CAPITOLO 14 - LIAM

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"Tutto quello che desiderava era corrergli incontro, sentirsi stringere fra le sue braccia, sentire la bocca di lui possedere e accarezzare la sua."
( Penny Jordan )




"Sei sicuro che sia una buona idea?" Izzy getta alcuni dei suoi vestiti sul pavimento e io mi chiedo quand'è che questa tortura finirà. Quella di aspettarla è stata una pessima, pessima idea.

Sbuffo. "Sì, Isabel. Andrà tutto bene. E' solo una normale serata tra amici." La mia bellissima amica sexy si volta, senza trucco ma comunque da scopare. Con gli occhi neri penetranti e i capelli ancora un po' bagnati... che visione.
Mi lancia un'occhiataccia e afferra un abitino nero corto, ma largo. Strano, dato che indossa solo cose succinte.
Fa un lungo respiro e questo mi fa capire che ha parecchie cose da dire. A quanto pare non c'è mai fine al peggio.
Mi porto un cuscino al volto sperando che non siano così pessime come immagino.

"Sì, una normale serata con la tua ex e il suo quasi marito perché, diciamocelo, quei due si sposeranno presto." Ridacchia mentre si veste dietro l'armadio "e per giunta, come se non bastasse, porti la tua pseudo fidanzata o scopa qualcosa, che però non parla. Con le migliori amiche di Meredith che sono delle vipere. Almeno Candice lo è di sicuro." Ricompare davanti ai miei occhi e no, non è poi così largo il vestitino. Anzi, si modella sulla sua pelle e sulle sue curve sexy. Quanto è bella.
Isabel non bada al mio fischio di approvazione e continua il suo monologo.
"Non credo che portarla lì, con loro, sia una buona idea. E poi non esci con Meredith e Mark da un po', forse è il caso di vedere prima che effetto ti fa."

La pessima idea non è stata quella di venire qui, stasera, è quella di aver raccontato tutto ad Isabel questa mattina. Lo sapevo che dovevo star zitto.
Sospiro esasperato. Ok, può bastare così. Mi metto seduto e la fisso seria.
"E' un'ottima idea. Julia non ha bisogno di parole per difendersi e sono certo che Meredith e Mark non saranno un problema e no, Julia non è la mia fidanzata. Cazzo, l'ho a stento baciata ieri sera." Ok questo non è del tutto vero. Ci siamo baciati eccome. Non avrei mai immaginato che la mia dolce riccioli d'oro fosse così audace da non lasciarmi fare da solo il primo passo ma, anzi, venirmi incontro. E le sue labbra... non hanno eguali. Le sue labbra sono le migliori che la mia bocca abbia mai assaggiato in tutta la mia vita. Magnifiche. Morbide ma così forti attorno alle mie. Cosi dolci e la sua pelle, la sua pelle manderebbe a fuoco anche un lago. Sì, esatto. Lo inonderebbe di fiamme così come ha inondato il mio corpo di fuoco.
Mi sarei spinto oltre, se non fosse stata lei. Ma non potevo, non posso. Lei merita molto di più di una scopata sulla spiaggia.

"Non importa, fai come ti pare. Ti ho avvisato. Io comunque la difenderò, perché credimi che ce ne sarà bisogno con quella stronza." Isabel mi risveglia dai miei pensieri schiccando le labbra che ha dipinto con il suo solito rossetto rosso.

"Andrà tutto bene!" le dico, mentre mi alzo e mi avvio verso la porta. Questo lo dico più a me che a lei, perché adesso stanno iniziando a venirmi dei dubbi.



Dopo mezz'ora siamo al solito locale, la maison de rhum, quello in cui canta Meredith. Infatti, siamo qui per questo.
Oggi riprende con le sue serate e ovviamente siamo tutti invitati.
Ma al momento siamo solo io, Rob, Jane, Candice, Isabel e la mia dolce Julia.
Se ne sta in silenzio alla mia sinistra, con il suo abitino blu e i ricci che cadono sulle spalle scoperte. Cazzo, la sua pelle.
Isabel ha deciso di sedere accanto a Julia, in modo che nessuno possa infastidirla. Ha questa strana fissa che nessuno deve toccare le persone a cui tiene. Il punto è che non si conoscono e sono quasi certo che il sentimento non è reciproco. Ma per qualche strana ragione ha questa empatia verso Julia ed è decisa a non lasciarla sola.
Ecco un motivo in più per cui l'adoro.

