CAPITOLO 1 - LIAM

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  "È colpa dei sentimenti. Facevano troppo male, a un certo punto li ho spenti."
( Lo stato sociale  )




Per tutti i ragazzi le vacanze estive hanno un solo significato: sesso sfrenato ed alcol.
Non per me. O meglio, lo era e lo è, ma in modo diverso. Una volta capito che c'è di meglio oltre questo, non ho fatto altro che pensare a quanto mi sia sprecato negli anni, quanto ho buttato all'aria solo per avere questo.


Credevo di avere tutto e quando ho trovato l'amore, ho lasciato che aspettasse perché la realtà è soltanto una: avevo paura di viverlo. Così ho lasciato che qualcuno, visibilmente migliore di me, portasse via la persona che amavo.

Ho trascorso le vacanze in giro, tra amici e bar e poi, quando ognuno ha intrapreso le proprie vacanze, mi sono rintanato a casa di mia madre.
Questo non lo dirò ai miei amici perché, insomma, devo salvare le apparenze perché ho una reputazione che conta. Ma a dire il vero mi sbatto dell'opinione di tutti quindi non so neanche perché cazzo lo faccio.
Forse per dimostrarle che non ci penso più, che sono andato avanti, che non me ne fotte se si sbatte il bell'imbusto ogni sera, perché tanto io faccio di peggio.
E certo, ed è per questo motivo che me ne sto qui seduto dall'altra parte del campus, da solo, a fumare una sigaretta per il solo gusto di arrivare in ritardo e fingere che queste cazzate appena dette siano vere.
Ma non lo sono.

Tutta la mia vita è una grande bugia, mio padre che finge di volermi bene ed io che fingo di crederci. Mia madre che finge di star bene con quello stronzo, ed io che fingo di crederci. La mia sorellastra che finge di adorare i concorsi di bellezza, ed io che fingo di crederle. Mio fratello che finge di essere felice di seguire le orme di Lincoln, il nuovo stronzo - marito di mia madre. Tutta una bugia.
Ma la sottile differenza tra gli altri e me, è che io conosco perfettamente la realtà. Fingo solamente che tutto sia così, che io ci creda, ma so che non è così.

A pochi metri da me vedo una brunetta niente male che è sicuramente in cerca della strutta principale dove ci sono aule, palestra, biblioteca, piscina e tutte queste cazzate.
E visto che devo ammazzare il tempo, perché non farlo con qualcuno di interessante?
Mi alzo spavaldo, con la camminata da duro che mi ritrovo dalla nascita e non solo perché voglio fare il figo – che sono -, con la sigaretta tra le labbra e mantenuta con due dita, mi avvicino alla brunetta tutte curve niente male.

"Ti sei persa?" le chiedo.
Si volta facendo volteggiare la chioma scura e dandomi un'occhiata che mi rende chiaro tutto. Perfetto.

"Se fosse così, tu sapresti aiutarmi?" ammicca, la ragazza.

"Sicuramente." Le faccio l'occhiolino "dove sei diretta?"

"Campus centrale" continua ad ammiccare e fare un sorrisetto niente male, ho scelto la preda giusta.

"Sempre diritto e poi a destra" le spiego. Faccio il sostenuto perché, anche se sono io a fare il primo passo, m piace essere desiderato. D'altronde lo merito, cazzo. Capite di che portata sono?

"Non mi fai compagnia?" chiede con la faccia da finto angelo. La osservo per qualche secondo ed io, come sempre, fingo di crederci.

Le sorrido e le faccio segno di seguirmi.

"Allora, cosa studi?" le chiedo, giusto per spezzare il ghiaccio e non perché me ne importi qualcosa. Non me ne frega nulla di lei eccetto di una cosa. Però questo lei non deve saperlo e quindi, come sempre, salviamo le apparenze.

"Assistenza infermieristica" cosa pensate io faccia? Innanzitutto, resto sbalordito. Pietrificato. E poi scoppio a ridere.
Non voglio giudicare, ma una che se ne va conciata con metà delle tette all'aria, che ammicca al primo che capita, ha l'aria di essere tutto eccetto che un'infermiera. O forse...

"Cosa c'è di così tanto divertente?" mi rendo conto che è una ragazza e per quanto sembri.... altro, ha comunque dei sentimenti, non come me che li vivo solo per lei.
Almeno una cosa me l'ha insegnata: le donne sono piene di sentimenti. Ci sguazzano dentro felici e contente pronte a difendere questo mare di niente, non appena qualcuno prova ad inquinarlo.

