Tutto l'amore che ho per te

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San Valentino, la festa degli innamorati, estisteva qualcosa di peggio?
Sarah voleva a tutti i costi festeggiarlo, tutte donne e tutte depresse. L'unica che sorrideva era Gemma che aveva ricevuto delle rose da parte di Ian. Che romanticone.
Io odiavo le rose, così ogni anno mi prendeva dei cioccolatini e mio padre mi regalava un cuore di cioccolato, cosa ci potevo fare se amavo il cioccolato?
Finalmente mia zia passò a prendermi e dopo aver salutato le mie amiche depresse salì in macchina.
Mia zia era tirata a lucido ed era sorridente.
"Per festeggiare andiamo a fare shopping!" Disse esaltata
"Per forza? Non mi va di vedere coppiette schifose" dissi ridendo
"Tanto si lasceranno tutti" fece spallucce "E poi sai che con me ci si diverte".

Il parcheggio era quasi al completo e dopo aver trovato un posto entrammo. Cuori, ali e fiori ovunque, lo schifo.
Mia zia entrò nel primo negozio che le capitò a tiro e si riempì di roba anche per me.
Era una pazza per questo l'amavo.
Passò anche dal reparto maschile e poi andò dritta ai camerini.
Mentre stavo scegliendo una maglietta vidi dei volti familiari.
Nick, Jack e Peter che facevano shopping?
Cercai di nascondermi e dopo che se ne furono andati entrai in un camerino.
Scartai molti vestiti poco coprenti che aveva scelto mia zia e provai alcune cose.
"Lo hai messo al contrario" rise vedendomi con un vestito nero "Lo scollo va davanti"
"È troppo scollato" dissi. Lei aveva provato un abito lungo e le stava benissimo, come al solito.
Misi il vestito al contrario e mi sentì tremendamente nuda.
"Con quello li stendi tutti"
"Non lo metterò mai" le risposi
"Oh guarda chi c'è" oh merda, li aveva visti
"Zia ti prego non chiamarli.." la pregai sottovoce e lei come al solito si fece riconoscere
"Ragazzi" li chiamò sorridendo ed io sprofondai nella vergogna.
"Sono la zia di Alice piacere" disse presentandosi agli altri due e naturalmente facendo un saluto straordinario a Jack che mi guardò divertito
"Che ne pensate" disse lei e mi portai una mano in fronte.
"Sta bene" disse Peter
"Oh non darmi del lei" scherzó lei
"Okay passiamo al prossimo" disse quando io sbuffai
"Quello mi piace" disse Nick e tutti mi guardarono. Che vergogna, che vergogna!
"Bravo ragazzo, dammi il cinque" disse mia zia dandogli il cinque
"Ciao" dissi entrando in camerino ma Jack mi prese per un polso e mi fece voltare
"Che c'è?" Chiesi cercando di sembrare il meno ebete possibile.
"Se vuoi puoi prenderlo, ma lo indossi per una cena con Ian" mi disse e Nick rise. Probabilmente ero arrossita come una cretina
"O magari lo usi per uscire con lui" disse mia zia peggiorando la situazione
"Perché no?" Disse lui. Guardai Nick in cerca d'aiuto e per risposta mi fece l'occhiolino.
"Ha qualche problema poverina" mia zia mi mise una mano sulla spalla
"Ci vediamo questa sera" mi disse Jack dandomi un bacio in fronte e sussurrandomi all'orecchio "sei bellissima".
Ecco, quella frase mi aveva steso.

Realizzai il fatto di uscire con Jack per san Valentino grazie a mia zia solo quando entrai in macchina e andai nel panico. Lei già parlava di scarpe, di macchina e quant'altro.
"Mi hai organizzato un appuntamento" dissi per la centesima volta
"Guarda che lo so che ti piace" disse mettendosi gli occhiali da sole "Se non ci provi tu lo faccio io"
"Zia!" Risi
"Ma lo hai visto? Se fossi stata al tuo posto ci avrei fatto già alcune cose" eccola, la solita guastafeste
"Zia.." dissi di nuovo
"Non fare la santa e non lamentarti"
"È un cretino" dissi
"E ti piace per questo. Sono un po' ritardati i ragazzi tesoro" si girò verso di me "Ma quado sono fighi sono fighi"
Ora ci si metteva pure lei? Avevo già troppi film mentali in testa e come al solito cercavo di non aspettarmi niente per questa sera.

_

"Non ci posso credere!" Esclamò Ian appena gli raccontai tutto.
Ero davanti lo specchio in un disperato tentativo di truccarmi.
"Io non voglio neanche andarci" mi lamentai
"Vuoi andarci, se non avresti voluto gli avresti raccontato una cavolata" disse. Infondo aveva ragione, io volevo andarci, ma avevo paura.
"Almeno metti i tacchi" rise vedendomi prendere le converse. Le lancia e ne presi un paio neri.

