CAPITOLO 4 - LIAM

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 "Loro ignorano che certe mattine la rabbia è l'unica cosa che mi permette di dare un senso alla giornata. Tolta quella, non sono altro che una ferita aperta, una voragine."
( Gayle Forman )



"Dai amico, non puoi mancare" dato che domani sarà sabato, il primo sabato al college da ragazzi del penultimo anno, Rob insiste con la storia di dare un'altra mega festa in confraternita ma io ho deciso di tornare da mia madre e non perché mi manchi, ma perché mi sono già rotto le palle di tutte queste cazzate. E' stata una settimana in cui non ho fatto altro che correre da un allenamento all'altro, dalla palestra a camera mia, da un'aula all'altra solo per non incontrare Meredith e Mark. Per non subirmi le loro smancerie. Ho addirittura iniziato ad ascoltare le spiegazioni, pur di tenermi impegnato. Ho iniziato a studiare durante la prima settimana.... Ragazzi, la prima. Ho bisogno di staccare la spina, farmi scivolare quest'odio che ho dentro e poi tornare per farmi tutte le ragazze fattibili.


"Non lo so, ci penso" a Rob ho solo raccontato di essere impegnato con il football e di voler riposare, senza bere o cazzate varie. Non provo a spiegarmi perché so che non capirebbe. Non credo che Rob sia stupido ma quello che provo non potrebbe capirlo nessuno e non mi va di sforzarmi e spiegare cosa mi passa per questa cazzo di testa.

Aspiro il fumo dalla sigaretta sperando che questo riesca a scaricare la tensione, ma siamo alla terza in trenta minuti e non è cambiato assolutamente nulla dalla prima.

"Hey, amico, è tutto ok?" lo guardo negli occhi "Insomma, se ti va di parlare di cosa sta succedendo io ci sono" lo guardo per qualche secondo ma poi scuoto il capo. Fingo che tutto vada bene anche se sappiamo entrambi che va una merda, che non riesco a stare nella stessa stanza con quei due che a momenti mi viene l'orticaria, ma siamo abbastanza bravi da fingere che non sia così. Che sto bene e che non me ne frega un cazzo, come sempre.

"Allora andiamo, che la pausa pranzo è terminata da quasi venti minuti" m tira su col braccio per poi darmi un colpo fraterno, ce la ridiamo consapevoli che verremo richiamati anche stavolta ma è questo il bello dell'amicizia, no? Fare tutto assieme. Anche essere richiamati per la millesima volta nonostante sia il quinto giorno qui al college.

Rob si dirige a matematica mentre io a chimica e solo in questo momento ricordo che anche riccioli d'oro segue questo corso. Non l'ho più vista da lunedì sera eccetto martedì, di nuovo a questo corso a cui sono arrivato con circa quaranta minuti di ritardo beccandomi il posto in prima fila , occhi negli occhi con il carissimo professore che, gentilmente, mi ha chiesto di restare un'ora in più. Di fatto non ho potuto darle neanche una seconda occhiata dato che se ne stava tra le ultime file, nascosta da tutti e probabilmente anche da me e questo è un bene.
Lunedì sera non ho fatto altro che chiedermi cosa le ho fatto e l'unica risposta che sono riuscito a darmi è che sono un figo tremendo.

"Oh, signor Martin, alla buon ora. Grazie per averci onorato della sua presenza. Si accomodi" il prof Jackson fa gli onori di casa e tutti scoppiano a ridere. Questo mi rende orgoglioso perché sono figo anche quando non cerco di esserlo, sorrido avviandomi verso un posto libero. Non guardo nessuno, perché finirebbero col pensare che mi importi qualcosa di loro e non è così. Non mi importa di nessuno e i miei occhi sono solo per me.
Ammetto che, però, darei volentieri un'occhiata verso le ultime file per controllare se riccioli d'oro mi ha notato, ma dubito che non sia così.

Prendo posto alla quarta fila, non troppo distante dalla prima ma neanche dall'ultima. Gli occhi, però, li tengo fissi sulla scrivania dove il professore è pesantemente appoggiato. Non so quanti anni abbia ma di sicuro avrà visto la seconda guerra mondiale e forse anche la prima. Ci conosciamo bene dato che già lo scorso anno seguivo il corso ed è un ottimo insegnante.
Non seguo tanto la spiegazione e non perché non mi importi ma perché sono piuttosto bravo e so di poterlo studiare da solo. So che è presuntuoso dirlo, ma è così. Ho scelto di seguire questo corso solo perché me ne mancava uno e sono decisamente bravo, quindi cazzo posso riposarmi ora.

La mia mente non fa altro che ripetermi sempre la stessa immagine e non parlo di Meredith. Ma di mio padre.
Vorrei che mi avesse cercato, che anche a lui fosse importato di me ma non posso costringere qualcuno a volermi bene. Non ci sono riuscito con Meredith e non ci sono riuscito con mio padre ed ho capito che non bisogna elemosinare affetto da nessuno. Neanche a chi ha il tuo stesso sangue.

