Capitolo 16

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«Tua sorella ha problemi gravi. La canzone di Katy Perry, Hot N Cold, è ispirata a lei quando dice "chiamate un dottore per un grave caso di persona bipolare".» Sta dicendo Mendes a tavola a mio fratello.

Alzo gli occhi al cielo. «Dice che c'è un grave caso di amore bipolare, razza di ignorante.» Ribatto, bevendo un sorso di birra. Teoricamente non potrei, perché non ho ventun'anni, ma Julian ci ha dato il permesso e, dato che siamo con Shawn Mendes, nessuno dei camerieri ha detto nulla.

«Io sarei l'ignorante?» Inarca un sopracciglio. «Tu non hai mai neanche provato ad ascoltare una mia canzone!»

«Mi sembra ovvio.» Mormoro, portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «Non voglio diventare sorda per colpa tua.»

Alessia trattiene una risata, beccandosi un'occhiataccia da Shawn.
Siamo arrivati in questo albergo quaranta minuti fa e già stiamo dando spettacolo nel ristorante. Siamo a New York, una delle città più belle che abbia mai visto.

Ovviamendes è tutto rovinato con la presenza di Shawn, ma cercherò di evitarlo il più possibile.

Brendon sbadiglia e poi mi guarda. «Ma non avevi detto che alla fine non era tanto male, dal vivo?»

Shawn si gira a guardarmi con un sorriso sarcastico, mentre io trucido con lo sguardo mio fratello. L'ho detto, è vero, ma è evidente che non ero in me. E poi non volevo che Shawn lo sapesse.

«Avrai capito male. Io ho detto che mi sentivo male a sentirlo dal vivo.» Continuo a guardarlo male e piego anche un po' la testa lateralmente cercando di avere un'aria minacciosa.

Ma ovviamente, per la squallida ragazza quale sono, nessuno ha paura di me.
Ops, scusate.
Volevo dire ovviamendes.

Shawn serra le labbra per non dire più niente e dopo un po' inizia a parlare con Jordan & Company.

Alessia, che è di fianco a me, mi fa un sorriso triste. «Pensavo che aveste chiarito, più o meno. Parlare non è servito?»

«Non abbia esattamente parlato.» Dico, alludendo al fatto che ci siamo baciati. Dio, ancora non ci credo.

Cosa diavolo ho nel cervello? Porcospini, per caso? Speriamo che me lo forino e mi ammazzino.

«In che senso, Zoe?» Alessia versa l'acqua nel suo bicchiere. Da quel che ho capito è astemia. «Se ne è andato subito dopo?»

Decido di giocare un po' sporco. «In realtà mi ha chiesto di andare a letto con lui. Però tranquilla, ci siamo solo baciati. Chi la biasima a Camila?»

Alessia sputa tutta l'acqua che stava bevendo addosso alla truccatrice di Shawn, quella che mi ha rubato il posto in aereo.

Ben ti sta, stronza. Penso, mentre tutti si girano a guardare Alessia, che fissa prima me, poi Shawn e viceversa con occhi sbarrati.

La truccatrice borbotta qualcosa, poi corre via per cambiarsi. Vabbè, ma che esagerata: mica Alessia ha la peste come qualcun altro.

«Cosa-» Julian guarda Alessia, poi i suoi occhi ricadono su di me e alza gli occhi al cielo. «Perché ho l'impressione che oramai in qualunque situazione imbarazzante c'entra Zoe?»

«Ciao.» Gli sorrido, in modo ironico. «Io sono Zoe Disastro Lewis.»

«Non dimenticarti Caso-umano come terzo nome.» Bofonchia Shawn, passando un tovagliolino ad Alessia, per farle asciugare il pasticcio che ha fatto.

«Oh, no.» Aiuto anche io a pulire, perché mi sento in colpa. «Quello é il secondo nome di Camila, non glielo ruberei mai.»

«Voi due...» Bisbiglia Alessia, ancora in fase di shock. Indica con il dito prima me e poi Shawn. «Insomma state... insieme?»

Brendon aggrotta la fronte. «Perché dovrebbero?»

E mentre Shawn dice un secco no, io scoppio a ridere. Rido così forte che mi viene da piangere dalle risate e tutti, e dico proprio tutti, quelli della sala si girano verso di me.

Quando mi calmo, mi asciugo con i palmi delle mani le guance. «Scusate, ma era la battuta più bella che avessi mai sentito. Ale, per caso hai anticipato il primo d'aprile?»

Lei apre la bocca e subito dopo la richiude. Si limita a scuotere la testa.

«Bene.» Mi schiarisco la voce. «Perché stai delirando.»

«Zoe.» Shawn borbotta il mio nome con fare minaccioso. «Piantala.»

«Dove?» Gli sorrido e appoggio i gomiti sul tavolo, anche se so che è maleducato. Poi mi sorreggo la testa con le mani. «Non vedo un giardino.»

«Ditemi che non l'ha detto sul serio.» Afferma Jordan. «Perché altrimenti devo cambiare crush.»

Shawn si gira verso di lui. «Lei é la tua crush?»
Mi mordo il labbro. Il modo in cui ha detto "lei" non era per niente amichevole. Nè felice. Sprizza disgusto, in realtà, anche se mi ha baciato qualche ora fa.

O io ho baciato lui?
Non me lo ricordo, so solo che le sue labbra sono morbide e hanno un buon sapore.

Forse quella che sta delirando sono io e non Alessia.

«Sì, Shawn.» Jordan alza gli occhi al cielo, poi si gira verso di me con un sorriso imbarazzato. «Scusa Zoe, mi è scappato. Avrei voluto dirtelo in modo più... romantico.»

«Ti avrei dato un palo comunque, perciò meglio così.» Prendo il bicchiere della birra e lo alzo a mo' di brindisi, anche se non c'è proprio nulla da brindare.

Se a lui piaccio lo stesso, l'ho appena distrutto. E lui ha distrutto me in un certo senso: chiedo troppo, se volevo che la prima persona che ha una cotta per me me lo dicesse in modo più carino?

Alessia mi dà una gomitata sotto il tavolo e ammicca a qualcosa verso la mia sinistra. Seguo il suo sguardo e trovo Shawn che sta giocando nervosamente con il cibo nel piatto. Oh, no. Il povero illuso non penserà che ho una cotta per lui, vero?

Mi schiarisco la voce e guardo mio fratello, giusto per fare qualcosa. «Come stai, Brendon?»

Oliver si porta una mano davanti alla faccia, trattenendo un sorriso, e mio fratello trattiene una risata, probabilmente capendo il mio disagio.

Io però non sono divertita. Non voglio che qualcuno abbia una cotta per me.

Altro che tour dell'estate, mi sembra di stare una soap opera. E l'occhiatina che ci lanciamo io e Shawn... non mi piace per niente.

I hadn't planned to fall in loveWhere stories live. Discover now