Erika

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Nei giorni successivi Jack non mi parló ma continuò a lanciarmi occhiatacce. Lily e Gemma confidavano i loro sentimenti per Ian a me chiedendomi aiuto ed io non sapevo cosa fare. Ian continuava a cambiare ragazza ogni tre secondi. I professori rompevano e i miei genitori anche. Infine c'era Erika.
Per lei ogni scusa era buona per infilarsi in camera mia e chiedermi informazioni sui i miei pochi amici e la mia vita sociale. Avevo scoperto che nella sua scuola elementare si parlava anche di me. Io ero quella nuova, ma adesso era lei la novità. Mi raccontava le sue giornate entusiasmanti. Si era presa una cotta per un certo Josh, un bambinetto di 10 anni che faceva il figo e se la tirava. Lei era una delle tante che gli sbavava dietro. Ogni venerdì veniva a prendermi insieme a papà a scuola. Ian li odiava. Erika sapeva come mettere una persona in imbarazzo e questa, era una delle tante volte. Era poggiata alla macchina insieme ad un'altra bambina, e chiaccheravano guardandosi in giro e ridendo. Lily mi strinse un braccio e inizió a ridere.
«Alice!» Urló Erika. Sprofondai. Molti occhi si puntarono su di me.
«Quante volte ti ho detto che non devi urlare? Ciao papà!» Dissi dal finestrino. Lui soffocó una risata.
«Ma è così carina!» Disse Gemma.
«Te la regalo, per tutta la vita.»
«Sarebbe un piacere averla con me.»
«Guarda c'è Jack.» Erika lo indicó. Le abbassai la mano.
«Smettila di indicare e sali in macchina.» Non mi degnó di uno sguardo e corse verso di lui.
«Ian!» Strilló buttandosi tra le sue braccia.
Ian era decisamente imbarazzato. La ragazza accanto a lui si presentó ad Erika e le sorrise. L'attrazione principale era Jack. Lui era felice di vederla, poichè ogni volta lo 'elogiava' di complimenti e lui diventava più odioso. I tre ci raggiunsero. Ian si infiló in macchina trascinando Erika, la sua amica e Jack.
«Allora, sali o no?» Mi domandó frustrato. Aprì la portiera e salì ridendo.

«Sai Jack, questa sera organizzo una festa» disse Erika
«Davvero?» Domandammo in coro io, Jack ed Ian.
«Zio Joe ha detto di si, perchè non vieni? Ci saranno tutti i miei compagni, anche Josh.»
«Non vorrei disturbarvi» sorrise lui. Mi girai, lo guardai ed alzai gli occhi al cielo.
«Sei odiosa.» Mi disse
«Fai silenzio.»
Mi girai e incrociando le gambe e le braccia mi concentrai sulla strada.

Lasciammo Jack davanti casa sua e prima di aprire la porta, si girò verso di me e rise. Stavo iniziando ad odiarlo seriamente.

Quando tornai a casa ero troppo arrabbiata per mangiare, così salì in camera e chiamai Lily e le dissi quanto odiavo suo fratello e quanto si sentiva presuntuoso.
«Alice se lo conoscessi meglio, diresti tutt'altro.»
«Ma io non voglio conoscerlo per niente, senza offesa.» Rise »Cosa facciamo questa sera?» le domandai
«Siamo con Gemma ed alcuni suoi amici, passo a prenderti alle sei.»
«Così presto?»
«Si, mio fratello ha un impegno e quindi devo tornare a casa presto visto che guiderò da sola.»
«Va bene, ci vediamo dopo.»

