CAPITOLO 3 - LIAM

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"E, per quanto riguarda voi, trovo che sia molto stupido e profondamente volgare vedere e giudicare l'animo di un uomo così come voi fate con Ippolìt. Non avete nessuna delicatezza. Pare che esista una verità unica, e questo è ingiusto."
(Fëdor Dostoevskij )


Ho appena terminato il mio solito allenamento. E' rigenerante starmene lì in campo e dare il 100% di me stesso. Mi sono tenuto in forma tutta l'estate ma qui in campo è tutta un'altra storia.
Adesso aspetto Izzy per andare a mangiare un boccone al solito locale. Mi ha chiesto cosa avrei fatto stasera e la mia risposta è stata immediatamente "Nulla, e se ci mangiassimo una buona pizza?" poiché l'alternativa sarebbe stata quella di cenare con gli altri, dove avrei visto Meredith e Mark e le loro effusioni inutili e col cazzo.
Mentre aspetto la mia nuova "amica", non riesco a togliermi dalla testa quella biondina che per l'ennesima volta è fuggita via senza presentarsi. E se la prima volta ho pensato che si sentisse a disagio, che la seconda non le andasse, adesso credo davvero che sia fuggita via. Solo che non ne capisco il motivo. Non so cosa le abbia fatto, ma in qualche modo sembra odiarmi e in parte questa cosa mi intriga. Il punto è che le cose che mi intrigano non portano mai a nulla di buono ma, anzi, se è possibile, mi portano al peggio del peggio e dopo l'ultima esperienza non credo sia il caso.

"Hey bell'imbusto" super sexy Isabel mi raggiunge "A cosa pensavi" chiede, mentre le apro la portiera, giusto per sembrare un bravo ragazzo ma tanto sappiamo entrambi che non è così, che non lo sono e che la mia intenzione non è di certo di diventare il suo migliore amico per sempre. Ma fingiamo per un attimo che io non abbia secondi fini e che io sia davvero così buono, fingiamo come sempre.
Liquido la domanda con un gesto della mano e una volta in auto dirotto la meta perché so che al locale potrebbe esserci ancora qualcuno dei miei amici e non mi va di dover spiegare il mio rapporto con Isabel, perché in realtà non lo capisco neanche io.

In auto Isabel maneggia lo stereo, decide cosa ascoltare, quando aprire i finestrini e quando chiuderli e mi ha fatto venire un gran mal di testa sentirla parlare delle sue lezioni e di tutte quelle cose che non capisco, ma mi è piaciuto. Mi è sembrato "normale" e forse ho bisogno di un po' di normalità.

"Indovina chi frequenta la mia stessa classe di chimica" le dico. Isabel sorseggia dell'ottimo vino rosso perché, preda o non preda – questo devo ancora deciderlo– deve avere comunque il meglio.
Il suo sguardo si fa misto a curiosità ed eccitazione.

"Chi? Chi?" chiede felice, quasi come se le stessi per dire qualcosa di estremamente importante. Le ragazze, si entusiasmano per nulla.

"La biondina, quella strana." Addento un bel pezzo di bistecca e poi riprendo."Le ho chiesto se avesse finito con le lezioni e poi mi sono presentato, e lei?" Rido. "E' andata via senza rispondermi. Insomma, ma è pazza?" Izzy scoppia a ridere e scuote il capo.

"Direi che è veramente strana quella ragazza, non so cos abbia ma ha sicuramente dei seri problemi con le persone" ridacchia ancora.

"Mi chiedo se abbia fatto amicizia con qualcuno" Isabel, che continua a sorseggiare il suo vino, mi guarda con aria sospetta. Porta le mani al mento e lo accarezza come se ci fosse della barba, per intendere che sta pensando.Questo mi fa ridere e non posso nasconderlo, così le rido in faccia.

"Perché t'importa?" chiede divertita e curiosa, si porta un pezzo di pane alla bocca e anche in questo è estremamente sexy.
Sinceramente non so perché mi interessa, mi interessa? Non lo so.

"Non m'interessa, l'ho detto per dire" liquido ancora una volta il discorso con un gesto della mano ma Izzy non sembra mollare la presa.

"A me sembra che a te importi" fa uno sguardo del tipo "so che è così" e un sorrisetto niente male, come tutto il resto d'altronde. Io non rispondo perché non saprei che dire, non credo sia così e non credo mi importerà mai. Se mi importasse sarebbe solo per portarmela a letto ma a quanto pare la ragazza è troppo difficile e allora perché complicarmi la vita quando posso avere ciò che voglio non appena mi volto? Basta uno schiocco di dita ed ho tutto ciò che desidero. Non è per presunzione, ma so che è così.
Cerco di spostare l'attenzione su altro e così le pongo una domanda a caso.

IF YOU WANT ME, COME GET ME.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora