Capitolo 31

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«È proprio cotto.» Sta dicendo mia madre, per la quindicesima volta. Si sta riferendo a Shawn.

Sono già passati due giorni e ieri il dottore mi ha finalmente levato la flebo. Ancora non mi sono vista allo specchio, perché la camera dove sono ha il bagno e ho chiesto alla mamma di coprirlo con un telo. Non voglio vedermi.

«No, mamma.» Ripeto esasperata. Oggi pomeriggio mi dimettono dall'ospedale e tra due giorni partiremo per l'Europa. Io e mia madre stiamo parlando per far passare velocemente la mattina: entrambe stiamo parlando a gambe incrociate sul mio letto singolo, in modo da entrarci tutt'e due.

Lei sbuffa leggermente. «Invece sì. Ti ricordi di mio fratello, tuo zio Sam?» La mamma mi guarda con un sopracciglio inarcato e mi ritrovo ad annuire. Me lo ricordo bene, lo vedevamo sempre, poi si è trasferito in Norvegia e non lo sento da quasi due anni.

«E ti ricordi il barbecue del venerdì sera?» Annuisco di nuovo a mia madre. Ogni venerdì ci vedevamo in famiglia per cenare insieme. Mio zio aveva la casa con il giardino e si divertiva a fare il barbecue, quindi facevamo sempre quello.

«Beh, Shawn è abbrustolito per te come una delle salsicce di zio Sam.» Mamma scrolla le spalle, come se avesse detto una delle metafore più normali al mondo. Ha appena paragonato Shawn... ad una salsiccia. Inizio a capire perché sono sempre così imbarazzante.

«Ci rinuncio.» Borbotto, appoggiandomi con le spalle al muro. Mamma fa un sorrisetto, che capisco solo dopo è malizioso.

«Siete già arrivati in terza base?»

«Mamma!» Avvampo e urlo al tempo stesso. Ma come le vengono certe domande?

Mia madre alza gli occhi al cielo. «Andiamo, Zoe. Lui è un bellissimo pezzo di manzo e avrai anche tu degli ormoni. Alla tua età io sarei resistita al massimo dieci minuti.»
Mi mordo il labbro per non scoppiare a ridere "pezzo di manzo" mi ricorda la figura che ho fatto con il cassiere del McDonald's.

Scuoto la testa. «Non credo sia sano parlarne.»

Lei si illumina, come se avesse visto Gesù Cristo in persona. «Allora avevo ragione! È successo! Dio, Zoe, sono così fiera di te. Io l'avevo detto che non potevi odiarlo...»

«Mamma.» La riprendo di nuovo, questa volta più calma, e guardandola male. Non provo neanche più a negare nulla: non serve a niente, continuerebbe a dire le stesse cose.

«Come sei noiosa, Zoe.» Lei alza gli occhi al cielo, dandomi una piccola spinta giocosa. «Da quando hai Alessia non mi racconti più nulla. Non sono più la tua migliore amica?»

Ed eccoli: i sensi di colpa. So che è una cosa stupida, ma non posso farci granché. «Non è questo, mamma. Ti racconto sempre tutto, lo sai. Semplicemente non mi va di parlare di questo.»

Mia madre inarca un sopracciglio. «Di questo argomento preciso o di Shawn in generale?»

È incredibile come riesca sempre a capirmi. Anche quando penso che non è concentrata a guardarmi nel profondo, perché magari sta scherzando, mi stupisce sempre. «Di Shawn.» Ammetto piano, più a me stessa che a lei.

Divento sempre nervosa quando si tratta di lui. Anche leggere un articolo che parla di Mendes mi mette ansia.
«Perché, tesoro? Non dovresti essere così chiusa in te stessa, soprattutto quando c'è di mezzo il ragazzo che ti piace.»

«Perché non avevo programmato di innamorarmi, mamma.» Mi stringo nelle spalle e ignoro il dolore alle costole. «Ci sono momenti in cui sembra che stiamo quasi insieme, ma non è mai così. Lui scrive canzoni d'amore, me le fa sentire, eppure non sono mai per me. Nel senso, non me lo dice, quindi non lo sono. E sono spaventata anche solo di parlare di lui perché magari parlarne mi fa illudere e non voglio ritrovarmi con il cuore spezzato.»

