CAPITOLO 16 - JULIA

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"Mutano i cieli sotto i quali ti trovi, ma non la tua situazione interiore, poiché sono con te le cose da cui cerchi di fuggire."
( - Seneca )  


"Allora passo a prenderti dopo la lezione? Sei sicura di non volerla saltare? Tanto sai già tutto" Leila mi cammina accanto, stando faticosamente al mio fianco scrivendosi con uno dei suoi tanti spasimanti.
Annuisco non appena mi dedica la sua attenzione.

"Sì che salti la lezione o sì che ti passo a prendere dopo la lezione?" chiede speranzosa. Non ho intenzione di saltare la lezione ma ho intenzione di andare a divertirmi con la mia amica di stanza.
Ultimamente ci siamo avvicinate molto e ci siamo rese conto di avere più cose in comune di quanto credessimo. E' spiritosa, intelligente, generosa, l'amica perfetta. Se non fosse per il fatto che io non parlo e le nostre conversazioni di fatto non sempre sono totalmente libere.

"Ok, ma... se non ci riesci o qualcosa ti turba, scrivimi, d'accordo?" le sorrido annuendo. Vorrei abbracciarla, ma forse è meglio mantenere le distanze da tutti, fino a quando non avrò capito come affrontare i miei problemi.

Mi siedo al solito posto, quello più anonimo e isolato. Quello dove nessuno si avvicina mai, forse perché sanno che è il mio.
Lo so a cosa si riferiva Leila prima, teme che rivedendo Liam possa star di nuovo male. Com'è successo mercoledì.
Da quando ha deciso di chiudere qualcosa che probabilmente mai è iniziata, non ci siamo più parlati. O meglio, non mi ha più rivolto parola. L'ho rivisto alle lezioni e basta.
La sorpresa più grande l'ho avuta mercoledì quando, a fine lezione, mi sono ritrovata sola con il professor Jackson che mi informava del mio cambio di partner per il lavoro da presentare tra sole tre settimane perché "Il suo amico di corso, William, crede che entrambi rendereste molto di più separati e con partner diversi", vi risparmio la sua espressione imbarazzata e desolata. E anche la mia.
Ma la cosa peggiore non è stata questa. La cosa peggiore è che una volta uscita dall'aula, Liam si trovava appoggiato alla parete di fronte, con le braccia conserte, aspettava che uscissi. Come un perfetto killer che aspetta di veder morire dissanguata la sua vittima davanti ai suoi occhi.
Ma non ha vinto lui. Non ho pianto, non ho detto niente, non ho urlato. Non mi sono lasciata andare.
Almeno non fino a quando sono rientrata in camera. Leila non c'era quando sono scoppiata in un mucchio di lacrime, ma c'era dopo, quando i miei occhi ormai erano gonfi e il mio giubbottino ancora addosso. Mi ha aiutata, senza che le chiedessi nulla. E non le sarò mai grata abbastanza.
Non mi ha aiutato perché le faceva pena il mio mutismo, ma mi ha aiutata perché il mio cuore era - è – in mille pezzi.
Ciò che mi ferisce di più non è il fatto che lui non voglia più saperne niente di me a tal punto da non voler neanche più studiare assieme, cosa che facevamo benissimo. Ciò che mi ferisce è il fatto che in tutto quel tempo mi ha solamente usata. Mi ha mentito. Si è preso gioco dei miei sentimenti, delle mie paure, dei miei timori. Ho lasciato che si avvicinasse a me. Ho lasciato che mi abbracciasse. Non avrei dovuto.

"Buon pomeriggio, ragazzi. Bando alle ciance, volevo informare la classe che ci saranno alcuni cambi di coppie per il lavoro che dovrete consegnare tra tre settimane." Tossicchia "William Martin con..." il professore guarda su un blocchetto "Melissa Davis" il mio sguardo segue quello di Liam e cade subito su denti perfetti Melissa. E' una bella ragazza, ma troppo euforica per tutto e troppo perfetta in tutto. Interviene troppo spesso e la sua risata è troppo rumorosa.
Denti perfetti saluta con la mano dal suo posto in prima fila, Liam si passa una mano tra i capelli sconsolato. Ti sta bene!

