CAPITOLO 10 - LIAM

1.4K 49 0
                                    

  "A pensare si soffre tanto."
( J. Safran Foer )  


"E' la B" Julia getta gli occhi al cielo per l'ennesima volta e mi verrebbe voglia di buttare questo libro nel cestino, ma mi serve e costa una cifra, quindi me lo tengo.

"Perché sei così ostinata? Ti dico che è la B, l'ho studiato lo scorso anno" ok non è vero, non l'ho studiato lo scorso anno ma sono certo che è la B. Cazzo, perché deve sempre fare la difficile?

Scrive infastidita ed io leggo, come sempre, nel momento stesso in cui scrive.

"Ti stai sbagliando. Il professore l'ha spiegato ieri e se tu non avessi passato metà lezione a dormire, lo sapresti."
E poi aggiunge "Devi leggerlo con un tono più duro." Scoppio a ridere ma non cambio idea. Sono certo di ciò che dico perché, a differenza di ciò che pensa riccioli d'oro, sono attento alle parole. anche quando dormo.
Ci fissiamo a lungo, nessuno dei due è intenzionato a mollare. La biondina è tosta, ma io più di lei.

"Basta. E' la B." le strappo di mano il libro e la fermo con una sola mano quando prova a fermarmi. "Non ci provare, bionda." Con l'altra mano segno una "x" sulla lettera B e sono soddisfatto di me stesso, cazzo.
Julia mi lancia uno dei tanti cuscini che è lì sul letto, giusto per fare scena. Scoppio a ridere quando, una volta visto il mio sguardo dichiararle guerra, si porta il cuscino al viso. Ma Julia è più furba di questo e non appena mi ammorbidisco mi lancia non uno ma ben due cuscini.
"Mossa sbagliata." Sussurro, Julia prova a fuggire dall'altra parte del letto ma io sono più veloce e l'afferro per entrambi i piedi. Ride come una pazza ma non esce alcun suono dalla sua bocca. E' così contenuta anche in questo che mi fa male. Mi fa male vedere quanto male lei stessa si faccia. Perché vietarsi di tutto questo?

Riccioli d'oro approfitta di un altro momento di cedimento e mi getta un altro cuscino e prova a scappare, ma io la tengo stretta fino a farla scivolare quasi sotto il mio corpo.

I suoi occhi sono una visione. Meglio del cielo, del mare e di qualsiasi cosa possa contenere il colore blu.
Julia non mi parla, ma i suoi occhi sì. Solo che adesso provano ad urlare qualcosa che non sono in grado di decifrare, qualcosa che non riesco a cogliere.
Smette di ridere e avverto la sua tensione, tuttavia non mi respinge.
E vorrei tanto capire cosa passa per quella testolina bionda ma so che mi ci vorrà ancora molto tempo.

La vibrazione del mio cellulare ci risveglia dalla nostra trans e mi costringe, mi costringe davvero, a spostarmi dalla visione di quello spettacolo.

"E' Isabel, le avevo promesso di portarla a mangiare sushi, ti va di venire anche tu?" Non so da dove mi sia uscita questa domanda, non so neanche se mi sto rendendo ridicolo, ho solo detto ciò che mi è passato per la mente. E uno degli errori più grandi con le ragazze, le ragazze in generale, è parlare senza riflettere.

Riccioli d'oro scuote il capo e sorride leggermente. Questo è quello che invece le ragazze non devono fare con me: rifiutarmi. No, assolutamente. Non lo accetto!

"Dai, perché no? Ti riaccompagno presto al dormitorio, promesso." Julia si affretta a raccogliere il libretto e la penna ed inizia a scrivere. Mi guarda, come a chiedersi perché non stia lì accanto a lei a leggere ciò che scrive, ma la verità è che vederla lì, seduta in mezzo al mio letto, con le gambe incrociate, i riccioli un po' più in disordine... è una visione celestiale.
Mi risveglia dal paradiso un cuscino che mi va in pieno viso.

Julia sventola il libretto davanti al viso, come a dire "Svegliati, devi leggere" ed io fingo che la mia trans non ci sia mai stata, anche perché non saprei come spiegarla.

"Non credo di essere il tipo di persona che possa essere amica ad Isabel. Non parlo, Liam. Per la maggior parte delle persone è un problema." Non ha mai detto apertamente nulla riguardo al fatto che non parli.
In questa settimana ci siamo visti ogni giorno, abbiamo seguito chimica insieme, fatto i compiti assieme, ma mai... mai ha menzionato il fatto che non parlasse. E ne ha menzionate di cose, come del tipo che ama il formaggio sulle patatine, sulla pasta, sulla pizza, sulla carne... sì, esatta, sulla carne.
E' estremamente divertente, in ogni cosa. Quel tipo di divertimento che a me piace, che mi eccita e spinge a voler sapere di più.
Come questa cosa.
Ma so che insistendo non otterrò nulla, Julia ha bisogno di fidarsi di me ed io ho intenzione di aspettarla. Come amico, si intende.

