11. Sognando casa

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Primavera 2005, cinque anni prima.

Le notti erano fredde, ancora, lo aveva constatato sulla propria pelle, nonostante durante il giorno i raggi del sole conferissero un piacevole tepore quando battevano sul volto. Aveva diciassette anni compiuti da cinque mesi, e quei sette che ne mancavano per raggiungere i diciotto sarebbero stati i più lunghi della sua vita.

Non poteva fare la spola a rotazione attraverso le case dei suoi amici: non ne aveva abbastanza da rendere credibile alle loro famiglie che non si trattasse di una fuga da casa; né erano tanto intimi perché potesse fidarsi di loro in quel caso. Qualunque legame avesse ancora intrattenuto con la sua vita di prima avrebbe finito per farlo scoprire e rispedirlo dritto tra le braccia dei suoi tutori, visto che, legalmente, era ancora un minore sotto la loro responsabilità. Quella era l'ultima cosa che doveva succedere.

Doveva tagliare i ponti con tutto e doveva farlo ora, senza attendere un minuto di più in quella casa dove non era gradito. Era ben sicuro che, una volta andato, nessuno si sarebbe preso la briga di cercarlo. Oppure, se anche lo avessero fatto, si sarebbe comunque trattato di un interessamento malato, diverso da quello che si prova per un figlio carnale.

Aveva cercato informazioni su un ostello dove alloggiare a basso prezzo, sulla Mission, per questo aveva iniziato col mettere l'intera città tra sé e la precedente sua vita. Si era portato solo lo zaino di scuola, neanche molto capiente, perché non poteva viaggiare con troppo peso sulle spalle. Abiti ne aveva pochi, giusto due cambi estivi e invernali e l'unica camicia buona, quella con i bottoni di perla. Per il resto, solo ciò da cui mai si sarebbe separato: il suo vecchio Toshiba portatile, mezzo sgangherato, comprato coi risparmi di tre anni e compagno di scrittura negli ultimi due. Il cellulare era ancora a carica piena, i milletrecentoventitre dollari messi da parte, ben sigillati nella tasca posteriore, abbottonata, dei jeans: gli sarebbero bastati per una caparra, magari poi sarebbe riuscito mettere insieme qualcosa con un qualunque lavoro, anche un impiego estivo; tutto sarebbe andato bene.

Era ingenuo in modo risibile.

Aveva comprato un giornale e mentre si trovava in treno leggeva gli annunci di lavoro, cerchiando quelli che aveva intenzione di chiamare. Impiegò quasi tutta la giornata per trovare il famigerato ostello, che in realtà era una casa per studenti universitari, e la prima cosa che gli fu chiesta quando si presentò all'accettazione fu un documento in stato di validità. Dopodiché fu cordialmente rispedito in mezzo alla strada perché lì non potevano far alloggiare minorenni senza il consenso dei genitori. Anzi, doveva ritenersi fortunato se non avevano chiamato la polizia, perché si capiva benissimo che era scappato di casa. In quelle condizioni, Michael deteneva il medesimo stato giuridico di un bambino di cinque anni. Né più, né meno.

Trascorse tutta la prima notte al bar di una stazione del Bart, aperto a qualunque ora, seduto al tavolo e ordinando un caffè dopo l'altro, quel tanto che bastava per non farsi cacciare e non addormentarsi. Temeva che, se lo avesse fatto, al risveglio non si sarebbe ritrovato addosso neppure le mutande. A dormire su una panchina o raggomitolato in un angolino coperto, come facevano taluni, provava troppa vergogna.

Il mattino seguente era esanime e privo di forze, con un bisogno disperato di stendersi da qualche parte e riposare senza timore. Pensò che, se avesse risposto a un annuncio privato di qualcuno che affittava una stanza o un monolocale, una volta dimostrato di possedere il denaro, forse alla sua età sarebbe stata attribuita un'importanza secondaria. Anche nel quartiere di Tenderloin andava bene, dove magari gli affitti erano più economici.

Invece, a prescindere dalla zona, non appena gli veniva richiesto di presentare la patente di guida e veniva fuori che non aveva ancora compiuto la maggiore età, nessuno più mostrava di voler avere a che fare con lui, perché un minorenne non può stipulare personalmente contratti legali di nessun tipo, compresi quelli d'affitto. Con questo sistema, il minorenne si trovava ancora in mezzo alla strada.

Il dottoreWhere stories live. Discover now