Capitolo 9

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Grazie per le stelline, i commenti e le letture ❤️

Cinque giorni dopo il giro per Toronto io e Brendon ci vediamo con gli altri per partire.

Il tour inizierà negli Stati Uniti, a Boston, e finirà tra quasi un anno. Io parteciperò solo ai primi tre mesi, ovvero nelle tappe degli Stati Uniti e dell'Europa.

«Shawn, come ti senti? La voce? Ti fa male la gola?» La madre di Shawn, che ho conosciuto dieci minuti fa, lo sta bombardando di domande da circa quindici minuti. Si è fermata giusto per presentarsi a me.

«Sto bene, mamma.» Alza gli occhi al cielo lui. Da quel che ho capito ha anche una sorella più piccola, che però non verrà in tour, così come i suoi genitori.

Voglio un po' di libertà, mi ha spiegato. Come se poi glielo avessi chiesto... ha fatto tutto lui. Io stavo zitta e lo fissavo, guardandolo truce.

«Si deve preoccupare se torna vivo. Sa quante psicopatiche lo seguono, signora Mendes?» Non so perché, ma lei mi sta simpatica. E dal sorriso che mi ha rivolto le sembro simpatica anche io.

Ci credo... se Mendes le ha presentato Camila è rimasta traumatizzata.

«Hai proprio ragione, Zoe.» Sua madre annuisce e Brendon mi dà una gomitata, quando sto per scoppiare a ridere. «Shawn, forse è meglio se aspetti di essere un po' più grande.»

«Dio, mamma, ho vent'anni! E la psicopatica ce la portiamo in tour.»

«Camila viene quindi?» Intervengo e mi becco un'occhiataccia da Mendes. Avevano detto di no, ma quanto pare ho capito male.

«Zoe...» Jordan bisbiglia per non farsi sentire dagli altri. «...credo si stia riferendo a te.»

La mia bocca prende la forma di una piccola o. La madre di Shawn continua ad agitare le mani in aria e blaterare qualcosa sulla sicurezza del figlio.

Salutalo bene che non te lo faccio tornare a casa vivo.

«Speriamo che qualche fan lo rapisca e lo uccida.» Dico a voce troppo alta, dato che tutti si girano verso di me. Il diretto interessato, sua madre, Julian, mio fratello e quelli della band, per non parlare degli addetti e assistenti, che non mi hanno mai visto in vita loro e che già mi hanno preso per una psicopatica.

Mi schiarisco la voce. «Lo uccida... di baci.» Cerco di salvarmi al calcio d'angolo. «Credo che Shawn abbia bisogno di più amore.»

Sua madre, che si chiama Karen, annuisce. «Lo credo anche io. Non ha una ragazza da... tesoro, adesso che ci penso non hai mai avuto una ragazza.»

Inizio a fare una tosse finta. «Camila.» Sussurro prima di ritornare a tossire.

Brendon scuote la testa e si avvia verso l'aereo. Abbiamo già fatto i controlli e... indovinate? Mendes ha l'aereo privato. Figuratevi se si spostava come le persone normali.

Ci manca solo che sopra la coda dell'aereo ci sia la sua faccia e io mi precipito giù dall'aereo quando siamo in volo.

Mi immagino già io, che precipito, e che urlo "I believe I can fly, I believe I can touch the sky". Uno spettacolo da non perdere, insomma.

«Stai bene, Zoe?» Jordan mi mette una mano dietro la schiena, non capendo che la mia tosse è solo una messa in scena.

Shawn gli prende il braccio, dato che mi ha iniziato a dare dei colpetti come a voler placare la mia tosse, e glielo sposta. «Cretino, non lo vedi che sta fingendo?»

Jordan scuote leggermente la testa e poi si scusa. Gli sorrido e gli dico che non fa niente.

La mezz'ora successiva passa davvero in fretta. Shawn saluta sua madre e l'equipaggio di volo si assicura i permessi per decollare.

Scopro con mia grande sorpresa che sull'aereo non c'è il mega faccino di Mendes, ma una scritta nera di qualche compagnia aerea privata. Beh, meglio.

L'aereo è identico a quelli di linea, solo che ci sono meno posti e i sedili sembrano molto più confortanti, come se fossero tutti di prima classe. Credo che sia l'unica cosa di questa estate che mi sta piacendo.

«Prendete posto dove più preferite.» Sta dicendo l'hostess. «Signor Mendes, è un piacere riaverla a bordo con noi.»

«Piacere mio.» Sorride Shawn, poi si va a sedere al primo posto davanti.
Brendon si è messo dietro di lui, con Jordan dietro di lui. Il resto della band è dietro di loro e gli assistenti si mettono in posti sparsi. Nessuno ha il coraggio di sedersi vicino a lui.

Scrollo la testa e mi avvio per il corridoio dell'aereo per sedermi ad un posto vicino al finestrino, più o meno a metà fila, quando la parrucchiera personale di Shawn mi ruba il posto.

«Scusi.» Nonostante mi sto in un certo senso scusando, il mio tono di voce è tutt'altro che amichevole. Beh, che posso dire? Mendes fa uscire il lato peggiore di me. «Quel posto è mio.»

«C'è un posto proprio là davanti.» La signora mi indica con la mano il posto vicino a Shawn.

«Non posso smettermi lì. Vede, sono già stata malata a causa sua una volta e non si sa come sono ancora viva. La prego.» Tamburello con le dita sulla cinghia del mio zaino, impaziente di sentire la signora scusarsi e alzarsi.

Ma lei mi fa un sorriso comprensivo. «Già, l'amore è una brutta malattia. Sono sicura però che Shawn non ti farà pesare la cosa. È un ragazzo d'oro.»

«Ma che diavolo dice?» Sbotto. «Io lo schifo, a stento riesco a non sputargli in un occhio, figuriamoci innamorarmi di-» «Signorina.» Vengo interrotta da qualcuno dietro di me.

Quando mi giro, noto che è l'hostess. «Dovremmo decollare e lei dovrebbe sedersi.»

Indico con il capo la signora. «Quello sarebbe il mio posto.»

Al che la parrucchiera di Shawn si inizia a irritare. «I posti non sono assegnati, per l'amor del cielo.»

«Io se voglio la mando in ospedale-» Due braccia mi prendono per la vita e mi sollevano da terra. Mi inizio a dimenare. «Brendon, lasciami! Lasciami!»

Poi però vedo mio fratello sghignazzare con Jordan. E allora capisco. E allora mi dimeno sul serio, perché è una questione di vita o di morte.

«Oddio, che schifo! Shawn, hai la peste! Lasciami! Questo è sequestro di persona! La peste mendesiana mi sta ammazzando!» Poi mi lascia con un tonfo e quando mi guardo intorno -perché prima ero troppo impegnata a gridare e provare a liberarmi da Shawn- noto che sono seduta di fianco a lui.

Ma neanche morta. In più tutti mi stanno guardando divertiti, come se avessi fatto la cosa più divertente al mondo. In un certo senso però... forse visto dall'esterno può essere divertente. Solo un po', però.

Mio fratello che si tiene lo stomaco per le troppe risate è un'esagerazione.

«Hai finito di fare la matta?» Domanda bisbigliando Shawn, sedendosi al suo posto. Basta che allungo di qualche centimetro la mano per sfiorargli il braccio. Orripilante.

«Non stavo facendo la matta.» Lascio che la schiena si rilassi al contatto del sediolino e chiudo gli occhi. Oltre un lungo viaggio, ho la sensazione che sarà una lunga estate.

I hadn't planned to fall in loveWhere stories live. Discover now