"Le piacerai sicuramente. Ora alzati e andiamo!" la tirò per un braccio e lei mi guarda incerta, ma io non accetto un "no" come risposta.
Mia dolce e piccola Julia, vincerò sempre io.

"Ti sbrighi a portare il tuo culo fuori di qui?" ecco Isabel.
Come sempre è impeccabile nei suoi abiti neri e le labbra rosse. Ma non sono rosse come quelle di riccioli d'oro, che sono così al naturale e cazzo... non devo pensarci.

Izzy se ne sta appollaiata accanto allo stipite della porta e non le sfugge la presenza di riccioli d'oro alle mie spalle e per questo ride maliziosa.

"Ciao riccioli d'oro." La guardo subito male. Cazzo. Io devo chiamarla così! E poi Julia non deve sapere che ne parlo anche con Izzy, cazzo.

Mi volto verso riccioli d'oro che si limita a sorridere incerta.
Che Dio me la mandi buona.

"Beh penso che possiamo andare." Prendo velocemente le chiavi e la giacca mentre le vedo entrambe sghignazzare. Sono fottuto.
Amico di due donne. Ma che cazzo mi sta capitando?


***
In macchina c'è un leggero imbarazzo. Julia comunica solo tramite gesti e il suo amato blocchetto azzurro, ma a quanto pare non le va di farlo con Isabel e così se n'è rimasta in silenzio mentre Izzy non sembrava aver problema a chiacchierare del più e del meno, ma il risultato è stato disastroso: Isabel ed io a ridere e scherzare mentre riccioli d'oro, nonostante mi sedesse accanto, ha preferito guardare fuori dal finestrino.
Ho provato qualche volta a sorriderle, ad incoraggiarla, ho addirittura indicato il blocchetto che usciva fuori dalla sua borsa, ma ha scosso il capo ed è tornata a guardare fuori.

"Liam, ma hai ancora qui il mio lip gloss rosso? Perché lo rivorrei, grazie. Hey riccioli d'oro, puoi controllare un po' da quelle parti?" Izzy avrebbe una voce assordante anche se si trovasse dall'altra parte del mondo. Arriverebbe sempre forte e chiara. Soprattutto se è seduta dietro, con la testa che sbuca tra i due sedili davanti. E' una tortura, giuro.

"Non lo so Izzy, hai lasciato una marea di puttanate qui dentro" Julia è intenta a fare ciò che Isabel le ha chiesto, ma Isabel è contenta solo quando è lei a fare le cose, così si allunga praticamente su riccioli d'oro e fruga nel cruscotto. Mi volto e colgo lo sguardo seccato di Julia e cavolo, che idea sbagliata farle conoscere.

"Trovato! E anche due codini rossi. Ladro!" ridacchio perché è vero, ho un'ossessione per i codini. Li rubo a tutte le ragazze, potrei quasi venderli per quanti ne ho sparsi in auto.

"Lasciami qui tesoro." Urla ancora Isabel, accosto accanto al locale dove è solita esibirsi Meredith e riprometto silenziosamente a me stesso di non ricommettere più lo stesso errore di uscire con entrambe. "Beh ragazzi, io vi lascio. Ciao cazzone." Mi da un buffetto sul berretto e poi, con lo sportello aperto, si volta gioiosa verso Julia " E' stato un vero piacere, riccioli d'oro" e poi esce in grande stile, come solo Izzy sa fare.

Resto qualche secondo fermo, a guardare la strada che mi ritrovo davanti pregando di non aver fatto un errore colossale. Julia resta in silenzio, ovviamente, ma non accenna neanche a scrivermi una delle sue battutine.
Così prendo un grande respiro e provo a fare il primo passo.

"Aaallora, come ti è sembrata Izzy? Simpatica no? Ti è piaciuta la cena?" Julia ha un'espressione impassibile, come sempre.
Raccoglie il suo blocchetto e scrive, ma non ho il coraggio di leggere subito, anche se noto il suo sguardo quando si trova a constatare che non lo farò.

Mi porge il blocchetto "Scherzi? Giusto?" la guardo e me la ritrovo accigliata e le braccia conserte. Che bel guaio.
Mi strappa il blocchetto e scrive velocemente, stavolta leggo contemporaneamente "Accompagnami a casa!"

"Dai riccioli d'oro, non sapevo che potesse andare così male. La prossima volta usciremo da soli, se ti va." Non so cosa dirle, perché è anche ridicolo dovermi giustificare. Volevo solo rendere le cose migliori. Volevo che entrambe potessero avere un'amica... non volevo che si sentissero sole.
Se ne sta ancora lì, imbronciata e con le braccia conserte senza neanche rivolgermi uno sguardo.

