la stia cavando." Mi tolgo il guanto, rabbrividendo immediatamente per la rigida aria fredda sulla mia pelle esposta. Mi porto le dita alle labbra, poi le premo sulla sua lapide. "Ti voglio bene," ripeto. Faccio scivolare rapidamente i guanti addosso e sorrido un'ultima volta alla sua tomba. Mi giro e cammino tra le file di tombe, verso il sentiero principale.

Quando cammino fuori dal cancello e vado al parcheggio, mi cade il cuore ai piedi.

Harry chiude la porta della sua macchina, un bouquet di rose rosa nella sua mano. Indossa un berretto blu scuro sopra i ricci e una giacca nera con i suoi soliti jeans neri. I suoi occhi si spalancano quando mi vede.

"Cosa fai qui?" Gli chiedo attentamente.

Abbassa lo sguardo sulle rose nella sua mano. "Sentivo il bisogno di parlarle," dice. "Non so perché."

"Oh." Mi mordo il labbro.

"Quindi... sei a casa?"

"Sì. Per il weekend."

"Hmm."

Infilo le mani nelle tasche. "Come... come te la passi?"

"Bene," dice. "Tu?"

"Bene." Mi interrompo. "Impegnata."

Harry si schiarisce la gola. "Voglio scusarmi," dice. "Per il mio comportamento nei confronti di Niall quella notte."

"Oh." Annuisco. "Grazie."

"Sembri molto felice con lui." Non riesco a decifrare lo sguardo sul suo viso.

"Lo sono."

Harry mi fissa per un momento. Annuisce finalmente e mi lancia un piccolo sorriso. "È stato bello vederti."

"Anche per me." Lo osservo mentre chiude la portiera e cammina verso i cancelli del cimitero.

Mi giro e inizio a camminare di nuovo verso la mia auto. Non so esattamente come sentirmi.

"Oh, Blair?"

Lo guardo di nuovo.

"Ho finito Matched." Sorride leggermente. "Tutti e tre."

Non riesco a fermare il sorriso sincero che mi attraversa il viso. "Cosa... cosa ne pensi?"

"Avevi ragione. Sono libri fantastici." Sorride di più, le sue fossette appaiono. Non vedo le sue fossette da anni.

Lights (Italian translation)Where stories live. Discover now