Una strana famiglia

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Fu una pessima idea, la più brutta di sempre. Erika era tornata dinuovo e appena vide Jack lo assalí letteralmente.
Mia madre era sparita e mio padre stava seduto a guardare male Jack e a parlare con Cole che si era rilassato.
"Che bel ragazzo che sei" disse mia zia a Jack
"Come ti chiami ragazzino?" Gli chiese mia nonna con un tono di voce normale, aveva messo l'apparecchio finalmente.
"Jack, piacere" disse lui porgendole una mano. Ora faceva pure il gentiluomo?
"Jack mi sono fidanzata!" Disse Erika interrompendo tutti
"Oh davvero?" Chiese lui entusiasta
"Dovresti farlo anche tu mia cara" disse mia zia prendendo un grissino, per risposta sbuffai
"Hai quasi diciassette anni" fece spallucce
"Ma cosa significa?" Sbottai . Stavo perdendo le staffe, ogni occasione era buona per ricordarmelo.
"Oh questo coso mi da fastidio" disse mia nonna togliendosi l'apparecchio "Andrò a rifarlo"
"Io non verrò con te" disse mia zia.
Mia zia era una bella donna, sulla quarantina, con dei capelli biondi e gli occhi scuri, con le forme al posto giusto. Si definiva uno spirito libero e non si impegnava per più di due anni con una persona, lei lo definiva cambiare aria.
"Ma chi ti vuole, mi accompagna lei" disse mia nonna scocciata indicandomi "Patricia ormai ha la patente" ecco, per la centesima volta sbagliava nome.
"Sono Alice nonna e non ho la parente" dissi sedendomi ormai sconfitta dalla piega che aveva preso la situazione.
"Senti giovanotto tu guidi?" Gli chiese mia nonna
"Certo" disse Jack che teneva Erika in braccio
"Hai la patente da tanto?" Chiese mia zia sistemandosi i capelli. Ci stava provando davvero con lui?
"Beh da quando sono maggiorenne" disse lui tranquillo
"Hai la stessa età di Ian allora" disse lei sorridendo
"Zia.." fece Ian per parlare
"Beh magari ci andiamo insieme un giorno di questi" disse lei. Non ci potevo credere, lo stava facendo davvero.
"L'importante è che mi lasciate scegliere l'apparecchio" disse mia nonna
"Restate a cena?" Chiese mia madre a Cole e Jack
"Non posso " disse Cole gentilmente
"Davvero?" Chiese mio padre dispiaciuto
"Forse è meglio che vada" disse Jack
"Non resti?" Ecco mia madre afflitta che entrava in azione.
"Non penso sia il caso" disse lui
Nel frattempo Cole aveva salutato tutti e se ne era andato.
"Resta pure" disse mia nonna "Voglio conoscere il tassista" Ian rise insieme a Jack e io me ne andai.

La situazione era pesante, mi zia ci provava con Jack e tutti lo amavano. Cosa ci trovavano di interessante?
Neanche il tempo di andare in camera ed Ian era già lì.
La vita si stava prendendo gioco di me, prima Criss, poi i parenti, ora Ian che rideva.
"So che lo odi ma è troppo divertente" rise chiudendo la porta "Ed è dispiaciuto"
"Non mi interessa, perché non se ne va da Criss?" Dissi acida mettendomi una tuta.

Come al solito cercò di farmi cambiare idea. Forse avevo esagerato, forse no, ma non volevo ad essere ancora arrabbiata e triste. Magari era davvero cambiato, dovevo imparare a fidarmi di lui.

Quando tornammo in cucina la situazione era degenerata. Mia nonna e mia zia stavano sedute ai lati di Jack ed Erika li guardava stando seduta a capotavola.
Io ed Ian ci sedemmo di fronte a loro.
Jack appena mi vide mi guardò e cercai di tranquillizzarlo con lo sguardo, volevo fidarmi di lui, almeno per oggi.
Mio padre guardava Jack malissimo ed era l'unico a quel tavolo a non volerlo lì, forse potevamo fondare un fanclub "tutti contro Jack".

