La cena

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"Io non ci vengo!" Urlai sbattendo la porta della mia camera.
Una cena con la famiglia di Jack? Mi stavano chiedendo troppo. Ian era impegnato in non so cosa e non lo obbligavano ed io dovevo andarci per forza? Non mi interessava niente delle conseguenze ma io non ci sarei andata.
Una delle cose che mi dava fastidio era il fatto che mio padre ed il suo fossero dei colleghi nel settore dell'edilizia nonché buoni amici.
La cena sarebbe stata una noia.

Mia madre entrò nella mia camera seguita da Erika e si avvicinò al mio letto. Ero distesa a pancia in giù e mi accarezzò la schiena.
"Tesoro te lo chiedo per favore." Mi disse
"Non ci vengo, scordatelo"
"Vuoi che pensino che tuo padre ed io non sappiamo gestire una famiglia? Ian non viene e tu neanche, solamente Erika non sta facendo storie." Disse

Certo, Erika non aveva motivi per non andarci, anzi, lei adorava Jack.

"Ce ne andremo presto e poi ci sarà anche Lily." Stava cercando di persuadermi?
"Sai che non funziona" le dissi .
"L'indomani potrai non andare a scuola" sospirò
Alzai lo sguardo su di lei
"Due giorni"
"Va bene, ma dovrai comportarti bene"
"Affare fatto" le dissi

Se la cena era alle otto, per quale motivo idiota mia madre doveva obbligarmi a prepararmi alle cinque? Mi aveva preso un vestito e delle scarpe che non avevo visto e Wendy la nostra parrucchiera era venuta a casa nostra. Quanto la odiavo? Ogni volta mi tirava i capelli e mi faceva un male allucinante. Erika era tutta entusiasta e fu la prima su cui quella pazza mise le mani.
Per mia fortuna anche Lily quella sera sarebbe venuta e mi disse che ci sarebbero state altre persone, che avevano dei figli simpatici e a parer suo alcuni erano dei buon bocconcini, sicuramente li avrei odiati tutti.
Piastrò quell'enormità di capelli ribelli di Erika e le ciocche che aveva danti furono legate dietro con una piccola treccina, era adorabile.
"Alice vieni con me! Voglio vedermi" mi prese per mano e trascinò al piano di sopra nella camera di Ian.
Lui era in pantaloncini sul letto e vedendola si alzò
"Tu me la paghi" gli dissi e lui mi sorrise
"Ian come sto" Erika fece un giro su se stessa.
"Sei bellissima" le diede un bacio in fronte.
"Voglio mettere il mio vestito, mi preparo e torno."
Mi trascinò per tutta la casa ed arrivammo nella sua cameretta, la mia vecchia stanza.
Accanto al letto c'erano due scatole, una più grande ed una più piccola. Erika prese prima quella grande e la posò sul letto.
All'interno c'era un vestitino color crema con una gonna fatta di tull, lo soprannominai vestito confetto.
Si spogliò in due secondi facendo attenzione ai capelli e se lo infilò, era una bimba confetto. Prese le ballerine bianche e se le mise. Mamma gli aveva abbinato anche un giubbino .
"Pensi che piacerà a Josh?"
"Sei seria?" le chiesi. Aveva dieci anni e pensava già ai ragazzini?
"Si."
"Beh sei adorabile." Sbuffai. "Ma togliti quel coso o morirai di caldo." Le dissi
"Alice!" urlò mia madre.