"Passiamo quindi alla formazione delle coppie. Solitamente vi lascerei fare da soli ma dato che siamo all'inizio preferisco formare io le coppie in modo tale che ci sia un equilibrio." Non so cosa mi sia perso ma di sicuro ci saranno delle coppie e non vedo l'ora di sapere quale nerd appiccicoso mi affiancherà il professore.
Di solito è sempre così: io scelgo una bella preda e lui mi cambia compagno affiancandomi un nerd quasi sempre fastidioso.

"William Martin con..." non la smette di chiamarmi così nonostante tutti mi chiamino Liam, secondo la sua modesta opinione mi si addice di più. Sbuffo sonoramente e questo fa ridacchiare i presenti, ma questo non era di certo qualcosa fatto per attirare l'attenzione. L'attiro e basta, come una calamita. "Ah sì, con Julia Cieslak. Sono sicuro che vi divertirete" sorride raggiante, come se sapesse qualcosa che io non so. E già immagino questa Julia ciesqualcosa. Una piccola nerd brutta e puzzolente che in un solo giorno diventerà pazza di me, sognandomi, desiderandomi e non avendomi. Povero me.
Mi volto rumorosamente in cerca della famosa Julia chiedendomi chi possa essere. C'è chi sbircia dalla mia parte ma nessuno prova ad alzare la mano e a mimarmi un "sono io". Nerd e timida, ottimo. Mi aspetterà un gran lavoro.
Gli occhi cadono per qualche secondo su riccioli d'oro che, come sempre, sembra spaesata. Se fossi stato più attento probabilmente saprei anche il suo nome ma è chiaro che non è destino che io lo sappia.

"Ok, queste sono le coppie. Entro la fine della settimana prossima voglio una presentazione degna di essere chiamata tale. Consideratelo quasi come un esame. Buon lavoro" La campanella suona sulle ultime parole e tutti sferzano fuori dall'aula, compresa riccioli d'oro che prima, velocemente, si avvicina al professore.

Io, pur non avendo nulla da mettere in borsa, dato che nulla ho utilizzato per seguire la lezione, sono tra gli ultimi ad uscire. In realtà è una cosa che faccio da bambino. Mi piace vedere le reazioni degli altri non appena varcano quella porta ed immaginare la mia non appena lo farò.
Mi avvio alla porta in cerca della mia Julia ma il professore avrà deciso solo ora che punizione darmi dato che mi chiama per nome, di nuovo.
"William, devo parlarle"

"Lo so che ho fatto tardi, non ricapit..." mi ferma con un gesto della mano e, ancora, pesantemente si posizione sulla grande scrivania in mogano. Incrocia le braccia al petto e mi fa segno di affiancarlo. La vedo davvero dura.

"Non è di questo che voglio parlarle perché sappiamo entrambi che lo rifarà." Ridacchiamo ma poi riprende subito "Quello di cui volevo parlarle è della sua compagna di coppia. Julia Cieslak. Conosce il suo problema, giusto?" ottimo. Nerd, timida e con problemi. Ma cosa avrò mai fatto di male? Devo iniziare ad arrivare in orario, cazzo.

"No" rispondo secco.

"Julia è una ragazza... particolare." Prende il mento tra le mani e assume una postura fin troppo pensierosa "Julia non parla." Mi guarda serio "Non è muta dalla nascita ma... beh questo non è tenuto a saperlo. Le basti sapere che Julia ha bisogno di qualcuno che la sproni a parlare, a divertirsi... e chi meglio di lei?"
Ok, sono confuso. Non parla ma ha bisogno di qualcuno che la sproni a parlare? Che senso ha? E chi cavolo è? E perché io?
"Lo so che le sembrerà difficile ma potrete comunque comunicare, sono certo che si farà venire qualche idea." Sorride e si dirige verso la sua ventiquattrore mentre io me ne sto qui chiedendomi come venirne fuori. Avrei preferito avere riccioli d'oro in coppia, almeno è figa.
Non sono il tipo che tira fuori il meglio di sé dalle persone, non sono il tipo che riesce ad avere un dialogo con suo padre figuriamoci se riesco a far parlare una muta. E poi questo significa che dovrò fare tutto il lavoro da solo? No, così non andiamo bene. Ho detto di essere bravo, non pazzo.

Sospiro nervoso e raggiungo il professore accanto alla porta. Lo guardo male mentre lui se la ride.

"Non credo di essere..." sospiro di nuovo "portato per questo genere di cose. E poi non so neanche chi è"

"Oh è semplice. Bionda, occhi azzurri, credo, e sempre seduta all'ultima fila. L'unica che non parla, come può non averla notata?" ridacchia come se la cosa gli risultasse impossibile. E un pensiero mi sfiora la testa.
No. Non può essere.

"Riccioli d'oro?" chiedo a voce troppo alta. Il professor Jakson ridacchia.

"Se le piace chiamarla così" ridacchia ancora per poi avviarsi dove cazzo deve andare.
Riccioli d'oro... non riesco a crederci. Ecco perché non mi parlavi. Ecco perché preferivi andar via.
Mi sembra tutto assurdo... come si dialoga con qualcuno che, effettivamente, non dialoga?
Ma, soprattutto, chi cavolo mi dice di che relazione si tratta se io non lo so e lei non parla?
Sono ufficialmente nella merda.
Mi serve una festa.

IF YOU WANT ME, COME GET ME.Where stories live. Discover now