Capitolo 32

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Buona lettura, spero che il capitolo vi piaccia ❤️

Arriviamo in Spagna senza problemi. Zoppico un po' quando cammino, ma per il resto sto benissimo. Adesso siamo a Madrid: è una bella città, anche se mi piaceva di più Los Angeles.

Shawn mugola qualcosa mentre lo bacio. Siamo arrivati in albergo mezz'ora fa e mi ha mandato un messaggio dicendo di andare nella sua camera. Sono anche vicine, senza farlo apposta.

Stasera lui ha un concerto, ma è ancora ora di pranzo, quindi abbiamo ancora un po' di tempo per stare insieme.

Gli stringo i capelli mentre lui approfondisce il bacio. Con le mani mi appoggio alle sue spalle e gli circondo la vita con le gambe, lui si toglie intanto la maglietta, interrompendo il bacio per giusto un secondo. Ho il respiro pesante e mi bruciano i polmoni, ma neanche questo mi ferma da baciare Shawn. Tra l'altro è da quando sono in ospedale che non ci baciamo neanche. E mi sono resa conto che tutto questo mi è mancato.

Mi è mancata la sensazione dei nostri corpi vicino, il respiro pesante, i baci rubati, lui che viene alle tre di notte in camera mia, svegliarmi con lui la mattina.

Sorride sulle mie labbra e poi abbassa la testa, per lasciarmi alcuni baci sul collo. Io sospiro e gli stringo i capelli. Mia madre ha ragione: dovrei godermi queste cose e non pensare al fatto che entro la fine dell'estate avrò il cuore spezzato.

Shawn mi sta per sfilare la maglietta, quando qualcuno bussa. Lui borbotta qualcosa sottovoce, troppo piano anche per me per sentirlo, ed io alzo gli occhi al cielo. Mendes alza lo sguardo verso di me e si morde il labbro. Lo bacio di nuovo e quando ci separiamo bisbiglio, in modo che mi senta solo lui. «Ignora chiunque sia.»

Lui fa segno di sì e riprendiamo a baciarci, ma riprendono a bussare. Shawn si separa contrariato da me e lancia un'occhiataccia alla porta. «Chi è?»

«Sono Brendon, Shawn. Puoi aprirmi?» Risponde mio fratello, cercando di abbassare la maniglia.
Grazie a Dio ho chiuso la porta a chiave appena sono entrata.

Spalanco gli occhi e guardo Shawn, che è in panico quando me. Si rimette velocemente la maglietta, prende le mie scarpe e me le porge. Poi fa segno di andare in bagno. «Nasconditi nella doccia e tira la tendina.» Bisbiglia piano, due secondi dopo si gira verso la porta. «Arrivo, Brend!»

Mi precipito verso il bagno e faccio ciò che dice. Chiudo anche la porta, per sicurezza. Tengo le scarpe strette al petto per fare qualcosa. Teoricamente potremmo anche dire che stavamo parlando, ma sembrerebbe strano.
Soprattutto a Brendon. E poi io ho le labbra gonfie e un succhiotto sul collo.

Mi viene da ridere e mi devo portare una mano sulla bocca per non farmi sentire. La situazione è altamente ridicola: neanche fossimo amanti.

«Come stai, Shawn?» Non vedo niente, ma sento bene. Sento anche la porta che si chiude.

«Bene.» Mendes si schiarisce la voce. «E tu?» Probabilmente si allontanano e si siedono sul letto, o sulle sedie, perché sento le voci più distanti. Almeno le sento ancora.

«Bene. Dobbiamo parlare, Shawn.» Si ferma un attimo e poi continua, più sottovoce. «Di Zoe.»

Shawn resta zitto per qualche secondo, probabilmente ha anche una faccia sorpresa. Dio, adesso voglio baciarlo di nuovo. Concentrati, Zoe. Sei come 007 adesso.
«Di Zoe?» Ripete lui. «Come mai? È successo qualcosa?»