Ho visto una sola persona con il cuore in mille pezzi: mia madre. E non voglio finire così. Si metteva a piangere anche nelle situazioni più semplici, ad esempio mentre guidava la macchina o cucinava.
A casa abbiamo anche bandito il polpettone, perché era il piatto preferito di papà. "Era" perché adesso non lo so: negli anni queste cose cambiano.

La mamma sorride un po'. «Capisco, bambina mia, ma dovresti comunque goderti questi momenti. L'amore è meraviglioso, Zoe, concentrati su questo e non sulla paura di avere il cuore spezzato. Goditi le scosse, le farfalle nello stomaco e le mani sudate, perché un giorno ti mancheranno.»

Annuisco piano e ricambio il sorriso. Adesso riesco a fare quasi tutto senza provare dolore: scuotere la testa, annuire, sorridere. Solo quando muovo il corpo, come stringermi nelle spalle o camminare, provo delle fitte di dolore. «Grazie, mamma.»

Lei fa l'occhiolino e sorride. «Quando vuoi, migliore amica.»

Ci guardiamo e un attimo dopo stiamo ridendo a crepapelle. Lo stomaco mi fa male, ma ridere è così liberatorio che non smetto neanche quando sento le fitte.

Ci calmiamo solo quando qualcuno bussa alla porta. «Avanti!» Diciamo insieme e ridacchiamo per altri due o tre secondi.

La porta si apre e Shawn si affaccia, facendo entrare nella stanza solo la testa. «Scusate, non volevo interrompervi. Pensavo che Zoe fosse da sola.»

Mia madre mi dà una gomitata fin troppo forte al fianco e io gemo di dolore. «Stai tranquillo, tesoro. Entra pure.»

Tesoro? Da quando mia madre chiama le persone "tesoro"? Spero che adesso non se ne esca con qualcosa di imbarazzante. Voglio dire, già mi impegno di mio, non ho bisogno che ci si metta anche mia mamma.

Shawn si schiarisce la voce. «Non vorrei disturbare.»

Mia madre gli fa segno con la mano, come se avesse detto una sciocchezza. «Non disturbi affatto.» Poi si alza e mi lancia un'occhiata. «Anzi, vi lascio un po' da soli. Voi fate tutto ciò che dovete far- cioè volevo dire parlate. Parlate di tutto ciò di cui dovete parlare. Prendevi il vostro tempo...»

«Mamma.» La interrompo, tutta rossa in viso. Non posso credere a quello che ha detto. Shawn ha uno sguardo imbarazzato e sorpreso, più o meno quanto il mio.

«Va bene, vado.» Mamma ridacchia nervosamente. «Non pensavo che questo giorno sarebbe arrivato tanto presto. Ma gli uccellini volano sempre via dal nido, no?» Mia madre ha un problema con le metafore e le similitudini.

Prima che possa dire qualcos'altro esce dalla stanza, chiudendosi velocemente la porta alle spalle. Shawn sbatte un paio di volte le palpebre, sembra confuso. «Ha appena alluso a quello che penso?»

Mi porto le mani davanti al viso per nascondere me e il mio rossore. «Oddio, mi dispiace Shawn. Io non le ho detto niente, ha fatto tutto da sola.»

Lui mi sposta le mani dal volto e mi sorride. «Tranquilla, Zoe.» Poi fa un cenno allo zaino che, noto solo ora, ha su una spalla. «Ho portato il computer per vederci un film. Sempre se ti va, ovviamendes.»

«Certo.» Sussurro, facendogli spazio per farlo sedere sul letto. Lui si stende e io vicino a lui. Mi circonda le spalle con un braccio e istintivamente poggio la testa sul suo petto. Il cuore gli batte veloce, come sempre, e l'aria diventa carica di elettricità.

Shawn accende il computer e mette il film. Non leggo il titolo e non lo seguo. Mi concentro solo sul ragazzo di cui sono innamorata.

I hadn't planned to fall in loveWhere stories live. Discover now