"E Michael Carter con... Julia Cieslak." Un ragazzo con i capelli rosso scuro si volta, in cerca di Julia Cieslak. Sono certa che sia lui perché Liam lo fissa e credo che abbia un viso conosciuto. Posa i suoi occhi su di me e mi fa un cenno del capo. Non so come faccia a conoscermi dato che non c'è nessuno più anonimo di me qui dentro. Ad ogni modo ricambio sorridendo appena.
Sono nella merda. E non perché mi sorride, ma perché è tremendamente bello.

Al suono della campana che segna la fine di queste due interminabili ore, mi affretto a mettere tutto in borsa ma non così tanto, dato che continuo a voler essere l'ultima ad uscire.
Solo che Liam e Michael hanno deciso di voler essere più lenti di me.
Cerco di intrattenermi ma chiudere, aprire e richiudere la borsa non sembra più un'ottima idea. Mi avvio piano alla porta, indecisa se andare ancora più piano o scappare da qui dentro.

"Hey, Julia" Michael si avvicina. Cazzo.
Mi volto lentamente, molto lentamente, e davanti mi ritrovo un figone da urlo. Saluto imbarazzata. Spero che sappia del mio "problema", perché altrimenti avremo un gran bel problema.

"So tutto, tranquilla. Ho pensato che potremmo scambiarci i numeri così possiamo scriverci e metterci d'accordo per studiare, cosa ne pensi?" alle sue spalle intravedo Liam, se ne sta seduto tranquillo, allacciandosi la scarpa con tanta cura e disinteresse per il mondo esterno. Vorrei vivere con la sua indifferenza, sarebbe tutto molto più semplice.
Annuisco a Michael e gli porgo il mio cellulare mentre lui fa lo stesso.

"Ho salvato Mike perché "Michael" è troppo formale." Sorrido perché, in effetti, ha ragione. E con un silenzio imbarazzante, lo saluto andando via.

"Eccoti, che fine avevi fatto? Sbrigati." La mia espressione le rivela tutto lo sconforto e Leila sembra coglierlo immediatamente. "Mi spiegherai tutto stasera, ora devi vedere una cosa." La guardo stranita quando mi trascina fino al parcheggio.
E ci metto due secondi a riconoscere i capelli biondi di mio padre e i ricci scuri della mamma. Due secondi per riempirmi di amore e far scomparire la tristezza degli ultimi giorni. Solo due secondi.
Vorrei poter esclamare "Mamma, papà" e per un attimo, un attimo soltanto, esito. Per un solo attimo credo di potercela fare. Ma la mia bocca resta chiusa. Incollata. Tutto quello che riesco a fare è portarmi le mani alle labbra e saltellare felice come una bambina di cinque anni.

"Sorpresa" urlano felici. La mamma corre ad abbracciarmi, seguita da papà. "oh tesoro, ci sei mancata così tanto." Mia madre non si risparmia qualche lacrimuccia e mio padre è sul punto di crollare. Anzi, direi che a piangere è più lui che la mamma... come al solito. Adoro mio padre ma non rispecchia per niente il prototipo di "uomo forte", piuttosto è un uomo da coccolare. Perfetto per chi, come mia mamma, ha sempre voglia di qualcuno da proteggere. E' nel suo sangue. E' nata per questo. E' nata per proteggere!
"Hai presente quando ti ho chiesto il numero di Leila? Giusto per poter stare tranquilla quando non rispondi al tuo? Ecco, era per organizzare questo." Mia mamma ha la sana abitudine di parlare tanto e questo mi è utile. Per far sì che io usi il meno possibile quel blocchetto, cerca di darmi da sola tutte le risposte a delle mie possibili domande.

