32- Landon

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Esco dalla stanza, la porta della camera di Flam è aperta: prima di addormentarsi ha voluto la mamma accanto a lei, per la prima volta la mia sorellina ha avuto paura di dormire da sola. Chissà se ha capito che il piccolo Leo se n'è andato...

Scendo al piano di sotto, alla ricerca del regalo. Le luci dell'albero di Natale illuminano tutto il corridoio. La cucina è rimasta tale e quale a come la ricordo: tovaglia rossa e un disordine di piatti e cose da mangiare. I genitori di Katie sono ritornati a casa, li ho rassicurati che se le fosse accaduta qualcosa li avrei chiamati. Mia madre non ha neanche chiesto spiegazioni, le avranno detto tutto loro. Da quando Katie sta male non vuole più tornare in ospedale, adesso che Leo non è più in quella stanza avrebbe peggiorato la situazione. Mi dispiace che il signor Antonio sia rimasto solo, ma quì ho altro a cui pensare, c'è la mia donna che non riesce più a dare ordini ai suoi arti superiori... Katie sta proprio male.

Raggiungo l'albero di Natale e finalmente lo vedo. Il mio regalo sta proprio dietro di esso. La busta rossa e un gran fiocco blu. E' abbastanza pesante, sono curioso di sapere, ma lo aprirò sopra, insieme a lei.

<< Piccola, l'avevi nascosto proprio bene, eh! >> Sussurro, chiudendo la porta della mia stanza alle mie spalle. Mi volto verso il letto e Katie ha chiuso i suoi occhi. << Ehy... Ti sei addormentata? >> La scombussolo un po', ma il suo corpo è rigido.
<< Katie!! >> La chiamo più forte, nessuna risposta. Butto il regalo a terra, le tocco il cuore e i suoi battiti cardiaci sono ancora una volta lenti.

Porca puttana!! 118, 118... Prendo immediatamente il cellulare e dico semplicemente il nome che già capiscono tutto. Non passa neanche un quarto d'ora che arrivano tempestivamente.
Flam e mia madre si alzano allarmate. << Sta male? >> Chiede quest'ultima.
Annuisco, prossimo alle lacrime. Flam è accanto a me e mi stringe la mano.

<< Chiamo i suoi genitori... >> Afferma mia madre e si reca a prendere il suo telefono.

In ospedale è sempre la stessa storia. Mascherina dell'ossigeno, pressione, grida, corse dei dottori... Non ne posso più di vedere la mia piccola trasportata da un lettino all'altro. Mi fermo in sala d'attesa, aspettando il momento giusto per parlare con la dottoressa.

<< Scusi, la dottoressa che segue Katie è di turno? >> Chiedo.
<< No, ma dovrebbe arrivare a momenti per l'urgenza, è reperibile. >> Mi dice prima di correre via.
La aspetto camminando avanti ed indietro per il corridoio.
<< Landon! >> Mi chiamano dall'entrata. Mi giro e vedo i genitori di Katie, Flam e mia madre.
<< Voi due che ci fate quì? >> Chiedo, incazzato.
<< Non vogliamo lasciarti da solo... >> Si precipita a giustificarsi mia mamma.
<< Io voglio bene a Katie e voglio sapere come sta! >> Risponde pure la dolce Flam.

Non posso contrabbattere e rimango in silenzio. I genitori di Katie sono seduti su una sedia, immobili, aspettando notizie. Sono davvero distrutti. Mi avvicino a loro, sono oramai popolare in questo ospedale per la mia idea di Clown, posso fare tutto, questo è il nostro motto.
<< Non è il momento per lei... state tranquilli. >> Dico, rassicurandoli.
<< Grazie, Landon. Grazie perché ti prendi cura di lei nonostante tutto. Sei il suo angelo custode.>> Dice il padre, iniziando a piangere. << Io... io non sapevo che lei avesse la leucemia, io... se lo sapevo le sarei sempre stato accanto. Non l'avrei abbandonata qui in Italia, andando via per lavoro... Avrei trascorso tutto il tempo con lei... Ma... non potevo saperlo! >> Adesso il suo pianto si fa sempre più intenso e singhiozzante.

<< Lei non l'ha detto a nessuno. Voleva vedervi sempre allegri, non voleva che qualcuno piangesse per lei. Katie è una ragazza troppo generosa... Non vorrebbe vederci così in questo momento. Ce la farà, ancora una volta, deve farcela, per tutti noi!! >> Vorrei piangere, ma non è il momento: c'è Flam che mi guarda con i suoi magnifici occhioni, come se vedesse un eroe. I genitori di Katie sono riusciti persino a sorridere e... mia madre mi guarda per la prima volta con soddisfazione. Non posso piangere. Katie ce la farà... Non è il momento di andare via.

Ho vissuto davveroWhere stories live. Discover now