"Ooooh ecco i più belli di Seattle" esclama Candice. Ovviamente se c'è Meredith e nello stesso posto ci sono anche io, Candice dovrà sempre ricordarmi che lei non è più mia. Sembra che goda a vedermi stare di merda.
Mi volto appena, quanto basta per vedere la mano di Mark sulla spalla di Meredith in quel cazzo di vestitino rosso. Ma cos'hanno oggi con questi abitini? Non ce li avete i pantaloni, donne?

"Ecco la mia mangiona" ridacchia Meredith abbracciandola.

"Sono sicura che i più affamati in questo locale siete voi due." Candice fa una delle sue risatine, quelle simili alle streghe dei cartoni animati.
Stringo forte i pugni cercando di evitare di darle un pugno in viso ma questo non sembra allentare la tensione. Questo no, ma la mano di Julia che piano si insinua sul mio ginocchio, sì. Il suo tocco delicato sembra sbollire in un attimo la rabbia e infiammare in un secondo la passione che il mio corpo ha per il suo. Per la sua pelle.

"Tutto ok?" traccia piano ma veloce le lettere sulla mia gamba. Annuisco e le sorrido, perché rispondere "sì" ad una domanda che in realtà non sembra essere stata posta, sembrerebbe bizzarro.
Da quel bacio di ieri non ce ne sono stati altri. Oggi ci siamo visti per chimica, e non c'è stato davvero modo di poter parlare perché la lezione è stata intensa. Una delle cose positive è che avevo ragione io e la risposta giusta era quella cazzo di B.
Questo l'ha innervosita, ma pazienza. Non appena la campanella ha segnato la fine della lezione sono corso da lei e le ho chiesto di botto di vederci stasera, con i miei amici, ad una serata con musica dal vivo. Ero certo che non avrebbe mai accettato, vista l'esperienza dell'uscita con Isabel, ma mi ha sorpreso sorridendo appena ed annuendo. E in questo momento vorrei solo ripetere la serata di ieri... o spaccare la faccia di Mark. Mi accontenterei di zittire una volta e per tutte Candice, ma sembrerei troppo scortese.

"E tu, biondina? Cosa frequenti?" Chiede Candice. Stronza. Sa perfettamente che non parla ma fa di tutto per metterla a disagio. Che razza di problemi ha questa ragazza?

"Studia per diventare dottoressa, magari ti cura un po' di invidia." La guardo malissimo ma non sono io a risponderle, è Isabel. La mia dolce, bellissima amica Isabel. Quanto è cazzuta. Ecco perché siamo amici, ecco perché funzioniamo noi due.
Candice sgrana gli occhi incredula per le parole di Isabel. Tutti parlano, ma al nostro tavolo cala il silenzio.
Julia sembra in imbarazzo ma noto la sua stretta sulla mano di Isabel e il lieve sorriso che le regala, dopo che Candice concentra la sua attenzione sul menù, senza aver le palle di rispondere.
Tuttavia, Julia continua a sembrare a disagio. Le afferro la mano e la stringo, né forte, né piano, la stringo quanto basta per farle capire che nessuno la toccherà oltre me. Nessuno.
Lancio uno sguardo esplicito a Candice che intanto se la ride.

"Beh è il mio turno" Meredith prova a dire qualcosa, ma non sembra cambiare l'atmosfera. Ok, sì, la cambia perché tutti la incitano e l'attenzione si concentra su altro. Ma io continuo ad essere incazzato nero.
La mia testa riesce solo a pensare a quanto Candice sia subdola e i miei occhi riescono solo a seguire l'esile figura di Meredith muoversi per il locale e dirigersi sul palco.
Bella come sempre, raggiante come sempre, vera come sempre. Aver saputo del suo passato non mi ha fatto cambiare idea sulla sua persona o su qualsiasi cosa abbia mai provato per lei, anzi. Sapere quanto è stata forte, anche dopo la morte della madre, se è possibile ha accentuato i miei sentimenti.
La chioma castana si siede sul solito sgabello e dopo un semplice "Buona sera a tutti" e un sorrisino, inizia ad intonare "The Power of Love" di Gabrielle Aplin. Una canzone che detesto ma che lei, come in qualsiasi altra cosa, mi fa adorare.

