9- Landon

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E' ormai sera, esco da quell'ospedale distrutto moralmente. Non credevo esistesse questo mondo di sofferenza e non pensavo che un bambino di cinque anni ne potesse essere il protagonista. Penso all'aggressione del Signore Antonio e sono stufo di supplicare le persone e convincerle della mia innocenza...Penso a mia sorella... Non è una bambina fortunata, non ha mai trascorso una bella infanzia, ma ciò che accade a Leo è inspiegabile a parole.

Non c'è mai fine a peggio nella vita. La mia collera si trasforma ripetutamente in rabbia, non mi va di rientrare in casa così adirato. Decido di allenarmi un po' col sacco appeso nel cortile della mia palestra. Il cancello è chiuso, ma non è la prima volta che scavalco. E' buio, non c'è nessuno e la cosa non mi dispiace affatto. Inizio a prendere a pugni il sacco e il mio ritmo diventa sempre più veloce. Le nocche iniziano ad insanguinarsi ma non è niente a confronto del dolore che c'è al mondo, dentro me.

Il piccolo Leo ce l'ha fatta. Ho capito che i problemi nella vita sono ben altro, quello che non hanno capito i miei genitori. C'è gente che combatte contro un cancro e loro stanno a litigare, senza divorziare, facendo regnare l'inferno in quella casa. Continuo a piantare pugni, calci, mi sfogo...

<< Chi va la! >> Sento il mio maestro urlare, ma non mi fermo, se viene qui gli do le altre.
<< Landon che ci fai a quest'ora? >> Non mi volto, continuo a lottare contro il sacco nero.
<< Landon... che ti è successo? Cos'hai? >> Chiede. Questo uomo è bipolare: oggi pomeriggio mi ha rotto le palle, mi ha chiamato vigliacco e ora sembra essere calmo e docile... Mi tocca una spalla e mi giro di scatto.
<< Non toccarmi, chiaro?? Non sto disturbando nessuno, ma se così fosse vado via e mi scuso.>> Il maestro mi guarda sconvolto << Quanta rabbia hai dentro ragazzo... so quanto si soffre nella vita, questa è una maledetta puttana, ma lotta, lotta finchè puoi, non arrenderti! >> Mi incoraggia e si allontana. Noto come mi guarda da dentro il suo stanzino mentre mangia un panino. Saranno passate ore da quando ho iniziato ad allenarmi, sto ancora qui, non mi sento più le dita delle mani, sono tutte spaccate.

Il maestro mi raggiunge << E' tardi, non dovresti tornare a casa? >>
<< Ancora un altro po' >> Sono più calmo, ma più stanco, così blocco il sacco con le braccia e mi asciugo la fronte con la maglietta.
<< Landon... devi sapere che oggi non ti ho trattato così di propostio... >> Inizia. Rimango zitto, ascoltando e sedendomi a terra con le spalle contro il muro e lo sguardo rivolto verso il cielo ad osservare le stelle
<< Per me sei come un figlio... da quando hai 13 anni, quando hai varcato quella soglia, con quel viso da ragazzo vissuto e duro. Anche se non hai mai parlato dei tuoi problemi li ho sempre saputi e capiti. >>

Chiudo gli occhi ripensando a tutto il mio passato, alle botte che ho subito da parte di mio padre e al modo sbagliato che hanno avuto i miei genitori di crescermi. << Tu non sai un cazzo di me...>> Dico, presuntuoso.
<< Io so tutto di te... ragazzo! >> Ribatte il maestro.<< So quanto sei sensibile, ma fai il duro, lo vedo da come tratti tua sorella... da come ti sei sempre preso cura di lei. >>
<< Non nominarla neanche!! >> Nessuno deve parlare di me e soprattutto di Flam, di come siamo cresciuti.
<< No, volevo solo ricordarti quanto le vuoi bene... E lei ha solo te. >>

Abbasso lo sguardo verso terra... ha ragione. A volte vorrei piangere per sfogarmi, ma le mie lacrime si ribellano.
<< Landon... devo chiederti di non partecipare a quella gara. >>
Mi giro di scatto. << Ma io voglio partecipare!! Mi hanno rubato quella coppa che... avevo promesso a mia sorella. >> Dico quest'ultima frase quasi sussurrando imbarazzato.
<< Non sai chi sono loro... Comprale una coppa finta a tua sorella, si accontenterà. E' solo una bambina, l'avrà pure scordato! >>
Sorrido sarcastico << Mia sorella non scorda nulla e poi... non ho paura, voglio gareggiare lo stesso! >>
Il maestro non insiste. << Sei pure orgoglioso eh! Allora allenati duramente tutti i giorni e partecipa ai piccoli tornei per migliorare. >>
<< Lo farò. >>

Si alza e si incammina andando via, lo guardo: è proprio vero... mi ha sempre trattato come un figlio. << Maestro... >> urlo, richiamando la sua attenzione. << Grazie. >> Si volta e mi sorride, soddisfatto.

Riapro la porta di casa, finalmente sono calmo. Flam Sicuramente starà dormendo nel mio letto, come sempre, aspettando il mio ritorno.
<< Landon!! >> Mi sento chiamare da quella voce dolcissima. E' sveglia per fortuna.
<< Flam! Vieni qui! >> Si incammina correndo verso di me, facendo cadere le sue ciabattine. La abbraccio stretto e non so per quale assurdo motivo penso a quel bambino... Leo. Ma dove sono i suoi genitori?
<< Ma perché non sei mai a casa ultimamente? Mi annoio sola e poi... >> Abbassa il faccino triste.
<< E poi...? >> La incito a continuare. Una lacrima va giù, abbracciandomi ancora più forte. << Flam, che è successo? >>
<< Oggi papà e mamma hanno litigato di brutto... E lei piangeva forte... Mi sei mancato, Landon, avevo tanta paura. >>
So già la storia: il bastardo avrà rialzato per l'ennesima volta le mani a quella fottuta donna isterica. Non chiedo altro, continuo ad abbracciare mia sorella e poi chiedo: << Li hai fatti i compiti? >>
Fa segno di no con la testa. << Ancora matematica... >> Risponde, colpevole.
<< Allora diamoci sotto, che dici? >>
Flam corre a prendere i quaderni e ci sediamo nella scrivania della sua stanzetta. Iniziamo svolgendo le divisioni più semplici per poi, in breve tempo, passare a quelle più complicate.
<< No, Flam, questo numero 4 lo devi scrivere sotto questa colonna... >> Gliela indico.
<< Perchè hai le mani sanguinanti? Ti sei allenato? >> Chiede un po' preoccupata.
<< Sì, ci saranno altre gare a breve... >>
<< Non mi piace che gli altri ti facciano del male, lo so che non sei caduto quando ti sei fatto male alle costole... Sarò pure piccola, ma non scema! >> Rido nel sentire quelle parole.
Le accarezzo la testa. << Sei incredibile, Flam! >>

<< Quando torneremo al parco insieme? Magari riincontro quella ragazza carina, Katie

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<< Quando torneremo al parco insieme? Magari riincontro quella ragazza carina, Katie. >> Esclama con gioia mettendo punto all'ultima divisione.

Katie... un pensiero fisso nella testa, era così tenera, tra le mie braccia... Come vorrei sapesse davvero che sono innocente. Dopo quell'evento non mi spiego perchè ho sempre voglia di rivederla. La vita ci ferisce, tutti quanti. E non c'è modo di sottrarsi ai suoi colpi. Possiamo guarirci se ci curiamo a vicenda e questa sera sono riuscito a tranquillizzarla un po', tra le mie braccia. E... anche io, per un attimo, non ho pensato alla mia schifosa vita.
<< Vuoi davvero questo, Flam? >>
Annuisce. << Allora domani andremo al parco solo se finirai tutti i compiti e prenderai un bel voto in matematica. >> Rido, scherzando, ma lei interpreta le mie parole come una promessa.
<< Ci sto! >> Allunga la mano, come in segno di sfida.
<< Perfetto! >> Gliela stringo. Piccola Flam... ti porterei al parco anche se prendessi un 2 in matematica.
Continuiamo a studiare fin quando non finiscono tutte le divisioni e poi crolliamo assieme sul letto, lontani da questo mondo crudele.

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Ancora momenti teneri tra Leo e Flam. Parlo di loro con i cuoricini negli occhi! *__*
Svelato il perché il maestro ha trattato male Landon... Ma gli vuole un gran bene.


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