Scuoto il capo per cacciare via i pensieri negativi e cerco di recuperare in extremis.

"Mi fa ridere il tuo modo di parlare. Hai un accento diverso, non sei di qui vero?" in parte è vero ciò che dico, non credo sia di origini americane piuttosto spagnole o non saprei, non me ne frega in nessun caso ma dovrò pur concludere qualcosa.

"Ho origini messicane", ammette. Resta un attimo in silenzio e poi riprende "Non ci siamo presentati ancora." Mi porge la mano ben curata "Piacere, Isabel, per gli amici Izzy" fa l'occhiolino e sorride ancora con quel fare ammiccante, direi che ho recuperato alla grande. Oltre ad un bel viso e un bel corpo, ha anche un bel nome. Non che mi importi ma, vabbe.

"Liam" le bacio la mano curata, così, giusto per fingere di essere un gentiluomo. Giusto per fare scena.

"Direi che sono in ritardo, Liam, che ne dici se andiamo?" le sorrido e annuisco facendo ancora segno di seguirmi ma lei si ferma dopo poco.

"Hey guarda quella ragazza, perché non le diamo un mano? E' quasi più in crisi di me" indica una biondina non poco distante con una mappa dell'intero campus tra le mani, lo sguardo perso e il volto pallido. Ha iniziato alla grande.
Ricorda quasi me, ma io ero molto più tranquillo nonostante continuassi a guardare la mappa del campus nei versi sbagliati.

Tentenno un po' perché, francamente farei a meno di aiutarla perché, carina com'è, potrebbe essere la mia preda subito dopo Isabel. E se mi vedesse con lei ora penserebbe che stiamo assieme, ma dovrò pur far bella figura con Izzy, perché sì, sono già suo amico, quindi raccattiamo gente per il campus e poi penserò che scusa trovare.
Da spavaldo quale solo, supero Isabel e mi dirigo verso la biondina mentre la sento ridacchiare soddisfatta alle mie spalle.

Mi avvicino alla biondina e la prima cosa che salta agli occhi, sono le sue labbra rosse. Rosse come... come? Non lo so. Rosse che nessuna tonalità di quella merda che le ragazze utilizzano potrà mai comparare.
Mi schiarisco la voce e vado dritto alla mia seconda o, forse, prima preda. "Hey, hai bisogno di un aiuto?" sono attento a non utilizzare di nuovo le stesse parole usate poco fa perché io sono un uomo di classe.
La ragazza però non sembra apprezzare poiché si limita a fissarmi e questo in parte mi diverte.
Vengo subito affiancato da Isabel che si presenta "Ciao, sono Isabel, anche tu sei nuova?" le chiede raggiante e quasi non mi sembrerebbe ciò che mi sembra se continuasse a comportarsi così.
Tuttavia, la ragazzina, neanche ora sembra apprezzare. Ci fissa entrambi come se volesse dirci qualcosa ma non ne avesse il coraggio.

"Hey fratello" urla Mike in lontananza, un amico di squadra.

"Hey campione" ci salutiamo con la solita spallata e ci diamo il cinque, perché siamo dei duri, cazzo.

"Come sono andate le vacanze?"

"Alla grande" fingo, perché non se ne parla di dire cosa ho fatto davvero "E tu? Con Taylor?" Mike è sempre stato il tipico ragazzo perfetto. Bello, intelligente, squadra di Football e fidanzata perfetta. La coppia da fare invidia a tutti, ma mai più belli di Meredith ed io. Non ci supererà mai nessuno, almeno per me.

"Abbiamo rotto, eravamo troppo monotoni e... abbiamo preferito restare amici" nella voce noto un velo di tristezza che, però, scompare non appena vede chi mi affianca.

"Non vi ho presentati. Ysabel, lui è Mike. Mike, Ysabel" i due si scambiano la mano e qualche sguardo di intesa ma no, Mike, l'ho vista prima io. E così, giusto per marcare il territorio, le posiziono la mano sulla spalla. Attenzione, non sul sedere o sulla schiena, ma sulla spalla. Sono troppo rispettoso per spingermi così oltre dopo circa venti minuti che la conosco. Ma tra qualche ora ritornerò in me, questo è sicuro.

"Ora devo scappare, ci vediamo stasera alla festa."

"Assolutamente"

Si volta verso la pollastrella "Spero di incontrarti, Isabel, è stato un piacere conoscerti"

"Altrettanto" risponde la mia preda. Nono, Izzy, non è un piacere. Io sono il piacere.
Mike ed io ci salutiamo ancora con la solita spallata e poi, ritorno alla mia conversazione con la biondina.
Il punto è che, una volta voltato, lei non c'è più.
Isabel ed io ci guardiamo con la stessa espressione sconvolta, che fine ha fatto? Certo che sarà abbastanza timida, la ragazza. Meglio così, ho più tempo per Izzy. Ho cambiato idea, quelle timide sono troppo difficili da conquistare ed io ho solo intenzione di portarmele a letto. Sì, lo so, prima ho detto che ho capito cos'è davvero importante, ma non che avrei rinunciato a questo.

"Andiamo?" le chiedo, ignorando il fatto che una sua potenziale futura amica si è dileguata, scappata via da noi. Tuttavia annuisce e, finalmente, l'accompagno a destinazione.


"Mi aspetto di vederti alla festa di questa sera" le dico una volta fuori l'entrata della segreteria. La piccola Izzy curvona annuisce soddisfatta, consapevole che glielo avrei chiesto ed io, come sempre, fingo di non notarlo.
Le segno l'indirizzo della mia confraternita e poi mi dirigo in palestra.
Rivedrò i ragazzi stasera, ma ora di guardare Mark e Meredith che si sbaciucchiano, non se ne parla affatto.


****

Sono un figo. Sì, lo so, suona presuntuoso, e infatti lo sono, ma come non mi si può considerare tale? Sono sempre stato figo, anche da piccolo già facevano a gara a chi doveva mangiare la propria merenda accanto al sottoscritto. E stasera, posso assicurarlo, sono ancora più figo delle altre volte, cazzo.

"Se continui a specchiarti finirà davvero per risponderti, lo specchio" dallo specchio enorme vedo sbucare Isabel... con un vestito rosso, ragazzi. Rosso e stretto, cazzo.

"Come hai fatto ad entrare?" mi volto e, guardandola ancora più da vicino, mi sento stupido ad averle chiesto davvero una cosa simile. Entra pure piccola, entra pure.

"Ho i miei metodi" mi fa l'occhiolino e poi, come se fosse a casa sua, si accomoda sul mio letto matrimoniale e, devo dire, ci sta benissimo. Come sempre scelgo bene le mie prede.

"L'essere e il nulla" dice, indicando col capo il libro sul comodino in nero opaco "bello ma pesante" la mia espressione è molto simile a quando oggi pomeriggio mi ha raccontato che studia per diventare un'infermiera ma sono ben attento a non ridere stavolta.
Non la interrompo perché sono curioso di sentire cos'ha da dire, quindi la guardo sorridere e riprendere il suo discorso "L'ho letto per la scuola, non sono appassionata di libri" rivela alla fine. Ecco che ritorna la mia bella e vuota Isabel. Per un attimo ho temuto di dover filosofare con lei prima di portarmela a letto.
"Non ti facevo uno da libri" ammette, neanche io la credevo capace di studiare, quindi direi che siamo entrambi felicemente meravigliati.

"Già" rispondo secco, perché la mia intenzione stasera non è di certo quella di parlare di Jean-Paul Sartre, Jane Austen, Emily Brontë, Thomas Hardy ed altri, piuttosto è quella di dar modo alla bella Izzy di ricordare il suo primo giorno al college. E quale miglior ricordo di me?

"Non trovi interessante la sua tesi? In pratica crede che il nulla è anche nell'essere. Poiché se il nulla fosse nulla svanirebbe in quanto tale e quindi deve allora fondarsi sull'essere" Prende un attimo di pausa "E' così contorto..." devo dire che, per quanto non le piaccia leggere, è brava a comprendere questi tipi di testi che non sono semplice, anzi.
E' molto più di una piacevole scoperta, questo la rende ancora più eccitante e sexy. Dieci punti in più, mia dolce Isabel.
Mi racconta di questo studio, del suo modo di leggere, delle sue impressioni e della sua vera passione: essere utile agli altri, aiutare il prossimo e fare davvero qualcosa di buono e in un attimo è passata un'ora in perfetta compagnia.