"Non vorrei farti uscire, sei troppo bella" ma quant'era carino?
"Tu esageri sempre" dissi spostandomi una ciocca dietro l'orecchio.
"Sei tu che sei ceca" venne verso di me e mi fece fare un giro.
In quel momento suonò il mio cellulare e corsi a prenderlo, era lui.
Il mio cuore iniziò a scoppiare e in un nanosecondo ero impazzita.

"Ci vediamo domani" mi disse Ian
"Sta zitto" gli diedi un bacio.
-

Come al solito Jack organizzava le cose a modo suo e lo sapeva fare bene. Eravamo nella sua casa al mare e appena entrai mille ricordi mi tornarono in mente, erano successe tante cose dall'ultima volta che eravamo stati qui.
Dentro la casa Jack aveva aveva apparecchiato per due e sul tavolo invece dei fiori aveva messo dei cake-pops
"Ti sei ricordato.." sorrisi nel notando l'assenza di fiori. Li odiavo, con tutta me stessa.
"E non è finita" disse "So che odi le cose classiche, così ho preso delle schifezze"
"Tu mi farai deventare grassa" risi vedendo i due hamburger giganti, le patatine, gli anelli di cipolla e tanto altro.
Quello mi rendeva felice, si ricordava cosa mi piaceva.
"Sembri una bambina che ha appena scartato un regalo di Natale" mi abbracciò e si avvicinò
"Per quest'anno me ne hai fatti troppi" dissi e lo baciai.

Ecco, era tutto perfetto e non pensavo minimamente a Criss, Lily, Ian o chissà chi. C'eravamo solo noi.

Come al solito ci strafogammo di schifezze e poi ci buttammo sul divano a guardare un film, comico come al solito. I tacchi non mi erano serviti a niente fortunatamente.
Era bello stare lì tra le sue braccia, baciarlo quando volevo e ridere insieme a lui. Era il miglior san Valentino di sempre.
-

"Vuoi entrare?" Gli chiesi appena arrivammo a casa
"Dalla finestra però" aggiunse lui
"Dalla finestra " risi e scesi dalla macchina
"Mi cambio e torno" aggiunse.

In casa c'era silenzio, considerando il fatto che fossero le due chi volevo trovare sveglio, la nonna?"
Con le scarpe in mano entrai in camera mia e mi cambiai. Avevo alzato la temperatura dei riscaldamenti, faceva davvero freddo e probabilmente tra poco avrebbe nevicato.
Quando sentì la finestra sbattere uscì fuori dal bagno
"Ma quanto ci stai a mettere un pigiama?" Rise e venne verso di me.
"Qual è il tuo problema?" Risi e gli misi le mani sul collo
"Tu" mi bació.

Era uno di quei baci che ti trasportavano con se, che iniziavano dolci e poi si trasformavano, era un bacio passionale, carico di forza.
Adesso sentivo caldo, troppo caldo.

Le mie mani scesero sulla sua maglietta e poi su i suoi addominali, gliela tolsi.
Non avevo più il controllo di quello che stavo facendo, non mi sentivo più in me stessa, ma lo volevo, più di ogni altra cosa al mondo.

Sentire le sue mani sulla mia pelle nuda mi provocava una serie di emozioni indescrivibili, le più belle che avessi mai provato.
"Sei sicura?" Disse con il fiatone, guardandomi con i suoi occhi di ghiaccio
"Si" dissi.

Ne ero sicura, volevo che fosse lui.
E in quel momento mi resi conto di amarlo, di amarlo veramente e che nonostante tutto non avrei mai voluto perderlo perché ormai era parte di me.

Io non volevo che durasse un istante, volevo che durasse per sempre, perché ogni sorriso, ogni lacrima, ogni momento felice vissuto con lui era pieno di sentimento, pieno di sincerità, perché lui era stato capace di riportare la felicità dove prima non era rimasto niente.
Era stato capace di risollevarmi.

Quella notte facemmo l'amore e fu la notte più bella della mia vita.

Perché lo sapevo, lo sapevo che ci stavamo cambiando la vita.
Sin dal primo momento in cui lo avevo affrontato, il mio primo giorno di scuola.
Per tanti anni lo avevo considerato solo 'il migliore amico di Ian' e adesso, adesso era importantissimo anche per me.
Era capace di rendere tutto migliore con un solo gesto ed era capace anche di distruggerlo.
Perché per me ormai era importante ed era entrato nel mio cuore.
Non riuscivo ad immaginare un istante senza lui, una parte di me senza di lui.
Non volevo perderlo per nulla al mondo e fino a quando ne avrei avuto le forze avrei combattuto per farlo restare, perché l'amore non è solo gioia e felicità, ma è anche tristezza e debolezza.

Inizialmente avevo maledetto quella scuola, la sua arroganza, i suoi modi di fare. Ma adesso si era capovolto tutto.
Era entrato nel mio cuore silenziosamente e adesso urlava di rimanerci dentro con tutte le sue forze.

Volevo che fosse mio per sempre, volevo che fossi sua per sempre.

Il lato segreto della felicità.      Where stories live. Discover now