CAPITOLO 13 - JULIA

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"Solo chi ha necessità di un tocco delicato, sa toccare con delicatezza."

(Hermann Hesse )


    Alla fine cado altre tre o quattro volte ma arrivo alla termine del percorso. Molto molto tempo dopo al bambino coi capelli rossi che all'uscita ci aspettava trionfante a braccia conserte e un sorriso stampato in volto. Liam ha gentilmente spiegato ai genitori di questa strana "sfida" e si è offerto gentilmente di comprare il gelato.
A me ha detto di no. Esatto, ha categoricamente detto di no per non "rovinarci la festa", ha sostenuto. Ed io ho così tanta voglia di questo gelato che spero ne valga davvero la pena.

"Ok, sei pronta?" mi chiede entusiasta. Afferro il cellullare dalla borsa e gli invio un messaggio.

"Non aspetto altro." Liam non risponde, semplicemente sorride.
E... ragazzi, sorrido anch'io quando vedo il posto. Un lusso sfrenato che quasi mi pento di non aver indossato delle scarpe più alte. E' per questo motivo che sciolgo i due codini di fretta e scuoto velocemente i capelli prima di accomodarci.
Tutto il ristorante è arredato in maniera impeccabile, con sedie che a momenti costano più del dormitorio in cui alloggio. Il pavimento è grigio e tutto il ristorante si caratterizza da un colore marroncino tenue, assolutamente chic ed elegante. Ma non è questa la cosa più bella. La cosa più bella è l'esterno. Puoi mangiare fuori con il mare esattamente accanto a te e... credo di svenire.
Liam mi ha chiesto dove preferissi e, ovviamente, quando mi ha chiesto se mi andasse di mangiare fuori ho annuito in modo più espressivo che potessi. Certo. Cazzo, certo che voglio. Non posso crederci. Adoro. Adoro infinitamente questo posto.

"Spero ti piaccia" ammette incerto. Cavolo, lo chiede anche? Annuisco ancora una volta, sorridendolo come solo a lui posso. E' tutto così bello e così nuovo e io mi sento così bene che non mi sembra vero.
Annuisco e srotolo il tovagliolo sulle gambe. Si fa così, giusto? Qui tutti lo fanno, quindi presumo sia la cosa giusta da fare.
In realtà vedo bere anche tanto vino e spero davvero che Liam non abbia voglia di seguirli o, se proprio vuole, non affidi a me la scelta. Non ho mai bevuto vino nella mai vita, non so neanche se il sapore mi piace, diamine.

"Buonasera signori, volete ordinare?" un uomo sulla cinquantina, vestito in modo impeccabile, si presenta con un aggeggio elettronico e capsico che l'ordinazione, qui, non viene fatta con della semplice carta e penna.
Osservo Liam un po' allarmata ma non ho bisogno di fare altro perché annuisce piano e si rivolge al cameriere pinguino.

"Può ripassare tra qualche minuto? Non siamo ancora riusciti a scegliere." E in effetti è vero, io non ho neanche aperto il menù ma Liam sì. Ero così impegnata dal guardarmi attorno e sentirmi un pesce fuor d'acqua che mi sono completamente scordata del motivo per cui sono qui: mangiare.

"Ma certo, mi perdoni. Vuole iniziare a scegliere il vino?" oh cazzo. Non chiedete a me. Non chiedete a me. Non chiedete a me.
Liam annuisce ed io lo imito. Non chiedete a me, vi supplico.

"Il migliore." Aggiunge Liam. Eh, certo. Il migliore. Come se io sapessi distinguerne la differenza con uno schifoso.
Il cameriere annuisce felice, probabilmente consapevole che costerà un bel po' di denaro. E mi auguro davvero che mi piaccia, cazzo.

"Che ne dice di un Champagne Dom Pérignon Rosé Vintage?"

AH???? Cosa? Dio mio, è francese. Liam mi osserva come a chiedere "Ti va bene?" e che cazzo ne so, non ho mai bevuto vino io. Forse se fingo indifferenza sceglierà da solo.
Mi guardo intorno arricciando le labbra, perché devo fare qualcosa o morirò per il panico che a momenti mi assale.