Prendo un grosso respiro "Julia, puoi dirmi cosa c'è che non va, per piacere?" stavolta si gira verso di me e mi onora dei suoi occhi immensi quanto il mare, o forse di più.
"Non ti va di dirmelo?" continua a... a non fare niente! "D'accordo!" metto in moto l'auto e parto. Non l'avviso della cintura, è grande abbastanza per provvedere da sé a queste cose. Se lei non ha voglia di parlarmi, o meglio, scrivermi, allora neanche io farò nulla! Non posso scusarmi se è lei quella che se ne sta sempre sulle sue.

E non mi calmo. Più mi avvicino al suo dormitorio e più mi incazzo, perché non abbiamo ancora chiarito la situazione.

"Julia, per piacere, puoi dirmi cos'è che ho sbagliato? Credevo che poteste diventare amiche."

La vedo afferrare il blocchetto e mentalmente sto urlando di gioia. Almeno mi degna di una risposta!

Mi porge il blocchetto e leggo in fretta, stavolta tra me e me.

"Non sei tu a dovermi trovare un'amica, so farlo da sola! Non ho bisogno della tua fidanzata per farmi qualche amica!" Fidanzata? Crede che Isabel sia la mia fidanzata? E sarei così stupido da presentarla come amica? Ma è fuori?

"Fidanzata? Izzy non è la mia fidanzata, è una mia amica." Riafferra il blocchetto e scrive ancora.

E per l'assurdità di quanto c'è scritto, scoppio a ridere.
"Tutte le tue amiche lasciano rossetti da quattro soldi, fermagli per capelli, gloss in auto? O a tutte le tue amiche chiedi i codini?"

Spero stia scherzando. "Julia, credevo che Candice avesse dei pregiudizi ma forse tu ne hai anche di peggiori. Isabel è mia amica perché, sì, notizia flash, anche io ho amici e lei è una di loro. Anzi, forse è l'amica più vera che io abbia mai avuto. Quindi non so che problema tu abbia con lei, ma di certo non mi scuserò per aver cercato di farvi conoscere. Sei libera di pensare ciò che vuoi, ma non arrabbiarti per delle tue chiusure mentali." Prendo un respiro enorme perché dirlo tutto d'un fiato è stato un po' faticoso, ma dovevo.
Continuo a guidare, senza più degnarle di uno sguardo, perché quando è troppo è troppo. Tuttavia, questo non sembra minimamente toccarla, se ne sta lì imbronciata a guardare fuori dal finestrino, come se potesse trovare la soluzione di tutto lì fuori.
Non capisco che problemi abbia, perché non ha voglia di fare amicizia, perché è così chiusa e perché diamine non parla. Non lo so e francamente, almeno stasera, sono stufo di chiedermelo.
Non mi lascio intimidire dallo sguardo dispiaciuto che mi lancia prima di uscire dall'auto. Se si aspetta che dirò ancora altro, si sbaglia di grosso. Sarà anche figa, piena di segreti da scoprire, ma io non ho bisogno di un'altra Meredith neanche per amica.
Sbatte la porta, come per dire "Vaffanculo" e sono certo che nella sua testa mi stia maledicendo almeno da dieci minuti ma non me ne fotte un cazzo. Anche io lo sto facendo.
Con tutto me stesso.
Eppure non so per quale assurdo orribile detestabile motivo, io stia uscendo da quest'auto. Prima, sbatto la portiera. Al rumore assordante Julia si volta, con l'aria di chi sa che ha qualcosa da dire e qualcosa che deve sentirsi dire.

"Perché te la sei presa così tanto?" con le mani in tasca provo ad assumere un'aria meno incazzata, ma il mio volto rivela tutto.
Non proferisce parola. Nulla. Mi guarda con i suoi occhioni blu e basta. Vorrebbe dire, ma... ma non dice. Non dice, neanche stavolta.
"Sto perdendo la pazienza, Julia" sentenzio, ma lei continua a fissarmi e continua a volermi parlare con quelle iridi penetranti ma no, stavolta non ho voglia di ascoltare. Stavolta, si fa a modo mio.
"Ok basta, mi sono rotto" sbotto, mi volto ed entro in auto. Metto in moto senza neanche degnarla di uno sguardo. Non so neanche se stia ancora lì e non me ne fotte un cazzo. Se lei non vuole comunicare, allora io mi comporto di conseguenza.
Ma poi cedo e guardo nello specchietto retrovisore e la trovo lì, ferma. La vedo allontanarsi sempre di più, anche se in realtà sono io quello che sta andando a tutto fulmine.
La guardo portarsi una mano alla testa e penso a quanto vorrei capire cosa diamine c'è lì dentro.    

IF YOU WANT ME, COME GET ME.Where stories live. Discover now