Capitolo 28

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«Mi hai fatto spaventare tantissimo.» Sta dicendo per la milionesima volta Alessia, scuotendo la testa e guardandomi con aria di rimprovero. Poi il suo sguardo si addolcisce e mi abbraccia.

Io trattengo un sorriso e ricambio. Sarà almeno la quinta volta in dieci minuti che mi abbraccia all'improvviso. E le sono grata, perché non sta provando compassione per me. L'unica cosa che leggo nel suo sguardo è preoccupazione. Non ha nominato neanche una volta mio padre. Ha solo detto che Shawn gli ha probabilmente rotto il naso e che la scena è stata epica.

Teoricamente se volessi vedere la scena potrei, perché è già su tutto internet. E mi sento in colpa al pensiero che Shawn è nei guai per colpa mia.

Gonfio le guance d'aria e poi la lascio andare. Sono nervosa di vederlo.
Ieri abbiamo fatto l'amore. E stamattina sono corsa via in camera mia prima che lui si svegliasse. E non ho la più pallida idea del perché.

Forse perché era la mia prima volta e avevo paura del risveglio. Cosa avrei dovuto dirgli? Non ne ho idea. Non sono abbastanza preparata su queste cose.

Ad Alessia non l'ho ancora detto. Non perché non mi fidi, ma perché voglio tenermi questa cosa ancora un po' per me. Mi mordo il labbro. «Va tutto bene?» Ale mi guarda preoccupata e annuisco per farla stare tranquilla.

«Sí.» Sorrido. «Stavo pensando a ieri sera.» Non alla parte della serata che pensa lei, ma non è neanche esattamente una bugia.

Alessia si è presentata in camera mia stamattina alle nove e stiamo parlando da più di un'ora. Shawn si starà preparando e aspetto una sua sfuriata a momenti.

«Eccetto l'ultima parte non è stata male, no? Soprattutto quando hai fatto sbavare il rossetto di Camila. Stavo per perdere un polmone!» Annuisco e rido insieme ad Alessia.

«In alcuni momenti mi sentivo molto te nella canzone here, quando dici "mi chiedo cosa ci faccio io qui". Però è vero, per il resto è stata proprio una bella serata.» Soprattutto la fine. Ma tu, grande Zoe, hai rovinato tutto.

Se Shawn decidesse di sputarmi in un occhio non gli direi neanche nulla. Fa bene. Sono un cazzo di disastro.

«Andiamo a fare colazione.» Dice dopo un po' Alessia. Mi prende per un braccio e scendiamo le scale a braccetto. Continuiamo a parlare e parlare e le sono infinitamente debitrice: almeno mi distraggo e non ho tempo per farmi mille paranoie su Shawn.

Entrate nella sala da colazione faccio un respiro di sollievo: di Shawn non c'è traccia. Mi stampo un sorriso finto, saluto tutti e vado a riempire il piatto con il cibo. Amato buffet.

E poi, cosa c'è di meglio del cibo quando stai male? Niente, ve lo dico io. Soprattutto la nutella. Se il mondo fosse pieno di nutella sarebbe un posto decisamente migliore.

Mi siedo al tavolo con gli altri. Brendon continua a evitare il mio sguardo e ieri non ha provato neanche ad accettarsi che io stia bene. Scrollo le spalle e lo ignoro. So che è mio fratello, ma ho deciso di non farmi più venire il sangue amaro per lui. Io ci ho provato. Lui continua. Pace e vaffanculo.

«Uh, guardate chi è appena resuscitato.» Aaliyah inarca un sopracciglio e quando mi giro vorrei non averlo fatto. Mendes sta entrando in tutta la sua bellezza nella stanza. Tutti si fermano a fissarlo, io compresa.
Almeno Camila non è più con noi e non può sbavare.

«Ed ha anche la faccia di uno che ha dormito poco.» Bisbiglia piano Alessia. I genitori di Shawn si guardano imbarazzati e io abbasso lo sguardo. Sí, magari a me non si vede, ma Shawn ha tutta la faccia di uno che ha appena finito di fare... quello.