"E poi non trovo affatto disgustoso il sangue, probabilmente in un'altra vita sarò stata un vampiro" ridacchia ed io faccio lo stesso. Non avrei mai creduto di poter intrattenere una conversazione vera con Isabel, fatta di parole sensate e discorsi logici. Credevo che il massimo che ne avrei potuto ricavare poteva essere una notte di sesso selvaggio e poi addio. Eppure ora non me la sento così tanto.
Attenzione, non ho ancora gettato la spugna, ma sapere che ha un cervello, un cuore ed è così una brava ragazza, mi dispiace usarla come un bicchiere usa e getta. Quindi, mi riservo la possibilità di conoscerla e capire se è davvero così altruista e buona come sembra in base a ciò che dice, o non è altro che una brava oratrice.

"Sei fidanzato, Liam?" chiede, distendendosi sulla trapunta nera perfetta con i suoi capelli scuri e il suo abito rosso, è bellissima e addirittura intelligente, povero me.
Povero me anche per la domanda, ma la risposta è ovvia, no?

"Ti troveresti qui, se non lo fossi?" le chiedo, ritornando spavaldo il quale sono, perché mai abbassare davvero la guardia.
Fingo di essere un bravo ragazzo, fingo.

"Se fossi un ragazzo a cui non importa nulla della propria fidanzata, sì." Sorride e le devo dare atto di quello che dice, è davvero astuta la ragazza "Ad ogni modo, suppongo di no. Mai stato innamorato?" chiede. Ecco, ora sta iniziando a rompere già le palle. Era meglio quando sorrideva e ammiccava soltanto.

Sbuffo "Perché vuoi saperlo?" non me ne frega di sembrare sgarbato, se non le piace il mio modo di parlare alla mia sinistra c'è la porta e può perfettamente uscire da qui.

"Perché adoro fare domande ed ho notato che tu odi riceverle, quale migliore combinazione?" anche se il suo tono di voce con accento messicano è estremamente fastidioso, e non per l'accento messicano ma perché ha ragione, io la trovo comunque adorabile. Ma... adorabile come un'amica e non una da portarsi a letto. Cazzo, Isabel, non potevi essere stupida?

"Non lo so, credo di sì" ammetto, ma non le dirò altro. E' per questo motivo che le ripropongo la stessa domanda "E tu?" sorride con quel fare sexy e tocca i lunghi capelli scuri, così come i suoi occhi neri.

"La mia concezione d'amore è troppo complicata affinché io possa davvero definirmi tale." Si alza e inizia a vagare per la stanza. Passa a rassegne la scrivania, tutti i miei cd, i poster, i libri, ed io nel frattempo resto in silenzio meditando sulla risposta. E' troppo intelligente, cazzo.

"Non bisogna innamorarsi perché si è soli ma perché si sente di non voler nessuno al proprio fianco eccetto quella persona" ammette alla fine, noto l'amaro e la tristezza nelle sue parole, ma non chiedo cosa voglia dire con questo, perché poi dovrei rispondere anch'io a delle domande che non mi va di ricevere e soprattutto pormi.
"Ed io mi sento sola, il più delle volte, ma non mi innamorerò solo per questo." Si volta e mi sorride "Penserai che sono pazza a raccontarti questo dopo un paio d'ore, ma sento di poterne parlare con te. E' una sensazione" si avvicina ed io devo fare appello alla mia calma interiore per non strapparle il vestito e infilare la testa tra le sue tette "ed io non mi sbaglio mai" conclude.

"Non ti sei sbagliata" ammetto, perché è vero. Sarò pure uno stronzo ma uno stronzo in grado di ascoltare "Ma oggi non c'è tempo per la tristezza. Andiamo a bere" le dico, perché se resto un altro secondo con lei chiuso qui dentro finirò per commettere qualche errore e per qualche strano motivo non voglio farlo. Non voglio rovinare quest'amicizia che sta nascendo. Nonostante io sia estremamente scettico a credere nell'amicizia tra uomo e donna, voglio conoscerla prima di poterla inserire tra quelle da farmi perché se fosse così poi dovrei buttarla e non credo che mi vada, almeno non stasera.
Isabel sorride e mi fa segno di andare avanti, raggiungiamo il resto del gruppo e, solo ora, ricordando di essere stato rinchiuso lì sopra per quasi due ore ed uscendo con lei da lì, sembrerà che me la sono fatta. Eppure mi dispiace per lei perché non voglio che venga catalogata come una mia preda qualunque, è troppo intelligente per questo.
Ed è per questo motivo che mi sento di difenderla.
Raggiungiamo i divanetti schierati in un semi cerchi con al centro un tavolino di vetro ricoperto da bicchieri vuoti e bottiglie altrettanto vuote. Ci sono tutti eccetto Meredith, Mark e Sam e questo mi rende estremamente felice.
Afferro una bottiglia di gin mezza vuota ma comunque fattibile per portarmi ad una sbronza niente male. Mi spaparanzo sul divano e faccio accomodare Isabel accanto a me.