La piccola e dolcissima voce di Meredith si introduce piano nella mia testa, mi culla come una dolce ninnananna.
E' al tempo stesso piacere e dolore. Quasi come un chiodo fisso battuto ripetutamente, e in un attimo sono sotto la pioggia, in un bosco, a baciare quelle labbra che ho bramato così a lungo, come un animale fa con la sua preda.
In un attimo sono di nuovo lì, con lei tra le mie braccia. Con lei e l'oceano ai nostri piedi.
In un attimo sono di nuovo davanti a quegli occhi verdi così vuoti, così persi, che chiedono solo sincerità. Che chiedono solo amore. E sono di nuovo nella merda. E prendo ancora una volta la scelta sbagliata.
E intanto la sua voce continua ad avvolgermi nei ricordi che custodisco segretamente, nel caso lei voglia tornare. E vorrei così tanto urlare "Sono così innamorato di te", come canta. Ma lei guarda Mark, e Mark le sorride fiero. Cosa ci faccio qui?

"Sei stata magnifica" Mark avvolge Meredith tra quelle cazzo di braccia muscolose ed io vorrei spaccare il tavolo in due. Non riesco a tollerarlo. Ma, non so come, riesco a stare calmo.
Riesco a fingere. Se lei ha finto per tutto quel tempo, posso riuscirci anche io. Sono un uomo, cazzo.

"Complimenti" le dico una volta che si accomoda nuovamente al tavolo. Non mi sfugge la sua espressione sorpresa, come quella della maggior parte di chi ci sta ascoltando. Ma so fingere. Posso farlo anche io!

"Ti ringrazio, Liam." Risponde a mezzo sorriso. E così, mezzo rotto, continuo una serata del cazzo.

Alla fine dopo un'oretta invio un messaggio a Julia, nonostante stia accanto a me, e le chiedo se le va di andare a fare due passi perché ormai starsene lì con sbaciucchiamenti e tanto amore non aveva più senso.
Julia, pazientemente, mi ha risposto di sì.

Così ora ce ne stiamo, ancora una volta, sulla solita panchina, con la luna piena che si riflette sull'acqua calma, totalmente in contrasto con i miei sentimenti, con il mio cuore che combatte per uscirmi dal petto e no, ora non è per Meredith avvinghiata a Mark, ma perché Julia è così bella e così dolce e così buona... che, nonostante le abbia rivolto a stento la parola questa sera, ha accettato il mio invito una volta in auto. Ormai questo è il nostro posto. Non potrebbe essere diversamente. Non potrebbe esserci nessun altro qui accanto a me.

"Come... ti è sembrata la serata?" chiedo, accendendo una sigaretta. Julia estrae il suo blocchetto, la sua penna nera e scrive. Si avvicina timidamente, in modo tale che io possa leggere contemporaneamente senza problemi. Ma c'è qualcosa di diverso, in lei. E' molto più silenziosa del solito.
E ora mi direte, ma non parla, come può essere ancora più silenziosa? Ecco, non mi sorride. I suoi occhi non cercano i miei e questo mi fa impazzire. Ho bisogno di quelle iridi blu notte.

"Mh... strana. Posso farti una domanda?" mi fermo a "strana", perchédirmi se posso farmi una domanda da solo è bizzarro e comunque immagino già cosa voglia chiedermi. E la cosa peggiore è che non c'è risposta a niente di tutto quello che frulla nella testa della mia bellissima Julia.
Annuisco, perché se apro bocca temo di urlare.

"Meredith è una tua ex? O qualcosa del genere?"
Lo sapevo. E come glielo spiego, ora, un anno e mezzo di bugie e sotterfugi perché ero troppo un cazzone per prendere l'unica scelta che in realtà volevo? Come spiego che ho rinunciato all'amore della mia vita? Che ho lasciato che sfuggisse via dalle mie mani e corresse in quelle di un altro, molto più grandi delle mie, molto più forti delle mie, molto più vere delle mie.