I suoi occhi incontrano i miei e quasi mi affogo con i pancake che stavo masticando, in modo da non dire niente di inappropriato.
Si avvicina a passo spedito.

Oh, no. Inciampa. Inciampa. Inciampa e corri in ospedale per vedere se ti sei fatto male. Così non dobbiamo parlarne. Prego mentalmente. Ma Dio a quanto pare stamattina è sordo: Shawn si ferma proprio davanti a me.

Non ha esattamente la faccia di uno che ha avuto il miglior risveglio, nonostante si capisca perfettamente cosa ha fatto stanotte. «Zoe, possiamo parlare un attimo?»

Ingoio velocemente i pancake. Mannaggia alla mia vita. Perché non ne combino mai una giusta? «Non credo essere disponibile adesso.» Mi schiarisco la gola. «Devo mettere su zuccheri, sai, altrimenti rischio di svenire se non faccio una buona colazi-»

Ma prima che possa finire, Shawn mi prende e mi carica sulle sue spalle. Okay che sono leggera e bassa, ma non può trasportarmi come un sacco di patate quando vuole. «Lasciami!» Urlo, dandogli un pugno sulla schiena. Lo sento ridacchiare e poi dire agli altri che mi riporterà tra dieci minuti.

Sale le scale, mentre io continuo a ribellarmi. Alcune persone che passano ci guardano male, ma come biasimarle? Io, ma solo perché non sono normale, a vederlo dall'esterno scoppierei a ridere. Ma capisco che non tutti hanno le stesse reazioni alle cose, anche quelle più semplici.

Shawn mi posa solo quando siamo in un piano isolato, che non è neanche il nostro. So perché l'ha fatto: così non posso scappare nella mia camera. Mendes mi intrappola tra il muro e sé, mettendo le mani ai lati della mia testa. «Hai idea di quanto mi hai spaventato stamattina?» Sibila, ad un palmo dal mio viso. «Avevo paura che fossi andata a fare qualche cazzata.»

Il cuore aumenta con i battiti. Da un lato é una cosa dolce: si è preoccupato per me. Mi schiarisco piano la voce. «Come vedi non ho fatto proprio niente.»

Lui alza gli occhi al cielo. «Ma va'.» Poi sospira e chiude gli occhi. «Ho chiesto ad Alessia se ti aveva visto, appena mi sono svegliato e ho iniziato a cercati per l'hotel, e lei mi ha detto che stavate insieme. Così ti ho lasciato i tuoi spazi. Ti... ti sei pentita, Zoe?»

Ma se io sto per saltarti addosso di nuovo! «No, Shawn. Per niente.» Allungo la mano per accarezzargli una guancia e lui si rilassa sotto il mio tocco. O forse è per la mia affermazione. Poco mi interessa perché, quello che mi fa felice è che si rilassa per me.

«Ero solo imbarazzata.» Alzo lo sguardo verso il lampadario, perché non ce la faccio a guardarlo negli occhi. Non riesco neanche a dire la parola, come faccio a parlarne? «È stata la mia prima volta e non ho idea di come comportarmi. E poi tu sei così... sei così bello e fantastico e credo di essere solo andata nel panico.»

Shawn mi prende il mento con un mano e fa in modo che i nostri occhi si incontrino. «Mi dispiace, non volevo scappare. E non volevo spaventarti.»

Shawn scuote la testa e mi lascia un bacio sulla tempia. «Non importa. Solo, non farlo più.»

«Okay.» Sussurro, beandomi della sensazione dei nostri corpi vicini. Poi decido di dire qualcosa alla Zoe Lewis, perché non sono io altrimenti. «Hai detto "più". Quindi ci saranno altre volte, Shawn?»

«Oh, Zoe.» Sussurra, prima di baciarmi. Quando parla il suo respiro mi solletica la pelle e diventa d'oca. «Tu non hai idea.»

I hadn't planned to fall in loveWhere stories live. Discover now