Mia madre era bellissima, aveva fatto un capolavoro con lei, mentre a me stava strappando i capelli dalla radice. Non avevo uno specchio davanti a me, quindi non sapevo cosa stesse combinando, sapevo solamente che stava legando i miei 'bellissimi' capelli . Wendy era una pazza, come facessero a sopportarla suo marito ed i suoi figli per me restava un mistero.
Quando finì di tirarmi quei pochi capelli che avevo in testa passò al trucco. Avevo paura che mi accecasse ma per fortuna non accadde. La vidi prendere un rossetto di un rosso sgargiante.
"Non voglio quel rossetto oppure non potrò mangiare e poi sarò costretta a ritoccarlo e se non lo sapete, non so farlo decentemente." Dissi urtata, mia madre mi lanciò un occhiataccia.
"E' a lunga tenuta, al massimo dovrai farlo una volta." Mi disse la pazza
"No" mi alzai
"Alice me lo hai promesso." Vedere mia madre supplicarmi era uno strazio, così accettai anche se molto contrariata.
Finalmente la pazza se ne andò da casa mia e mia madre corse subito a vestirsi, erano le sette ed erano quasi tutti pronti. Ian era sparito e probabilmente era uscito. Mi aveva mandato un messaggio di incoraggiamento. Lily e la sua famiglia stavano già per partire da casa.
"Tesoro vai a vestirti." Mi disse mio padre.
Andai in camera mia ed aprì quella stupida scatola, mia madre entrò nella mia camera e mi aiutò ad uscirlo fuori.
"Non lo metterò mai." Glielo misi in mano.
Era un abito lungo, rosso, con un profonda e morbida scollatura nella schiena. In cima vi erano due spallie sottili color argento.
"Ti starà benissimo." Mi disse mia madre
"Stai scherzando? Sono troppo bassa per questo vestito e poi quella scollatura? Avrò le tette al vento per tutta la sera e siamo a Novembre, morirò di freddo."
"Ti ricordo che dentro al ristorante farà caldissimo e non c'è vento, ti chiedo solo di provarlo."
Non mi costava niente farlo, almeno le avrei fatto capire che quel vestito mi stava da schifo.
"Guarda, è troppo lungo." Lo alzai un po'.
Lei prese una scatola con dei tacchi color argento, sarei caduta.
"Oh no." Dissi e lei si avvicinò, annuendo e sorridendo.
"Mamma.. "
"Solo una sera e poi starai seduta per tutto il tempo." Me li mise in mano ed io con la faccia da cane bastonato li misi. Barcollai e mi guardai allo specchio. Avevo un alto chignon ed un trucco molto leggero, solo il rossetto si notava anche a distanza di dieci metri. Sembravo un sacco di patate
"Guardarmi.. mi sta malissimo."
In quel momento entrò mio padre che si stava sistemando la cravatta e vedendomi si fermò e spalancò gli occhi.
"Togliti quel coso, sei mezza nuda." Disse mio padre
"Stai scherzando vero? Sta benissimo." Disse mia madre infuriandosi
"Sai che ci saranno i figli dei miei colleghi vero? Non voglio che le vadano dietro." Io alzai le mani al cielo ridendo divertita, venirmi dietro? Ma se neanche i cani mi volevano!
"Non mi importa, se lo metterà." Mia madre gli puntò l'indice contro.
"Non se lo metterà!" esclamò mio padre
"Sono d'accordo" dissi interrompendoli.
Mia madre stava per ribattere, ma il campanello suonò e lei corse ad aprire stando attenta a non pestare il suo vestito.
Ci chiamò ed io camminando come un t-rex seguì mio padre.
In salotto ci aspettavano Liam e Jack e mi stavano fissando, stupiti? Arrossì subito.
"Hey Alice.. sei.. ehm.." Liam non sapeva cosa dire e mio padre lo stava fulminando con lo sguardo
"Wow" disse Jack ed il mio cuore perse un battito.
"Mary è riuscita a prenderle per fortuna" disse mai madre porgendomi un'altra scatola. Stavo iniziando ad odiare quelle scatole. Orecchini?
"Scordatelo" le dissi
"Vatti a cambiare" disse mio padre
"John!" lo ammonì mia madre e mi lanciò un'occhiataccia.
Mi avvicinai allo specchio e misi quegli orecchini.