"Staremo qui solo per oggi perché domani pomeriggio abbiamo un volo per la Polonia, ma volevamo prima salutarti e soprattutto essere con te per i tuoi 19 anni. Tua sorella purtroppo è bloccata a lavoro..." anche la voce di mio padre è dolce. Non è potente o forte, per niente. E' melodiosa e rassicurante, l'unica che ascolterei per ore canticchiare Elvis Presley mentre tagliuzza le verdure.
Sapevo del loro breve viaggetto in Polonia ma non sapevo quando lo avrebbero fatto e ammetto che questa è una delle sorprese più riuscite di mia madre perché, sì, può essere solo una sua idea. Non perché mio padre non mi voglia bene e non pensi di passare a salutarmi, ma magari rifletterebbe prima di farsi 5 ore di viaggio per poi ripartire il pomeriggio dopo.
Sapevo anche degli impegni del nuovo lavoro di mia sorella e non importa se non può essere qui domani, sono felice che stia realizzando il suo sogno di diventare stilista.

Vorrei poter rispondere qualcosa ma ancora una volta le mie labbra sono sigillate. Finisco per abbracciarli, di nuovo.

"Bene, allora vi lascio il vostro tempo. Ci vediamo stasera."

Leila sembra addirittura serissima, ma poi si smentisce subito dopo. "E grazie per non avermi informato del tuo imminente compleanno, stronzetta. Ciao tesoro." Mi bacia e si volta per andar via.

"No, tesoro, resta almeno un'oretta. Tu sei della zona, magari andiamo a farci una passeggiata." Ho già detto che mia madre adora gli adolescenti e post adolescenti?

Leila è raggiante perché sì, ama fare shopping per sé e per gli altri, ma ama ancora di più poter dire cosa fare e dove andare.
"D'accordo, Ci sto." Ottimo, diventeranno amiche per la pelle.


Dopo esser stati al parco, aver visitato lo space needle, finalmente Leila ci indica diversi posti in cui poter mangiare, mio padre prende nota e cerca le varie recensioni perché, sì, è uno di quei tipi che, dovunque, lascia recensioni e quindi per lui è immensamente importante leggerne alcune prima di poter andare in qualche ristorante.
"E' stato un vero piacere trascorrere questo pomeriggio con voi ma ora devo scappare." Leila getta la lunga chioma rossa dietro le spalle e saluta i miei.

"D'accordo tesoro, ci vediamo su skype la prossima settimana e tienimi aggiornata su Matt." Sì, in circa tre ore sono diventate amiche per la pelle. Leila le ha raccontato metà vita e mia mamma ha dispensato saggi consigli sulle relazioni. Ha raccontato la solita storiella di lei e papà e di come ci si rende conto immediatamente quando l'altra persona è l'amore della sua vita. Ovviamente ha raccontato anche questo, il momento in cui l'ha capito, cioè circa cinque ore dopo il loro primo appuntamento. L'ha definito colpo di fulmine. Vorrei tanto sapere se anche a me un giorno succederà.
Ero convinta che tra me e Liam ci fosse qualcosa. Non ho capito di certo se è o meno l'amore della mia vita, ma ero certa che fossimo uniti da qualcosa di inspiegabile... evidentemente mi sbagliavo.

"Assolutamente." Leila abbraccia i miei genitori e poi me. La guardiamo andar via con quelle gambe lunghe e lunghi capelli rossi al vento. E' perfetta.

"Sono felice che tu abbia fatto amicizia" a mio padre brillano gli occhi e questo fa emozionare anche me.
In effetti non avrei mai pensato di poter fare davvero amicizia, almeno non che avrei avuto qualcuno con cui potermi sfogare e divertire. Leila è la tipica ragazza bella e popolare. Conosciuta quasi da tutti ma, per qualche strano motivo, preferisce starsene con me. Dice che siamo nate per essere amiche e credo che abbia assolutamente ragione. Leila mi ha insegnato che posso ancora credere nelle persone e, se un giorno anche lei mi deluderà, potrò almeno dire di aver rischiato.

IF YOU WANT ME, COME GET ME.Where stories live. Discover now