Già dalle quattro del pomeriggio si sentivano le risate degli amichetti di Erika. Correvano per tutta la casa e qualcuno di loro bussava alla mia porta per poi scappare e raggiungere i suoi compagni. Ian purtroppo era stato obbligato a rimanere a casa. Per fortuna i miei genitori non erano riusciti ad incastrare anche me. 
Non sapevo cosa indossare quella sera, l'autunno era ormai arrivato, quindi dovevo scegliere qualcosa di più pesante rispetto al solito. Scelsi una camicia lunga, che fungeva anche da vestitino, rossa con la fantasia tartan, collant neri e scarpe nere. Era accettabile. Non volevo spiccare nè restare nell'ombra. Quando fui pronta erano già le sei meno un quarto, così presi una piccola borsa e scesi giù.
Ian era in cucina e stava preparando i pop-corn, mentre Jack, con mia sorpresa, era seduto per terra a cerchio con gli altri ragazzini e stava raccontando loro una storia. La mia mente in un nano secondo si preoccupò subito del mio aspetto. Aveva un sorriso così bello e sincero. Non mi accorsi di essermi imbambolata a guardarlo. I nostri occhi si incrociarono e abbassai meccanicamente lo sguardo.
«Dove stai andando?» mi chiese alzandosi. Mi afferrò un braccio e mi portò in cucina.
«Che c'è?» chiesi irritata.
«Stai uscendo con mia sorella?»
Ma che domanda era? Mi sembrava ovvio. 
«No, mi aspetta un maniaco e abbiamo organizzato una serata romantica!» risi. Il suo volto si rabbuiò.
«Ha preso la mia macchina quella stronza!» si mise una mano in testa. Io non capivo. Ma Lily non aveva la patente?
«Non vedo dove stia il problema.» sussurrai ruotando gli occhi al cielo.
«Smettila e chiamala.» mi guardò.
Feci per prendere il telefono ma mi resi conto che stava stringendo ancora il mio polso. Lo guardai dinuovo
«Aspetta. Hai detto che sta venendo qui?» mi chiese. Io mi limitai ad annuire.
Restammo per un po in silenzio a guardarci negli occhi poi lui fece una cosa inaspettata, si avvicinò lentamente a me, voleva baciarmi. Ma che diavolo gli passava per la testa?
 Con una mano mi accarezzò il viso, mentre l'altra era dietro la mia schiena. Sembrava una situazione irreale.
Eravamo vicinissimi, poi io feci qualcosa di inaspettato.
Mi girai.
«Forse è meglio andare dagli altri, Lily sta per arrivare.» Mi girai e me ne andai.
Il battito del mio cuore era aumentato, ma non mi ero pentita di averlo rifiutato. Forse, in altre circostanze... Scacciai il pensiero ed entrai in salotto. Ian era alla porta e sorrideva a Lily che quando mi vide da lontano corse subito da me.
«Perchè questa faccia?» le spiegai tutto e non feci in tempo a finire il discorso che Jack ci raggiunse e iniziò ad urlare. Lily aveva "rubato" la sua "bambina". Mi faceva ridere il modo in cui parlava della sua auto. Scoppiai a ridere
«Alice sei un'idiota» mi disse
«Parli della tua auto come se fosse una persona, andiamo!».
Jack si infuriò talmente tanto che le sue urla attirarono l'attenzione di Ian e gli altri ragazzini, tra i quali Erika che ci raggiunse.
Abbracciò Jack e gli disse che le stava rovinando la festa. Lui si addolcì immediatamente e la lasciò andare. Stavo iniziando ad odiare quella ragazzina
«Ti accompagno a casa e non voglio sentire scuse» disse a Lily.
La mia serata era stata rovinata. Lo odiai con tutta me stessa.

Quando tornò la tranquillità, andai da Ian e gli proposi di aiutarlo con i ragazzini visto che la mia serata aveva preso una brutta piega. Lui accettò, ma mi disse che quando la festa sarebbe finita, sarebbe stato meglio scomparire  perchè sarebbero venuti dei suoi amici. Mi andava bene, avrei letto un libro o ascoltato un pò di musica.

Stavo aiutando Ian a pulire visto che la festa era finita, mentre Erika era sdraiata sul divano in procinto di addormentarsi.
«Jack!» Chiamò Erika
«Dimmi piccola»
«Resti qui a dormire? Vero?» Jack guardò Ian che alzò le spalle mentre io scuotevo animatamente la testa. Lui con aria di sfida mi sorrise e rispose
«Certo.»














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