21- Katie

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Non ce l'ho fatta a non accettare il suo ennesimo invito. L'ho evitato una volta e quell'esperienza mi ha segnata dentro, lasciandomi un grande vuoto. Io voglio davvero bene a Landon, non posso lasciarlo andare, ma devo dirgli la verità, poi sta a lui decidere cosa fare di noi.

Sono in ospedale a fare alcune analisi di routine. Sono parecchio debole, oggi mi sono alzata con giramenti di testa e facevo fatica a reggermi in piedi. La dottoressa mi ha detto che sto mantenendo, ultimamente, la pressione bassa: dovrei mangiare di più. Mi fanno velocemente una flebo, ma il pensiero di vedere Landon pomeriggio mi fa rialzare velocemente dal letto.

Mi dirigo da Leo che gioca con la sua psp.
<< Pomeriggio sei prenotato! >> Dico, non appena il signor Antonio va via.
<< Andiamo dove siamo stati l'ultima volta? >> Esclama, sobbalzando felice dal letto.
<< Sssh, abbassa la voce, Leone! >>
<< Sono così felice! >> Mi abbraccia stretto stretto.
<< Ci sarà anche Flam, così potrete giocare insieme. >> Gli dico, rendendolo ancora più gioioso.

Guardare i suoi occhi brillare di felicità mi fa rabbrividire: riesco a donare un sorriso con poco e per me questo è davvero importante. E' pazzesco come sia io che Leo riusciamo a passare dall'essere malati all'essere attivi in un attimo. Il fatto è che quì dentro si impara a sopravvivere, si cresce col pensiero di essere diversi dagli altri, come se fossimo noi a scontare le pene dei peccatori. E' lecito chiedere inizialmente "perché a me?", ma poi ci si stufa di porsi queste domande... Bisogna conviverci e soprattutto non perdere mai la speranza e la gioia di continuare a vivere!

La giornata sembra non trascorrere mai, la voglia di uscire e vedere Landon è forte e anche Leo è piuttosto eccitato all'idea di riuscire dall'ospedale.

La frenesia è così forte che decidiamo di andare al parco prima dell'orario previsto.
<< Leo, andiamo! >> Mi sento un po' agitata, non vorrei che qualcuno ci scoprisse. Il piccolo mi raggiunge e sembra essere più coraggioso di me: non appena varchiamo la porta della sua stanza, con una corsa silenziosa si precipita subito fuori dall'ospedale.
<< E' tutto così eccitante! >> Esclama, ridendo.
<< Diciamo che lo è più per te, eh! >>

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Mentre aspettiamo Landon e Flam ci sdraiamo su una panca al parco a goderci il sole. Oggi c'è una bella giornata, anche se le temperature sono basse. Leo si gode il suo panorama ancora una volta, è tutto incappucciato, i suoi capelli rientrano tutti nel cappello e ciò mi rende un po' triste... Ricordo quando li portava lunghi: erano così belli... Tutta colpa della chemio.

Nel frattempo chiamo i miei genitori, una delle nostre chiamate sbrigative a causa delle loro poche ore libere

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Nel frattempo chiamo i miei genitori, una delle nostre chiamate sbrigative a causa delle loro poche ore libere. Ma mi consolo: manca un mese e li rivedrò.

Sobbalzo in aria quando la piccola Flam ci raggiunge correndo e ci saluta affettuosamente. Mi giro e noto che Landon è rimasto indietro e si incammina verso di noi con le mani in tasca. Ha sempre il suo giubbotto di pelle, ma non sente freddo?

Ho vissuto davveroWhere stories live. Discover now