Capitolo 21

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Il tour sta diventando sempre uguale: arriviamo in un posto nuovo, mangiamo, Shawn prova, mangiamo e poi concerti. Almeno stasera non ce ne sono, però stiamo mangiando peggio che a Natale.

Quando arriveremo in California volevo farmi un bagno, ma a questo punto avrò una pancia peggio di quella di Babbo Natale. Quindi, vecchio bacucco, spostati. Dal Natale prossimo consegno i regali io.

«Sono così emozionato!» Sta dicendo Oliver, ha quasi gli occhi a forma di cuore.

Alessia inarca un sopracciglio. «Perché? Cosa è successo nella tua insignificante vita per farti gioire così?»

Ridacchio. La sto addestrando bene: oramai anche Alessia fa battute sarcastiche in continuazione.

Il ragazzo punk, o anche chiamato da tutti gli altri Jordan, si gira verso Alessia. «Julian ci ha dato il permesso di venire al party di Taylor Swift. Noi quattro! Dobbiamo trovarci delle accompagnatrici.»

A quell'affermazione alzo gli occhi su Shawn, che già mi stava guardando e accenna un sorriso. Abbiamo passato tutto il pomeriggio, stranamente, insieme. E la maggior parte del tempo ci siamo baciati. A quanto pare a lui non interessa la mia poca maestria a muovere la lingua nello stesso momento ad un'altra persona. Altrimenti non mi spiego.

«Continuate a sperare, ragazzi. Non vi pensa nessuno.» Aaliyah alza gli occhi al cielo e dà una gomitata nelle costole al pianista. Li ho visti così tante volte suonare, tra le prove e le esibizioni, che tra poco posso suonare anche io con loro.

«Non essere cattiva, Aali.» Shawn dà un buffetto sulla guancia a sua sorella e trovo che sia adorabile il loro rapporto. Alessia mi dà una gomitata nelle costole, bisbigliando vicino al mio orecchio: «smettila di fissarlo, Zoe. Sei inquietante» e mi viene naturale da alzare gli occhi al cielo.

Camila continua a lanciare occhiate di fuoco a Shawn, così sto sempre vicino l'acqua, nel caso per colpa sua scoppi un'incendio. Okay scusate, era pessima come battuta.

«In realtà volevo chiedere di accompagnarmi ad una ragazza.» Jordan lancia un'occhiataccia alla sorella di Shawn. «E vedrai che dirà di sì.»

Simon si porta una mano tra i capelli e sorride, mentre Steve borbotta qualcosa di incomprensibile. «Voglio proprio vedere.»

Jordan gli lancia un'occhiata di sfida e poi si gira verso di me, cambiando espressione in una più seria e dolce. Oh oh. L'allarme nella mia testa suona. Prevedo guai.
«Zoe, vuoi venire con me al party?»

Mi mordo il labbro, in cerca di parole. Nella sala che hanno dedicato solo a noi per farci mangiare in santa pace cala il silenzio. O almeno, finché Shawn non lo interrompe. «In realtà lei viene già con me.»

Le orecchie mi fischiano dall'imbarazzo e divento rossa quando tutti si girano a guardarmi. Persino la truccatrice stronza è sorpresa. Camila, invece, ha l'aria da serial killer.

Jordan guarda Shawn con gli occhi da fuori. «Viene con te? E perché?»

Shawn inarca un sopracciglio. «Devo risponderti sul serio?»

Ma la loro conversazione viene interrotta da Camila che salta sul tavolo, nella mia direzione, e urla: «io ti ammazzo, Lewis!»

In men che non si dica me la ritrovo addosso, la sedia cade all'indietro e noi con lei. Camila mi tira i capelli e mi lascia un forte schiaffo, mentre io le urlo che è una psicopatica. Shawn si alza insieme a mio fratello, o almeno così mi sembra. Sono troppo impegnata a parare i colpi di Camila, che sembra indemoniata.

Non so chi, o come, ma dopo qualche minuto riescono a levarmela di dosso. Il confettino ha gli occhi iniettati di sangue, i capelli che sono uno nido di uccelli e ancora lo sguardo truce. È mio fratello a tenerla ferma, ma lei continua a dimenarsi tra le sue braccia.

Shawn mi prende da sotto le ascelle per farmi alzare, dato che sono ancora stesa a terra. Poi la psicopatica sono io, eh?

«Stai bene?» Mi chiede, portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Annuisco piano, sentendo il sapore metallico del sangue in bocca. Probabilmente mentre colpivo anche io Camila mi sarò morsa la guancia o la lingua.

«Sei impazzita?» Shawn si mette davanti a me, come a volermi fare da scudo, e guarda male Camila. «Potevi farle male.»

Camila inarca un sopracciglio. Ho la sensazione che sia pazza sul serio. Ha qualche rotella fuori posto sicuramente. «Credi che non lo sappia? Era mia intenzione.»

Spalanco gli occhi. «Tu stai male.» Mi sfugge, ma ormai è troppo tardi fermare le parole, tanto vale quindi che continuo con dignità. «Posso consigliarti qualche psicologo bravo? O forse a te ci vuole proprio un centro. Sei da ricovero.»

«Zoe...» Ringhia Brendon, dato che Camila si sta agitando ancora di più. «Non migliori la situazione.»

«Neanche lei.» Ribatto, guardando Camila. Sembra un animale in gabbia. O una appena uscita dal manicomio. Il risultato è sempre questo. «Capisco che sei innamorata di Shawn e che ti fa male sapere che va con un'altra cogliona a quel party.» Sí, mi sono appena data della cogliona. Grande Zoe! «Ma finendo a rissa non risolverai le cose, allontani solo di più le persone. I problemi si affrontano, Camila.» Adesso i miei occhi sono su Brendon. «Non si scappa e non si fa del male alle persone. La vita è troppo breve per fare i codardi.»

E prima che qualcun altro possa fiatare, esco dalla sala da pranzo, anche se in questo momento è da cena. Voglio vedere le mie condizioni, così entro nel bagno alla hall dell'albergo.

Sussulto appena mi vedo. Ho un livido sulla guancia, grosso quando il palmo della mia mano, il labbro spaccato e i capelli tutti scompigliati. Faccio schifo ancora più del solito.

Mi porta una mano tra i capelli, cercando aggiustare il casino che ho in testa. Ma non funziona, così dopo poco ci rinuncio e mi accascio a terra. La tristezza mi invade come un fulmine a ciel sereno. Come posso pensare che andrà bene questo evento se ci sarà anche lei? Finirà che io farò una brutta figura e lei o mi prenderà in giro davanti a tutti, diventando l'eroina della serata, o mi distruggerà con commenti cattivi.

La porta si apre e entra Mendes, che la richiude subito a chiave dietro di sé. Non spicchia parola, semplicemente si siede vicino a me e mi circonda le spalle con un braccio, invitandomi con la mano a poggiare la testa sulla sua spalla. Lo faccio e respiro a pieno il suo profumo. È rilassante e mi fa sentire bene.

Però mi accorgo che mi sbagliavo: con lui qui al mio fianco, non mi sento sola. Mi sento capita e credo che non ci sia cosa più bella.

I hadn't planned to fall in loveWhere stories live. Discover now