"Ragazzi, vi presento Isabel. E' nuova, studia per diventare infermiera ed è davvero in gamba" lo penso davvero e mi fa sorridere quando, sorpresa, mi regala un sorriso, di quelli sinceri e diversi da quelli di oggi pomeriggio fatti unicamente per provocare.

"Amica?" Chiede Rob con un sorrisetto malizioso.

"Solo amica" preciso, per essere chiaro. Qualcuno ride, altri fingono di non aver sentito ma so che nessuno mi crede. A me non fotte un cazzo ma mi dispiace rovinare la reputazione di Isabel dato che è nuova qui. Ma neanche a lei sembra fregare poiché mi strappa la bottiglia dalle mani e se la porta alle labbra per poi appoggiarsi con la schiena sul mio braccio che, giuro, involontariamente ho disteso dietro di lei.
Non so a quale gioco stia giocando ma una cosa è chiara, se ne sbatte altamente del pensiero degli altri perché, non appena arriva Mike, nonostante sia appoggiata a me, gli rivolge un sorriso a trentadue denti.
Questo fa sorridere anche me ma il tutto svanisce in fretta quando arrivano Meredith e Mark.
"Ecco la coppia più bella" urla Candice al mio fianco, ficcandosi in bocca un chilo di pop corn che, sinceramente, non ho idea di dove li abbia trovati.
I due piccioncini felici sorridono e si siedono di fronte a me ed Isabel, furba com'è, capisce subito che c'è qualcosa che non va.
Faccio del mio meglio per non guardare in quella direzione, tenendo fissi gli occhi sul tappetto con la bottiglia di gin attaccata alle labbra. Ma è insopportabile. Non so cosa si dicono ma quel mormorio felice e quello schiccare di labbra mi innervosiscono, quindi mi alzo in modo brusco ed esco fregandomene il cazzo degli altri e del fatto che loro possano capire che sono la causa di questo. Anzi, devono capirlo. Così magari finiscono di rompermi il cazzo.

Mi sbatto la porta alle spalle e l'aria fresca di fine agosto mi arriva diretta in volto e sento finalmente di poter respirare.
Mi accendo una sigaretta avviandomi verso il portico.

"E' tutto ok?" chiede Isabel affiancandomi. Annuisco, ma non me la sento di conversare in questo momento, le passo la sigaretta convinto che lei fumi ma fa segno di no.

"Sono un infermiera, non credi sarebbe del tutto paradossale?" chiede, e anche stavolta mi stupisce. In effetti, non avevo riflettuto su questo particolare.

"Eppure prima il gin sembrava piacerti" le faccio notare divertito

"E' vero" ammette ridacchiando. Sorrido anch'io e per un attimo dimentico lo schifo che devo sopportare lì dentro "Hey, aspetta, ma quella non è la ragazza di questa mattina?" domanda, indicando una biondina che se ne sta impalata all'inizio del vialetto. Se non ci fosse un leggere velo di luce che le colpisce il viso sembrerebbe una di quelle scene horror dove alla fine la persona mezza impalata si rivela essere uno zombie o cose simili.
Ho bevuto così poco eppure mi sento già andato, cazzo.

"Hey, ti va di unirti a noi?" le urlo, ma lei non risponde. Fissa entrambi e quando Isabel mi afferra per il braccio e prova a raggiungermi, la biondina va via snobbandoci alla grande.

"Ti ha fregato due volte. Stimo quella ragazza. Ma non sembra un po' strana?" ridacchia ancora e ammetto che ha ragione, in entrambe le cose.
Annuisco e Isabel riprende a parlare "Era la ragazza col biondino il tuo "Credo di sì" di prima, giusto?"

"Giusto" ammetto, perché tanto fingere mi renderebbe solamente ridicolo e piuttosto preferisco rivelarle davvero le cose così come stanno.

"Ne parlerei ma ho l'impressione che tu non risponderesti e..." si porta un dito alle labbra e sorrido per la posizione assolutamente teatrale "E poi oggi non c'è tempo per la tristezza. Andiamo a bere." Riprende le mie parole di prima e ridacchio quando la vedo avviarsi dentro tirandomi per un braccio.
Questa ragazza è una continua sorpresa.    

IF YOU WANT ME, COME GET ME.Where stories live. Discover now