Mia madre portó un pollo gigante in tavola con tanto di patate, carote e insalata.
"Ma questi muscoli sono tuoi o prendi pillole?" Chiese mia zia.
Mia madre era esasperata.
"Ma che domande, certo che sono suoi" disse mia nonna urlando
"Possiamo cambiare discorso?" Disse Ian ridendo
"Non fare il geloso" disse mia nonna "Se solo ti allenassi di più saresti meno flaccido"
"Ian non ha nulla da invidiare a nessuno" dissi io difendendolo
"Qua mi puzza di storiella" disse mia zia sorridendo e guardando mia madre
"Sono amici" la tranquillizzò lei con un sorrisino che mi preoccupò.
"Mamma!" rise Ian difendendomi a sua volta
"Com'è bello cenare tutti insieme" disse sarcastico mio padre facendo scomparire il sorriso di Jack. Gli diedi un calcio sotto il tavolo e lui mi guardò e fece segno di spiegarmi tutto dopo.
"Anche tuo padre era un bel ragazzo" mi disse mia nonna "Come tuo nonno del resto" sospirò "E ora fa il geloso anche lui, tale padre tale figlio" rise.

"Nonostante gli anni è sempre lo stesso" mia madre gli mise una mano sulla spalla facendolo sorridere.
"Lo stesso cretino" rise mia nonna

"Alice sei silenziosa" mi disse mia zia. Di solito quando eravamo insieme ridevamo e parlavamo tanto, ma quel giorno non mi andava proprio.
"Cosa dovrei dirti?" Cercai di essere il meno acida possibile. Gliene volevo dire tante di cose, specialmente le volevo dire di non provarci con Jack.
"Ti se trovata il ragazzo?" Ecco la solita domanda di mia nonna
"Non lo voglio un ragazzo" dissi e Ian trattenne una risata
"Ti senti con un pazzo? John tua figlia sta con un pazzo.."
"Mamma non ha un ragazzo" disse mio padre correggendola.
"Non ti interessa questo qua?" Chiese toccando Jack e per poco non mi affogai "Quello di prima era troppo flaccido e moscio"
Ma non si poteva parlare d'altro? Proprio di fronte a Jack ne dovevamo parlare?
"Sempre meglio del ragazzino che aveva in terza media" disse mia zia facendo ridere tutti me compresa, finalmente.
"Ci penso io" dissi vedendo mia madre che stava per sparecchiare. Volevo alzarmi da quel tavolo e quella era l'occasione adatta.

Ne approfittai per perdere tempo in cucina e tirare fuori il dolce.
"Vuoi una mano?" Sentendo la voce di Jack mi stava cadendo tutto per terra.
Prese il dolce al posto mio e lo posò sul tavolo.
"Era un abbraccio" mi disse riguardo a ciò che era successo oggi
"Ho esagerato okay?" Tagliai corto
"Ma non fare l'acida perché.." si fermò e sorrise
"Perché?" Lo invitati a continuare e misi un pezzo di torta nel piatto
"Niente, niente" si poggió all'isola e mi guardò
"Parla, sono armata" lo minacciai con il coltello fatto di cioccolato
"Che paura" disse spostandolo e avvicinandosi "Non dovresti stare qua con me" disse vicinissimo alle mie labbra
"Che ti ha detto mio padre?" Risi e posai il coltello.
"Non dovrei entrare nella camera di una ragazza senza il suo permesso" disse stringendomi. Portai le mani sul suo collo
"È maleducazione" lo rimproverai.

Stavamo per baciarci quando mio padre entrò in cucina
"Alice ti stanno aspettando" disse severo
"Oh.. io.. ehm.." dissi allontanandomi da Jack "Sto arrivando" dissi convinta.

Dopo cena mia nonna salí nella sua camera e Jack, dopo aver fatto il solito ringraziamento da bravo ragazzo si liquidó.
Lo accompagnai alla porta, dovevo scusarmi per il conportamento imbarazzante di mia zia.
"È simpatica, anche tua nonna, è un peccato che tu non abbia preso da lei" disse convinto
"Forse ho preso da mio padre" mi poggiai a lui e lo abbracciai.
"Ecco perché mi odi" il suo naso sfioró il mio
"Io non ti odio, ti ritengo un'idiota ma non ti odio" sorrisi e mi avvicinai.
"Ehm" mio padre si schiarí la voce. Per la seconda volta aveva rovinato il nostro momento.
"Beh io vado" Jack mi guardò dispiaciuto "Buona notte signor Bane" disse lui
"Buona notte Jack" disse mio padre poggiandosi alla porta e salutandolo con la mano da lontano.
"Io l'ammazzo" sorrise abbracciandomi e chiudendo la porta.

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Spero che leggendo questo capitolo anche voi vi siate divertiti come me! Fatemi sapere :-)

Il lato segreto della felicità.      Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt