17- Katie

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Quando la vita ti regala momenti inaspettati, con persone che non ti saresti mai aspettata di incontrare nella tua via, puoi solo pensare che qualcuno lassù ti stia facendo un regalo. Non so niente del destino, se esiste o meno, ma credo che io e Landon siamo stati destinati ad incontrarci.

Dopo la passeggiata al parco ho conosciuto un aspetto impensabile del suo carattere e soprattutto mi sono resa conto che non bisogna giudicare le persone all'apparenza. Se si è scontrosi col mondo c'è sempre un motivo: una delusione, sofferenza interiore, qualsiasi cosa che porta a comportarsi così, perché è proprio vero: "Nessuno nasce cattivo, è la vita a renderti tale."

Landon l'altro pomeriggio è stato veramente sensibile e profondo, è riuscito ad aprirsi con me, raccontandomi della sua vita. Ed io l'ho ascoltato per tutto il tempo perché è proprio di questo che aveva bisogno: di qualcuno che lo confortasse come nessuno ha mai fatto in passato!

Il problema si pone però... credo di essermi affezionata davvero a questo ragazzo e la situazione mi fa paura, ma sono così di buon umore!

Oggi Leo ha una seduta di chemio e gli avevo promesso che gli sarei stata accanto, come sempre. Ormai è un rito per lui e non ci fa più neanche caso, ma dentro di sé c'è sempre quella paura di stare male, di vomitare e avere un gran mal di testa e questo fa rattristire anche me.

<< Pronto, piccolo? >>
Leo annuisce e mi tiene la mano. Arriviamo in oncologia e inizia il solito preocedimento... La sedia, la flebo... Tutta una routine di cui non ci si può fare a meno, ma che si dovrebbe fare con un' anestesia totale per non far ricordare tutto questo orrore, anche se è medicalmente impossibile. Ma il messaggio è sempre lo stesso: non c'è nessuno che può mettersi dalla tua parte e accompagnarti; è necessario che tu, paziente, uno come molti, attivi le tue difese e diventi protagonista. Non basta nessun conforto del mondo, bisogna porsi nelle mani della sopravvivenza personale.

Cerco di tenere botta e per tutto il tempo leggo storie al povero Leo, giochiamo a UNO, parliamo di cartoni animati, ma quando la sofferenza arriva alle porte non hai più nulla da fare.
<< Katie, devo chiederti di uscire... >> Dice un'infermiera.
<< Ma... Leo sta male, vorrei stargli vicino. >> Protesto inutilmente mentre il piccolo continua a vomitare. Quando finirà questo inferno?

Non ricevo nessuna risposta, è intenta ad aiutare Leo e a ricomporlo, così decido che è il momento di andare via. Non ce la posso fare... ogni volta è sempre una lotta contro me stessa: cerco in tutti i modi di offrire un sorriso per tirare su il morale di Leo, ma dentro me vorrei gridare e piangere.

Il signor Antonio sarà andato via, ci diamo i turni, è giusto che vada a riposarsi durante il giorno. Entro nella stanza di Leo e noto che non è vuota: Landon... Oddio che emozione nel rivederlo inaspettatamente. Non posso fare altro che sorridere alla sua presenza e il cuore batte all'impazzata.
<< Che ci fai qui? >> Domando, sorpresa.
<< Volevo assicurarmi che andasse tutto bene a Leo... Era molto che non passavo a trovarlo. >> Dai suoi atteggiamenti sembra molto imbarazzo e... bugiardo. E' buffo, lo guardo curiosa attendendo la verità.
<< Ok, sono venuto per... vedere te. >>
E il mondo crolla. Mi sento mancare, arrossisco dall'imbarazzo e rimango immobile senza fiatare, combattuta tra la gioia e l'angoscia. Landon voleva vedere me? Ed io che ero convinta che non mi avrebbe mai adocchiata per via delle troppe differenze tra noi. Eppure... Quando mi ha sfiorato la mano, quando mi ha stretta tra le sue braccia, dopo quel pomeriggio insieme qualcosa in lui cambiò, non era più il ragazzo sgarbato che avevo conosciuto!

<< Volevo chiederti se vuoi venire al parco con me e Flam questo pomeriggio... avevo pensato di invitare anche Leo, ma a quanto pare non è possibile. >> Dice, ancora imbarazzato.
Di male in peggio! Non posso accettare... Non solo perché lui deve stare alla larga da me, ma poi c'è Leo che ha bisogno della mia presenza. Rifiuto l'invito e Landon va via. Mi dispiace averlo ferito, ma non posso...

Il resto della giornata trascorre tranquilla, Leo è tornato in camera e sta dormendo. Io ne approfitto per studiare. Vorrei tanto parlare con qualcuno, ma il signor Antonio arriverà stasera. Voglio esternare l'effetto che Landon ha su di me, con il nonno non avrei neanche bisogno di parlare: mi capirebbe con uno sguardo.

D'improvviso sento una vocina vicino alla stanza. Alzo gli occhi e riconoscono la sorella di Landon. Lui bussa timidamente alla porta e non appena lo vedo mi alzo di scatto dalla sedia, senza fare altro che sorridere.

Saluto la piccola Flam che sembra essere ancora più bella. << Ciao piccolina, ma che ci fai tu qui? >> Le chiedo. La sua presenza in ospedale è davvero stramba, ma appena scopro che proprio lui... Landon ha stravolto i suoi pensieri riguardo la "struttura di merda", descrivendola adesso come una specie di parco giochi... io rimango senza parole! L'avevo sottovalutato, questo ragazzo ha molta bontà racchiusa dentro di sé.

Mi sento a casa, per tutta la serata regna un'aria di armonia che non ho mai vissuto in ospedale. Persino Landon ride di gusto ed io lo guardo incantata. Siamo un bel gruppo e in questo momento non desidero altro.

La magia finisce, è ormai buio e siamo costretti ad andare via, Flam domani ha scuola e la dottoressa ci ha solo concesso cinque minuti in più.

Landon si fa avanti per accompagnarmi a casa, d'altronde è notte e non mi va di tornare da sola. In macchina regna il silenzio. Oggi mi sento particolarmente stanca, ma sono felice anche grazie a questo ragazzo che ha portato allegria nella stanza di Leo, dopo una brutta giornata. Lo guardo guidare con attenzione, un braccio sullo sterzo e l'altro sul cambio. Le maniche della maglietta sono attorcigliate fino al gomito, al polso porta una polsiera di pelle che lo rende ancora più affascinante. Di tanto in tanto sposta il suo sguardo su di me e mi fa un sorriso, ogni volta che succede il mio stomaco si ribalta.

<< Siamo arrivati, io abito proprio qui. >> Gli annuncio. Mi volto verso i sedili posteriori e vedo Flam dormire, rannicchiata, con i capelli biondissimi che le coprono il viso. << E' così bella tua sorella... troppo dolce! >> Esclamo intenerendomi nel guardarla, conoscendo l'ambiente in cui è costretta ad abitare. Landon continua a guardarmi silenziosamente.
<< Vorrei chiederti di uscire con me... un appuntamento vero, io e te. >> Dice, improvvisamente. Ci risiamo! Landon non sai quanto vorrei uscire con te ma... non posso.

Ancora una volta rimango immobile, non riesco a rispondere.
<< Dammi una possibilità Katie, non ti deluderò. >> Mi incita, prendendomi la mano e con quel tocco tutte le mie difese, tutte le mie paure vanno via.
<< Ok... >> Rispondo di getto, ma mi rendo conto che sto facendo una grande stronzata.

Nel frattempo Flam si sveglia e per fortuna allieva l'imbarazzo che si è creato tra me e suo fratello.
<< Landon, guarda... c'è papà! >> Annuncia, stropicciandosi gli occhi.

Mi giro, notando anche io quella figura femminile accanto a lui.
Solo quando sento esclamare "E' la mamma di Eddie" capisco che la situazione si fa complicata.

Landon cerca di scendere dalla macchina, ma lo tengo per il braccio.
<< Landon, per favore... >> Gioco la carta vincente facendo segnale verso Flam. È il suo punto debole e so che non farebbe nulla davanti a lei. Stringe forte i pugni e socchiude lo sportello. << Vai via Katie... >>

Cosa? Mi sta cacciando?
<< Che hai intenzioni di fare...? >> Chiedo, preoccupata.
<< Katie, buona notte! >> Risponde secco, senza guardarmi negli occhi.

Scendo dalla macchina, dimenticandomi persino di salutare Flam. Ho le lacrime agli occhi, capisco il dolore di Landon, ma temo che possa fare qualche sciocchezza.

Sfreccia con la macchina velocemente, passando proprio accanto alla coppia di adulti che continuano a farsi le fusa. Esco le chiavi di casa dalla borsa, apro il portone, ma... non è questo quello che devo fare stasera!

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Pensieri di Katie, cosa ha intenzione di fare? Lo scoprirete al prossimo capitolo ;)
Voglio solo darvi un indizio: menomale che c'è Katie!


Ho vissuto davveroWhere stories live. Discover now