«Credo che provi qualcosa per te, Shawn.» Mannaggia a Brendon. «E ho la sensazione che tu ricambi.» Mannaggia a Brendon parte due. «Quindi voglio sapere che intenzioni hai con lei. È la mia sorellina, capisci? È come se qualcuno avesse una cotta per Aaliyah.»

«Io...non...-» Shawn balbetta io e non circa cinque volte, senza riuscire a formulare una frase. «Andiamo, fratello.» Lo interrompe Brendon. «A me puoi dirlo. Siamo solo noi due.»

Vai convinto, sussurra una vocina nella mia testa.
Intanto mi stringo le scarpe più al petto. Ho una brutta sensazione.

«No, Brend.» All'inizio penso che dica che non sono solo loro due. «Io non provo niente per lei.»

E il mio cuore fa crack. Chiudo per un momento gli occhi, il respiro è irregolare, ma non più per i baci. Lo sta dicendo solo per Brendon. Lo sta dicendo solo per convincere Brendon. Solo per questo.

Brendon fa un sospiro di sollievo così forte che lo sento anche io. «Meno male. Voglio dire, adoro mia sorella, ma non credo che lei sia quella giusta per te. Tu sei così pacato e lei è...» Si ferma, senza aggiungere altro.

Mi aspetto che Shawn gli dica qualcosa, che ribatta qualunque cosa, ma non lo fa. Mi mordo forte il labbro mentre mi scende una lacrima. Il giudizio degli altri non dovrebbe interessarmi.

Qualcuno ride. Mendes. «È così... psicopatica? Lo so.»

Il mio cuore smette definitivamente di battere. In genere non mi dà fastidio, ma lui lo sta dicendo come se fosse un male. Qualche giorno fa ha detto che gli piaceva il fatto che lo faccio ridere. E adesso parla di me come se gli facessi schifo.

Brendon ride e mi accascio nella vasca da bagno. È mio fratello e sta ridendo di me quando io non ci sono. Mi scappa quasi un singhiozzo. Poi Shawn si schiarisce la voce. «C'è altro?»

Mio fratello non risponde subito. «No. Sai, pensavo quasi che l'ultima canzone che hai scritto fosse per Zoe. Ma adesso so che non è così.»

«Lo sai che le mie canzoni non sono mai dedicate ad una ragazza in particolare. È sull'amore, non sulla persona.» Ribatte fermamente Shawn e sento di nuovo il mio cuore che si frantuma in mille pezzi.

Io avevo ragione e mia madre si sbagliava: non devo fidarmi dell'amore. Mi mordo forte il labbro mentre le lacrime scendono copiose sulle mie guance.

A quanto pare ho interpretato male i segnali. Quando mi ha fatto leggere quella canzone, quando mi ha baciato, quando ha detto che voleva andare con me all'evento, ogni volta che facciamo l'amore. Ho sempre pensato che lo facesse perché un poco, anche un minimo, gli interesso. O lo attraggo.

Ma mi sbagliavo.
Per lui non sono proprio niente, altrimenti non mi avrebbe criticato così. Poi con me qui... Dio, voglio solo sparire e non doverlo vedere mai più.

«Bene.» Dice mio fratello. Si sentono dei passi e poi una porta che si apre. «Adesso vado a vedere come si sta ambientando mia madre. Ci vediamo dopo.»

Shawn lo saluta e per qualche secondo nessuno fa niente. Io rimango a piangere nella vasca da bagno e lui rimane in camera.
Ci vogliono circa cinque minuti prima che lui apra la porta del bagno. Ha un sorriso e a me sale la voglia di dargli un pugno. «Hai visto come se l'è-» Si ferma non appena i nostri occhi si incontrano. «Zoe, perché piangi?»

Mi alzo, con le mani che tremano. Non so se sono più addolorata o più incavolata. Si avvicina di un passo, mentre io esco dalla vasca e gli dò una spallata. Poi esco dal bagno e apro la porta. «Perché mi sono innamorata di uno stronzo con cui non voglio più avere niente a che fare, Shawn.»

Esco prima che lui possa dire qualcosa. E poi corro via, lontano dall'hotel, ancora con i piedi scalzi.

I hadn't planned to fall in loveWhere stories live. Discover now