"Julia?" Oh cazzo. Ma non vedi che sono impegnata ad osservare il nulla? Insomma, un po' di rispetto.
Al mio nome sobbalzo e porto lo sguardo su di lui. E cosa posso fare? Annuisco. Se il cameriere dice che è il migliore allora sarà sicuramente così, giusto? Vi prego, pregate che sia così.


Ed è così. Forse anche troppo. Perché in attesa delle pietanze ero già al secondo bicchiere, a stomaco vuoto e, ragazzi, ho appena realizzato che reggo benissimo l'alcol. Almeno credo. Per ora ho solamente lo stomaco pieno di aragosta alla thermidor e il tanto atteso gelato. Non sono riuscita a prendere altro perché, davvero, il piatto era più grande della mia faccia.
Liam si è comportato come un gentiluomo, ha preteso di pagare il conto e questo mi mette così in imbarazzo. Sono una donna indipendente, posso pagarmi da sola! Il punto è che è abbastanza difficile farsi valere se non si parla e poi... diciamo che non mi è dispiaciuto così tanto, dato il conto salatissimo. Salatissimo! Ma a Liam non è sembrato un problema.

Ora siamo in auto da quasi mezz'ora e non ha intenzione di dirmi dove siamo diretti ed è difficile tirare ad indovinare se non sei di queste parti. Mi ha ripetuto che mi piacerà o che, almeno a lui, fa impazzire. Quindi presumo sia un bel posto e... e mi sento così bene. L'ho già detto, giusto? Mi sento bene. Mi sento così bene che mi sembra quasi di non aver vissuto tutto quello che è successo nell'ultimo anno e mezzo. Mi sembra quasi che tutto sia solo un ricordo ed io possa finalmente andare avanti.

"Siamo arrivati" mi avvisa entusiasta. Si slaccia la cintura e mi regala il suo meraviglioso sorriso, l'ennesimo da questo pomeriggio. Dio, sento che posso anche svenire.
Siamo di fronte ad una spiaggia, con il mare e la luna piena. Cazzo, io adoro la luna piena e, diamine, oggi è tutto così perfetto. Anche il cielo sembra dalla nostra parte, pieno di stelle e pieno di luce. Quasi a dirci "Sperate, ragazzi. Sperate." E non so in cosa dovrei sperare, perché è già tutto grandioso così.
Mi affretto - così come ho fatto anche nelle due volte precedenti in questo giorno - ad uscire prima che arrivi lui ad aprirmi la portiera perché questo farebbe presupporre che è un appuntamento, o comunque sembrerebbe un appuntamento. O magari dimostrerebbe solamente che è un gentiluomo, ma che dico... ormai tutti fa presupporre che è un cazzo di appuntamento.

"Ti avrei aperto io, riccioli d'oro." Dice sorridendo e strizzando un occhio. Io mi limito a fare spallucce e liquido la faccenda con un sorrisino innocuo. Lo sapevo!
Nel frattempo Liam si dirige verso il retro dell'auto, dopo qualche secondo riappare con due cuscini ed uno zaino. Ok, questo è bizzarro. E questo credo lo abbia capito anche lui perché scoppia a ridere.

"Stai tranquilla, serve per la spiaggia." Spiega divertito. Mi dirige verso il mare sfiorandomi appena il braccio. Non so come, ma ha capito che odio essere toccata. Lo odio profondamente perché mi ricorda il tocco Cole, ed io non voglio ricordarlo. Non voglio poter ricordare Cole in un momento così bello con qualcuno che non usa cattiveria con me. Non voglio.
Liam apre il suo zaino, che più che zaino mi ricorda una valigia, estrae un telo azzurro, quasi nel blu, come quello del mare. Poggia poi i due cuscini e tira fuori una coperta piccola, sufficiente a coprire le gambe. Beh, le mie sicuramente... le sue ho qualche dubbio.
Noto il suo sguardo incerto, in cerca di una mia qualche reazione ma in realtà sono paralizzata di fronte a tutta questa accortezza e non saprei dire se in senso positivo o negativo, so solo che non riesco a muovermi.
Non ci riesco eppure quando mi fa segno di sedermi accanto a lui, le mie gambe si muovono da sole, così come i miei occhi che non fanno che fissare il suo profilo perfetto. Osserva la luna e le stellw ed io, invece, mi limito ad osservare come la luce lo incornicia perfettamente. Come, con la luce della luna, i suoi occhi brillino ancora di più.
Girati, Julia. Girati. Girati. Girati.

"Tutto ok?" domanda stranito. Mi volto in fretta, sperando non mi abbia colto in procinto di sbavare.
Il vento soffia leggero e fa rabbrividire leggermente le mie gambe scoperte. Prenderei la coperta, se avessi un po' più di coraggio... ma sono pietrificata, questa volta davvero.

"Ho capito che ti piace il mare e... niente, volevo che lo guardassi con questa luna magnifica. Così possiamo fantasticare sui nostri sosia dall'altra parte del mondo, o in un altro universo." Ridacchia. Io faccio lo stesso, ma quello che faccio è sorridergli di vero cuore. E' tutto così perfetto...

"Credi che l'altro Liam sia carino quanto me, stasera?" dice, aggiustandosi il colletto della giacca. Ed io gli direi no, Liam. Assolutamente no. Nessuno sarà mai così affascinante e travolgente come te. E l'odore... oddio. Che odore che emana. Ma starò zitta, come sempre.
Ma giuro, l'odore è micidiale. Mi verrebbe voglia di catturarlo in un barattolo di vetro per poterlo sniffare in sua assenza.
Sto diventando pazza.

Afferro il blocchetto dalla borsa e scrivo velocemente, mentre lui legge contemporaneamente.

"Ne dubito.
Tu non sei così carino."
Ridacchio mentre lui si porta una mano al petto e spalancando la bocca, quasi come se ne fosse completamente sconvolto.

"Come osi, strega." Finge, l'offeso. Ridacchio ancora e poi, come mi accade ogni volta con lui, finisco per fare qualcosa di assolutamente imprevedibile e di estremamente stupido. Scrivo e lui legge immediatamente.

"E l'altra Julia, allora? Sarà sempre la stessa? E poi non avevamo detto che avrebbero potuto avere benissimo altri nomi?" ridacchia all'ultima frase.

"Sì, giusto." Smette all'istante di ridere quando i miei occhi incontrano suoi, penetranti e così veri che vorrei mettermi ad urlare. "Credo che quella ragazza, di là, nell'altro universo, si stia crogiolando nei suoi pensieri. Perché le piace tanto pensare tanto da non rendersi conto che lui si perde completamente nelle sue iridi nere..." la sua voce è lenta, un bisbiglio che solo io posso riuscire a sentire, da così vicino. E sono sicura che le mie, di iridi, stiano urlando pietà.
"Credo che l'altra ragazza, di là, nell'altro universo..." sospira sorridendo e scuotendo il capo "Non abbia idea di che effetto faccia a chi sta intorno. Non ha idea della forza dei suoi occhi o di se stessa." Mi imprigiona in quegli occhi blu "Non lo sa." Scuote il capo.
"Ma sono sicuro che l'altra Julia, o qualsiasi sia il suo nome, non sarà mai paragonabile a quella che io ho ora davanti ai miei occhi. Perché questi occhi blu, come il mare, non saranno paragonabili mai a nient'altro." Prima ho detto di essere pietrificata? Ora sono totalmente paralizzata. L'unica cosa a muoversi è il mio cuore, che a momenti minaccia di uscire.
Sorrido. L'unica cosa che riesco a fare, è sorridere. E' lecito sorridere, giusto? Oddio vi prego, fa che non mi baci. Fa che non mi baci. Aspettate, lo voglio? Certo che lo voglio, cazzo.

"Gli occhi più veri al mondo." Sussurra piano. I suoi, di occhi, mi parlano così chiaramente. Mi dicono di fidarmi. Mi dicono di tentare.
Lentamente, ancora troppo lentamente, si avvicina a me. "Devi fermarmi, se non vuoi che prosegua" sussurra piano, a qualche centimetro dalle mie labbra. Voglio che si fermi? Non lo so. Non so più niente. E allora perché non scuoto la testa? Forza Julia, scuotila. Scuoti questa cazzo di testa.
E no, invece sospiro. Più che un sospiro sembra una richiesta di sbranarmi viva. Sembrerò disperata. Insomma, Julia, cosa cavolo ti ci vuole a scuotere la testa? E' la prima cosa che hai imparato, cazzo.

"Al diavolo" sussurra per poi avventarsi sulle mie labbra. No, no, è sbagliato. Perché è lui a dire a diavolo ma sono io ad andargli in contro. Ci avviciniamo alla stessa velocità, con la stessa tensione e la stessa voglia di assaporare le labbra dell'altro. E non mi lascio cogliere impreparata quando, delicatamente, mi invita a schiudere le labbra.
Il suo sapore è esattamente come me lo immaginavo e no, non sa di primavera o di ciliegie, il suo sapore è indescrivibile.
Lentamente, con tanta attenzione, avvicina una mano al mio viso, mentre l'altra vaga tra i miei capelli e anche in questo è meraviglioso. Non capisco come, non capisco in che modo ci sia riuscito, ma ha perfettamente compreso che odio essere toccata. Ciò che non ha ancora compreso è che questo non vale se c'è lui di mezzo. Con lui si annullano tutti i miei timori, tutti i ricordi, tutto il dolore. Con lui riesco a tornare viva.

Prende un attimo di respiro e appoggia la sua fronte alla mia "Dimmi che non devo fermarm..." mormora appena, ma io non lo lascio continuare. No, Liam, non devi assolutamente fermarti. Porto le mie mani ai lati delle sue guance e lo attiro a me. Premere le mie labbra sulle sue è meglio di qualsiasi altra cosa abbia mai fatto in vita mia e spero che il mio cuore non decida di abbandonarmi proprio ora perché non potrei sopportarlo. Non so da qualche parte di me nasce questa audacia, forse dai tre bicchieri di vino, non saprei. Ma so che ho intenzione di godermi questo momento fino in fondo, anche se domani non esisterò più per lui, mi va bene comunque. Ciò che conta, ora, è solamente ora. E ora è così perfetto con lui accanto.

"Esattamente come me lo aspettavo." Sussurra sorridendo contro la mia pelle. Non parlo. Non posso. Non ci riesco e soprattutto non ne vale la pena se domani lui ritornerà ad essere lo stronzo di turno. Ma so anche che scrivere su un blocchetto "Ah grazie" o qualsiasi altra cosa, rovinerebbe la bellissima atmosfera.
Quindi mi limito a sorridere e a stendermi appoggiando la testa su uno dei due cuscini. Liam mi imita, allunga un braccio sotto il mio collo e, neanche questo, non mi spaventa. Anzi, mi sento così protetta che quasi mi avvicinerei di più. Quasi. Ma non lo faccio.
A lui non sembra disturbare il fatto che io resti in silenzio o il fatto che preferisca stendermi piuttosto che, quantomeno, annuire a quanto detto.
Continua a parlucchiare di altri mondi, a fare battute e a divertirmi come solo lui sa fare. Ed è in questo momento che ricordo che noi abbiamo anche un altro modo per comunicare, tutto nostro.
Con la mano mi avvicino al suo petto e scrivo solo due parole.

"Anche io."

Mi volto di lato, in modo tale da poterlo guardare meglio. Resta per un po' in silenzio, chiedendosi probabilmente a cosa io mi stia riferendo.

"Anche per te è stato come te lo aspettavi?" E anche stavolta, mi comprende. Liam mi comprende. Sembra sapere sempre tutto, come se fossimo uniti da un filo impercettibile che in qualche modo gli permette di entrare in me e leggere tutte le risposte. E se così fosse, potrei scansarmi l'inevitabile domanda che prima o poi sorgerà anche a lui: perché non parlo.
Perché è successo troppo. Perché è successo così tanto che avrei dovuto urlare allora, e non adesso.
Perché adesso farebbe troppo male.
Adesso mi ricorderebbe la voce che non ho usato per urlare aiuto quando Cole mi maltrattava, quando Cole ha provato ad uccidermi.

IF YOU WANT ME, COME GET ME.On viuen les histories. Descobreix ara