Quando Lily mi vide corse subito ad abbracciarmi, un po' delusa dall'assenza di mio fratello. Salutai il resto della sua famiglia e tutti insieme ci incamminammo verso il nostro tavolo, dove ci attendevano Hale e Cora, insieme a Nick e Scott, suo fratello. Infine c'erano delle persone che non avevo mai visto: Victor e Tania e il loro figlio Paul. Un figone allucinante biondo con gli occhi scuri, probabilmente sotto quello smoking chissà cosa c'era..
Mi sedetti tra Lily e Josh, mentre di fronte a me c'erano Jack e Paul il figone.
"Questo vestito non lo hai scelto tu, vero?" mi chiese Lily ridendo
"Non volevo neanche metterlo, sembro un sacco di patate." Dissi
"Invece ti sta benissimo." Mi disse Paul, ma quanto era figo quando sorrideva?
"Ci sta provando, idiota" mi disse Josh e Jack rise. Quanto era irritante quel ragazzino.
"A me piace il rosso." Jack fece spallucce e mi guardò. Io distolsi lo sguardo
Calò il silenzio, nessuno aveva niente da dire, me compresa.
"Alice ho saputo che ti sei inserita bene a scuola." Mi chiese il padre di Lily e subito il mio drizzò le orecchie. Perché dovevo essere io, il discorso della cena?
"Sapessi come si diverte a certe feste" disse Jack ed io avrei voluto ucciderlo, come si permetteva?
"Davvero? E cosa fa?" ci mancava solo mio padre. Diedi un calcio a Jack e lui mi guardò divertito
"Le solite cose, beve, balla." Fece un gesto con la mano
"E tu Jack? Non hai detto a tua padre che ti sei fidanzato? Come si chiama?" feci finta di pensarci "Samantha, Criss, ti vedo sempre con così tante ragazze che ho perso il conto." Mi guardò malissimo e mio padre rise
"Sono solo amiche." Fece spallucce agitato.
"Prima o poi me ne presenterà un'altra." Disse suo padre
"Chissà se durerà." Dissi io. Ci guardammo ed entrambi pensavamo alla stessa situazione
"Più delle tue sicuramente." Rispose con acidità poggiando i gomiti sul tavolo
"Ma se ti metti con il primo cane che passa." Forse avevo esagerato.
Da quel momento iniziò una vera e propria lite tra me e Jack. Continuavamo a rinfacciarci cose che nessuno riusciva a capire, anche Lily che ci guardava confusa. Mark e mio padre ci guardano divertiti e parlavano tra di loro, ormai si erano abituati tutti al nostro battibecco.
Stavamo discutendo sulla scuola adesso e mentre lui mi criticava come cheerleader io lo criticavo come giocatore. Ero così infuriata che avrei potuto picchiarlo, se lo avessi fatto mia madre mi avrebbe uccisa
"Forse dovresti fare una dieta." Disse lui con acidità.
Sapeva che quello era un tasto dolente ed era caduto veramente in basso. Per fortuna arrivò il cameriere con le ordinazioni.

Come sta andando?
-Ian

Uno schifo. Risposi.

La mia rabbia di due minuti prima si era tramutata in tristezza, tanta tristezza sempre per colpa della stessa persona. Nick purtroppo era troppo lontano da noi, solo lui avrebbe saputo far tornare alto il morale. Improvvisamente mi sentivo fuori luogo e a disagio in mezzo agli altri. Non seguivo più i discorsi che facevano e tutto mi sembrava così distante..
Quando la cena finì con una scusa decisi di uscire fuori.
Avevo bisogno di un po' d'aria fredda per rinfrescare i miei pensieri, orribili pensieri.
Mi avvicinai al bordo della piscina e camminai di fianco ad esso.
"Alice" perché Jack mi aveva seguita fuori? Cosa voleva? Farmi ancora del male?
Decisi di non rispondergli, non mi andava di discutere ancora con lui. Mi prese per un polso e mi fece ruotare verso di lui, non lo guardai o probabilmente sarei scoppiata a piangere.
"Mi dispiace, non volevo dire quelle cose, è solo che mi sono infuriato. Non voglio che la mia famiglia sappia di Criss." Quel nome aveva automaticamente distrutto il mio cuore, come le volte precedenti
"Guardami" mi sollevò il mento con due dita ed i miei occhi si persero nei suoi
"Cosa vuoi che ti dica?" gli dissi con la voce un po' tremolante
"Che mi perdoni."
Non gli risposi.
Stava per baciarmi, di nuovo
"Non possiamo farlo." Dissi allontanandomi da lui e continuando a camminare.
"Si invece."
"Jack tu la ami."
Questa volta fu lui a non rispondermi, perché sapeva che avevo ragione e che le cose non si potevano cambiare.

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Ciao a tutti, questo capitolo è abbastanza lunghetto spero che vi piaccia lo stesso!
Fatemi sapere se vi piace :-)

Il lato segreto della felicità.      Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu