Prologo

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Giorno dopo giorno...ora dopo ora..minuto dopo minuto.
Tutto uguale, non cambiava nulla.
Le mie giornate erano così, sempre uguali e noiose.

Decisi di cambiare aria quel giorno e di partire; andare lontano da casa per me significava lasciare alle spalle le proprie origini la propria famiglia e i propri amici, ammesso che ne di amici ce ne siano.

Sono stata da sempre una ragazza abbastanza solitaria, a scuola tendevo ad autoescludermi dai "gruppetti di lavoro", preferivo stare in un angolino, magari con solo il docente accanto...l'importante era non stare a contatto con la classe.

Quella classe, che fin da quando ho messo piede dentro quella scuola maledetta, ha deciso di prendermi continuamente in giro per il mio essere bassa, per i miei capelli,i miei occhi grandi e azzurri come il mare e per i miei modi di fare.

Prima di frequentare il liceo ero un tipo molto libertino, mi piaceva cambiare colore di capelli ogni mese per poi tornare al mio colore di origine ovvero il biondo, mi piaceva vestirmi in maniera stravagante e quasi irriconoscibile, frequentavo una classe di ballo latino americano e mi piaceva e qualche volta cantavo anche.

Dopo quel giorno, quel maledettissimo giorno sono cambiata. Decisi di non tingere più i capelli, di rinchiudermi a casa e di abbandonare quei due mesi di scuola che mi avrebbero portato al diploma di maturità,di non avere più nessun tipo di contatto con quello che definivo "migliore amico" nonostante dopo l'accaduto mi avesse stressata a rispondere ogni giorno alle sue chiamate e messaggi.

Quel giorno rimarrà per sempre impresso nella mia mente. Quel giorno ho perso l'unica cosa preziosa che avevo. Quel giorno ho scoperto che in realtà quel ragazzo che tanto diceva di amarmi era ricattato da colei che consideravo una sorella.

Passarono due lunghissimi anni e finalmente mi stavo decidendo a cambiare aria, ad uscire da quelle quattro mura della mia camera che mi avevano protetta, di affrontare il mondo tutto grazie all'aiuto dei miei genitori, di mio papà che aveva già per me pronto quel biglietto per quel treno che mi avrebbe portata lontano dalla mia Calabria e della mamma che nonostante tutto mi incoraggiava sempre a non mollare mai, ad essere forte.

Sospirai e presi le mie valigie stracolme, scesi sotto e vidi mamma e papà pronti ad aspettarmi sulla porta.
"Tesoro mio, sono così felice che finalmente ti sei decisa ad uscire da casa"-disse mamma abbracciandomi forte e asciugandosi le lacrime.

Ricambiai l'abbraccio e seguita da papà andai verso la sua macchina. Mi avrebbe accompagnato lui alla stazione.
Una volta arrivata presi i miei bagagli e dopo aver lasciato un bacio sulla guancia di mio papà mi incamminai verso i binari.

Mi accomodai sulla panchina e aspettai l'arrivo del mio treno.
Nel frattempo pensavo, pensavo a come sarebbe stato bello aver qualcuno con cui condividere tutto questo, invece mi ritrovavo sola, sola contro il mondo, sola ad affrontare una realtà per me nuova, sola contro tutti e tutto, senza mamma e papà.

A riscuotermi dai miei pensieri fu una ragazza mora, ricciolina con gli occhi castani.
"Ehm, scusami ma mi hanno chiesto di venire a chiamarti perché il nostro treno sta partendo."-la ringraziai e ci incamminammo verso il treno.

Avevamo i posti vicini, beh almeno non avrei viaggiato sola e avrei avuto compagnia!
Si presentò e cominciammo a parlare del più e del meno.Scoprii il suo nome, si chiamava Irene Molina.

Lei mi disse che stava andando a Montepagano, un paese all'interno della città dove sarei stata io per un bel po', così mi chiese se mi andava di fermarmi per qualche giorno a casa sua. Viveva da sola, originaria della Puglia, era venuta in Calabria per salutare i suoi nonni. Mi chiese del perché del mio viaggio e gli dissi semplicemente che mi andava di cambiare aria.

Ovviamente non le raccontai nulla di ciò che mi riguardava.
"Sai, ti ho detto il mio nome, ma tu non mi hai ancora detto il tuo!"-mi fece notare Irene sorridendo.
Ricambiai il sorriso e le dissi il mio nome-: "Scusami hai ragione, comunque mi chiamo Serena, Serena Gozzi."

Mi vergognavo a dirlo, ma non perché il mio nome non mi piacesse, effettivamente era un nome stupendo, ma perchè Serena non ero per niente, ero una ragazza scombussolata dentro, con un passato terribile alle spalle, mi avrebbero dovuta chiamare terremoto oppure tempesta altro che Serena.
Sospirai e lei mi sorrise.
Forse avevo trovato un amica.


||SPAZIO AUTRICE||
Ciao a tutti!
Questa è la mia nuova storia spero che vi piaccia.🥰
Se vi va lasciate qualche stellina⭐️e commentate!
Buonanotte e al prossimo capitolo!

Ti amerò fino a quando fa beneWhere stories live. Discover now