29- Katie

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<< Ma tu come fai a conoscere Landon? >>
Mia mamma si gira lentamente, quasi pensierosa. << Io... lui... è venuto qui.>>

Landon era tornato indietro dopo il nostro litigio? Sono confusa. << Mamma che stai dicendo? Quando è venuto qui? >>
<< Stanotte. Ha detto che avevato avuto un brutto litigio e che ti aveva visto uscire correndo dal portone e si è allarmato. E' salito per assicurarsi che andasse tutto bene. >>

Non dico una parola, capisco immediatamente che il mio principe è stato tutto il tempo sotto casa mia tanto da accorgersi che sono andata via piangendo. Ciò mi fa sentire ancora in colpa. Landon per me è disposto a tutto, sono io l'egoista che l'ho lasciato andare solo perché a me non piace il suo sport. Guardo l'orologio, sono già le 10:00 del mattino. Corro subito in camera mia a cambiarmi, indosso dei semplici jeans con una maglietta non troppo scollata. Raccolgo i miei capelli sporchi in una coda e mette un filo di matita per abbellire le mie occhiaie.
<< Katie! Katie! >> Chiama mia madre, rincorrendomi da una stanza all'altra. << Ma mi spieghi che stai facendo? Dove vai? Sei appena tornata.>>
<< Scusami mamma, devo andare da Landon! Ci vediamo più tardi, te lo farò conoscere meglio, promesso. Scappo! >>

Chiudo la porta di tutta fretta e mi precipito correndo verso la palestra dove, oggi, Landon, ha le sue Nazionali. Le urla del pubblico si sentono dalla strada, sono così agitata... Entro in palestra e fatico a riconoscerla: è così bella addobbata così.

Alzo lo sguardo verso il ring e lo vedo... in un angolo, pieno di sangue, ma la cosa impressionante è che non reagisce ai colpi... Landon ride all'avversario. Cosa gli sta accadendo? Non è da lui! Continuo ad osservare, incapace di avvicinarmi, starà morendo di dolore con tutti quei colpi!

Una forza dentro me mi spinge ad avvicinarmi, quasi correndo, nel frattempo l'arbitro fischia la fine del secondo round e colgo l'occasione per fare sentire a Landon la mia presenza.

<< Landon!! >> Lui non si volta, continua a sorridere. Cavolo, amore, non stai sognando, guardami!
<< Landon, sono dietro di te, tesoro! >> Ritento.
Proprio nel momento in cui si volta noto com'è conciato male nell'occhio e nel labbro. Ma cerco di trasmettergli la mia forza e non la mia paura, incoraggiandolo. Landon deve vincere questo campionato!

E' disteso a terra, faccio sentire il mio tifo per lui, una volta mi disse che fare un altro round, quando pensa di non farcela, è una cosa che può cambiare tutta la sua vita. Urlo ancora una volta il suo nome con tutta la voce che ho. Ed è proprio in quel momento che lo vedo rialzarsi con un salto e nuovamente saltare, colpendo l'avversario con il ginocchio.

Quel Volchok è stato sconfitto, giace a terra come per morto. Ma in questo momento ciò che mi importa è il mio Landon che corre verso di me e lo abbraccio con tutta la mia forza. Lo amo, non posso fare a meno di lui.

L'amore richiede dei sacrifici e se il mio è quello di accettare tutto ciò ne vale la pena.
<< Mi sono comportata da egoista, Landon, scusami è che... ho paura di perderti! >>

Mi tranquillizza, continuando ad accarezzarmi e con tutte le minacce e gli insulti dietro Landon, andiamo via. << E' domenica, passiamo da casa mia il tempo che mi lavo e poi corriamo all'ospedale. >> Esclama per strada, mentre mi tiene la mano.
Lo guardo sorridendo. << Con piacere mio piccolo campione! >> Dico e gli dò un bacio sulla mano.

Arrivati a casa sua la piccola Flam si butta tra le mie braccia. << Katie!! >> Urla, sorridendo.
<< Mamma, lei è Katie. >> Mi prende con la sua piccola manina e mi trascina verso la madre di Landon. E' una signora in carne, con i capelli sul rossiccio, ma sarà shampoo colorante, gli occhi castani, ma profondi. Non appena mi vede mi dona un bel sorriso.
<< Piacere! Tu devi essere la ragazza di Landon, vero? >> Chiede, continuando a sorridere. "La ragazza di Landon"... suona così bene e ciò mi fa provare un farfallìo allo stomaco.
<< Sì, io sono Katie, piacere tutto mio. >>

Landon si blocca alle nostre presentazioni, mi dà un bacio in guancia prima di andare sopra, verso la sua stanza.
<< Ti raccomando. >> Si rivolge verso sua madre guardandola torva.
<< Vedi che devi fare, vatti a lavare! >> Risponde la signora, arrogante.
Abbasso lo sguardo, imbarazzata.
<< Non so come fai a stare con lui. >> Si rivolge verso di me.
<< Cosa, scusi? >>
<< Parlo di Landon... Non ha una testa, tu devi essere una ragazza così in gamba, non so come lo sopporti. >> Ripete, più gentilmente. Flam continua a giocare con il suo telefonino ed io le accarezzo i suoi lunghi capelli biondi.
<< Si sbaglia, signora, Landon è un ragazzo così generoso e dolce! >> Esclamo in sua difesa.

La madre ride, come se avessi raccontato una barzelletta. Proprio quel suo gesto mi fa innervosire. << Dico sul serio, è solo cresciuto male a causa dei vari problemi. >>
A quell'affermazione lei si azzittisce. << Sai tutto tu, vero? >> Chiede.
Annuisco, guardandola e scopro come i suoi occhi si riempiono di lacrime.
<< Ehm... signora, tutto ok? >> Mi avvicino verso di lei accarezzandola sulle spalle.
<< Ma basta, mamma!! Sempre che piangi! Uffa!! >> La piccola Flam si alza dalla sedia urlando.
<< Ehy, ehy. >> Lascio sfogare la madre di Landon e rimprovero, dolcemente, la bambina. << Flam, se la mamma fa così è perché è triste. Tu quando sei triste non piangi? >>
<< Ma lei piange sempre! Io non piango sempre! >> Dice, seccata.
<< Vuol dire che lei è triste più volte. Vagli a dare un bacino, dai. >> Le chiedo, sottovoce. Lei rimane ferma ed io la spingo verso di lei. << Dai, su.>>

Flam si mette accanto alla mamma, tirandogli la maglietta e si abbracciano così dolcemente che per un attimo mi emoziono. A volte basterebbe solo un abbraccio, solo un piccolo gesto, per riilluminare la giornata di una persona.

Landon scende le scale per raggiungerci e a vedere questa scena. Mi chiede cosa sia successo.
<< Deve succedere per forza qualcosa per ricevere un abbraccio? >> Rispondo, sorridendogli e accarezzandogli i suoi magnifici capelli.

<< Sei venuta per pochi minuti a casa mia e hai riempito la casa di amore. Katie, ma tu chi sei? Un angelo, vero? Non vuoi dirmelo, dai ammettilo... dove sono le ali? >> Mi guarda intorno alla ricerca di queste.
<< Dai, non fare lo scemo. Basta poco molte volte. >> Gli dò una pacca sulla spalla, ma subito dopo lo bacio teneramente.
<< Mi sei mancata, piccola. Non abbandonarmi più, io ho bisogno di te! >>
<< Sai che prima o poi accadrà, Landon... Sono diretta. >> Dico, guardandolo dritto negli occhi. << Sssh, non dire nulla! >> Mi tappa la bocca e mi continua a baciare. << Ti amo, Katie, ti amo davvero. >>

Arrivati all'ospedale scherzando e ridendo ci dirizziamo verso la stanza di Leo, facendo una corsa a chi arriva prima. Ma... la camera è vuota. Nè Leo, né il signor Antonio sono presenti.
<< Dove saranno? >> Dico, preoccupata. << Stamattina erano quì! >> Mi giro verso la stanza di animazione, ma non c'è nessuno. Inizio ad allarmarmi. Landon si allontana da me, chiedendo informazioni ad un'infermiera, poi si avvicina nuovamente.

<< Landon, che succede? >>

Rimane zitto, con lo sguardo basso verso il pavimento, incapace di parlare.

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Poco da dire: è vero che basta poco per far stare meglio una persona. L'abbraccio di Flam ha donato molto alla madre. Anche i grandi hanno bisogno di affetto :)
Leo...? Che succede?

Ho vissuto davveroWhere stories live. Discover now