"Sì, ma ormai è cosa finita." Le dico, gettando quasi metà sigaretta ai miei piedi. "Vieni qui" le dico ancora, attirandola piano a me. Non ho intenzione di parlare di Meredith, di Mark, di Victoria o di qualsiasi altra cazzata comprenda la mia vita. Voglio solo toccare la sua pelle. Voglio solo annusare il suo odore. Voglio solo sentirmi bene.
Voglio solo baciarla.
Al mio tocco sussulta piano, ma si lascia stringere nel mio abbraccio.
Tutto intorno a noi tace. Nessuna auto, nessun vecchietto che porta a passeggio il suo cane, nessun bambino che urla felice. Soltanto il rumore dei nostri cuori. Perché lo sento. Lo sento il suo cuore che va alla stessa velocità del mio e non so a cosa mi porterà tutto questo, ma so che desidero le sue labbra più di quanto possa desiderare l'acqua nel deserto del sahara, più di quanto possa desiderare del cibo dopo un giorno digiuno, più di quanto possa desiderare di spaccare la faccia a Mark, dopo che ha stretto Meredith.
La sua mano chiara si poggia piano sul mio ginocchio, così come al locale, la passione si risveglia in me, con la sola differenza che ora non riesco a trattenermi. L'afferro piano per il mento e la volto verso di me. E, ancora una volta, non sono io a fare il primo passo ma siamo assieme. Così come se fossimo collegati, i suoi occhi si chiudono allo stesso momento dei miei. Le sue labbra si avvicinano alla stessa velocità della mia e in un attimo sono in paradiso.
Le sue labbra sono qualcosa di inumano. E' indescrivibile.
Pensate alla cosa più bella della vostra vita, qualcosa che al solo pensiero vi fa sciogliere, ecco... moltiplicatelo, triplicatelo, perché un suo bacio è imparagonabile. E' passione paura. Non parla, eppure la sua lingua che danza a ritmo con la mia, sembra raccontare storie che solo loro possono capire, che per qualche assurdo motivo, a me non è concesso sapere. Non ancora.

E la bacio ancora per una, due, tre volte, fino a quando, senza fiato, indica il suo orologio. E in effetti sono le due e domani abbiamo lezione. Ma giuro che staccarsi da lei è impossibile.

"Ok" borbotto, ma le afferro il viso per rubarle un altro bacio. Questo la fa divertire e così faccio altre quattro\cinque volte fino a quando non siamo in auto. Vederla sorridere mi rilassa. Vederla sorridere mi fa sorridere. Vederla sorridere mi rende... felice.
Non so cosa mi fa, ma so che ne voglio di più, sempre di più, e se non fosse così com'è, so che non mi piacerebbe. E' proprio questa sua timidezza che nei momenti giusti scompare, che la rende tremendamente sexy. E' quel sorriso che fa quando si imbarazza e quelle cazzo di labbra rosse. Prima o poi le chiederò il trucco, perché è impossibile.
E poi quegli occhi... credo che siano una delle cose che noti subito non appena la guardi. Quelli, le labbra rosse e quei capelli così biondi e così ricci e così.... Non lo so. So solo che c'è da perdere la testa.

Il solito blocchetto si inserisce lento nella mia visuale. Ero così preso dal pensare a Julia che non mi sono reso conto che stesse scrivendo.

"Adoro quel ciondolo! Cosa significa?" nel frattempo lei sorride ed indica il ciondolo che pende dal mio collo.

Sospiro piano, rifletto, ma rispondo. "E' il simbolo del sostegno donough, è un simbolo celtico." Prendo una pausa, e poi continuo. "Le frecce che indicano verso l'esterno rappresentano la crescita, mentre quelle che indicano verso l'interno rappresentano la stabilità. E' un simbolo di protezione dai mali esterni."

Non le posso raccontare anche l'altra parte.
Non le posso raccontare la verità. Non posso raccontarle che era solo ed unicamente per Meredith e che mi ha odiato così tanto da restituirmelo.
Non posso raccontarle che sono stato così meschino che, una volta restituito, Meredith credeva che l'unica cosa da cui dovessi proteggerla era me stesso. Perché ero io un male esterno.
Non glielo racconto, questo.
Sorrido quando scrive "Lo adoro." E lo rimetto nella maglia, dove di solito si nasconde.
Non glielo racconto che sono un male e che dovrebbe scappare da me, perché sono troppo egoista per farlo.

U{

IF YOU WANT ME, COME GET ME.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora