Capitolo 6

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Non posso credere che mio fratello cena ogni venerdì con quell'odioso ragazzo. Quando mio fratello mi chiede di mettere i bicchieri, reprimo l'istinto di metterci un po' di veleno in quello che poi darò a Shawn. Ma non lo faccio perché non voglio ammazzarlo, credo sia il mio desiderio più grande, semplicemente non voglio finire in galera.

Sono troppo sospettabile.

«Sono arrivati?» Domando a Brendon sentendo il campanello.

Mio fratello alza gli occhi al cielo, poi sorride e mi scompiglia tutti i capelli. «No Zoe, sono arrivati gli alieni per rapirci.» Gli mando quindi un'occhiataccia.

Mentre mi aggiusto i capelli, provando a lisciarli con le mani, Brendon fa entrare i suoi ospiti in casa.

Shawn è sorridente, o almeno, finché i suoi occhi si posano su di me. Mi fa un cenno con la testa, che dovrebbe essere un saluto, e inarca un sopracciglio.

Alzo gli occhi al cielo e vado in soggiorno, per prendere già qualcosa da mangiare. Non ho pranzato e sto letteralmente morendo di fame.

«Zoe, non sapevo che ci fossi anche tu!» Qualcuno mi circonda le spalle con un braccio e, quando mi giro per vedere chi è il troglodita, vedo il chitarrista, un tale di nome Jordan.

«Ciao.» Sforzo un sorriso. Mi dà fastidio che ha il suo braccio intorno alle mie spalle, come se ci conoscessimo da tempo o come se fossimo amici, ma non dico niente per educazione. «Come va?»

«Molto bene.» Mi sorride. «Adesso.»

Brendon interrompe la nostra chiacchierata imbarazzante -sopratutto dopo l'"adesso" di Jordan- entrando con il resto dei componenti della band e Mendes dietro di lui.

Saluto tutti i ragazzi della band che ho conosciuto con un sorriso e due baci formali sulla guancia. C'è Oliver il batterista, Simon il pianista e Steve che è l'addetto agli effetti speciali e acustici del palco.

«Perché con loro sei simpatica e con me no?» Shawn inarca di nuovo un sopracciglio. Ma dico io, non sa fare altro?

Brendon ha detto di dargli una chance. Ma come faccio, se mi sprizza antipatia da tutti i pori?

«Forse perché loro non sono te.» Rispondo con un sorriso sarcastico. Brendon si affoga quasi con la birra che stava bevendo e Jordan gli deve dare alcuni colpi sulla schiena per farlo smettere di tossire.

Non fare battutine. Mi ripeto come un mantra. Non essere ironica. Non fare battutine. Non essere ironica. «Vuoi la respirazione bocca a bocca da Shawn, Brendon?» Bisogna sottolineare, però, che ci ho provato.

Brendon mi guarda male. Una di quelle occhiate che ti fanno paura, così tanto da farti tremare le mani. Mamma anche ha questo "dono", ma da quando papà se ne è andato non lo fa più. Non mi sgrida quasi mai, perché sono diventata una figlia modello e perché sono tutto ciò che le rimane.

Abbasso lo sguardo, smettendo di sorridere per la mia battuta idiota. «Scusa.» Poi capisco che qualcuno, non specifico chi, potrebbe pensare che le scuse siano per un certo Shawn Mendes. Così mi ritrovo a specificare. «Fratellone.»

Brendon scuote leggermente la testa e guarda i suoi amici uno a uno. «Iniziamo a mettere la partita? Tra dieci minuti dovrebbe arrivare il fattorino con le pizza.»

«Partita?» Sbatto le palpebre, confusa. Ecco perché si vedono ogni venerdì sera: perché c'è la partita. Ed io che pensavo che anche i trogloditi volessero passare del sano tempo insieme!

Mendes annuisce. «Il Toronto gioca con la squadra di New York. È una partita importantissima. Tu segui il football?»

«Quando?»

«Due minuti fa hai chiesto-» Interrompo bruscamente Mendes. «Intendo quando l'ho chiesto a te.»

Mio fratello ha la faccia di chi vuole ammazzare una persona, i ragazzi della band sono divertiti e Shawn ha la bocca leggermente spalancata e un'espressione confusa.

Povero piccolo ingenuo Mendes. Pensava di trovare come sorella di Brendon una ragazza timida e pacata, vero?

Sorrido soddisfatta appena suonano al campanello. Ne approfitto per allontanarmi dal cantante più bravo del mondo -è ironico- e vado ad aprire.

Ci metto più tempo del previsto a prendere le pizze. Teoricamente dovrei solo aprire la porta, sorridere al fattorino, pagare e prendere le pizze.

Io invece apro la porta, sorrido al fattorino e mentre lentamente prendo il portafoglio intrattengo una conversazione. «Che caldo che fa, non crede?»

Spesso non socializzo, ma tutto pur di far aspettare quei trogloditi.

Il fattorino, che dalla targhetta scopro si chiama Theodor, mi guarda stranito, poi però annuisce. «Ho sentito dire che sarà una delle estati più calde di Toronto.»

«L'ho sentito anche io.» Prendo una banconota da venti dollari. In più il fattorino avrà un paio d'anni in più a me, e mi sto mettendo in ridicolo, ma non mi interessa. Tanto non lo vedrò mai più. «Scusa ma mi sono dimenticata, ultimamente ho la testa tra le nuvole. Quant'è?»

Theodor sorride educatamente. «Sono ventitré, ma anche venti vanno benissimo, sul serio.»

Sforzo una risata, che esce più acuta del normale e che sono sicura si sia sentita anche in salotto. «Ma no, non fare lo schiocco! Vado subito a-» Prendere il portamonete, ma vengo interrotta.

«Tieni.» Brendon porge al ragazzo venticinque dollari. «Prendi anche il resto e scusa per mia sorella. È appena uscita da un centro psichiatrico.» Afferra le pizze e chiude la porta in faccia Theodor, prima che possa dire qualcosa.

Poi si gira verso di me. «Ma che ti prende?»

«Centro psichiatrico?» Ripeto come un pappagallo, un mio sopracciglio inarcato.
Come gli è venuto?

Brendon alza gli occhi al cielo, mentre vedo quelli della band affacciarsi in corridoio. Con loro c'è anche Shawn. Ovviamente. O forse dovrei dire ovviamendes?

«È la prima scusa che mi è venuta in mente.» Si giustifica mio fratello. «Stavi flirtando con lui, Zoe?»

«Cosa? No!» Scoppio a ridere. Come se fossi capace di flirtare, poi. «Stavo perdendo tempo.»

Lui mi guarda come per dire "perché?" ed io faccio con la testa segno dietro di lui, verso i suoi amici. Poi sussurro in modo che solo lui mi senta. «Non tutti sanno socializzare come te, Brend. Io ho bisogno di tempo. E di non prendere a pugni quella scimmia di-»

Mi copre la bocca con la mano. «Niente nomi.»

Alzo gli occhi e poi guardo i suoi amici, che ci fissano curiosi. «Beh? Non abbiamo una partita di football da guardare?»

Jordan annuisce e si avvia in salotto, davanti allo schermo della televisione. Tutti lo imitiamo e mentre ci sediamo, mentre mio fratello dà a tutti la propria pizza, sento Steve dire qualcosa a Shawn. «Sento che, grazie a lei, questo tour sarà un vero spasso.»

Beh, non hai visto ancora niente, penso trattenendo un sorriso.

Se vi è piaciuto il capitolo vi chiedo di lasciare una stellina e magari un commento. Grazie di cuore ❤️

I hadn't planned to fall in loveNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