Capitolo 27

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Continuo a guardarmi i piedi scalzi, perché ho levato le scarpe con il tacco per muovermi prima. E per non rompermi l'osso del collo.

Chiudo gli occhi trattenendo le lacrime. Mi sento ferita ed umiliata. Come farò, tra l'altro, a dirlo a mia madre tra qualche giorno? Non posso. Non posso dirle che mentre lei si faceva il culo per mantenerci lui è diventato un miliardario.

Ho ancora tutti gli sguardi delle persone nella testa. E poi i sussurri. Tutti che sussurravano tra di loro, che ridevano. Così ho fatto la codarda per la prima volta nella mia vita: ho levato le scarpe e sono corsa via. Adesso sono sul tetto dell'hotel: in camera gli altri mi staranno sicuramente cercando. E Brendon ha le chiavi della mia stanza perché io perdo sempre le mie. E adesso ho bisogno di stare un po' da sola.

Anche Shawn l'ha capito, perché non ha neanche cercato di rincorrermi. Mi ha chiamato, appena uscita fuori da casa di Taylor Swift, io ho scosso la testa e detto di lasciarmi stare. E lui l'ha fatto.

Mio padre -ma posso ancora chiamarlo così?- non si è neanche mosso. Mi ha semplicemente guardato come se fossi una sconosciuta. E forse adesso pensa che io sia questo. Dovrei vederlo anche io come uno sconosciuto, ma non ci riesco.

Appena ci penso non riesco sul serio ad odiarlo. Penso che ci ha abbandonati, che è stato uno stronzo, ma mi viene anche in mente quando mi portava alle partite di motocross e ridevamo fino a piangere. O a quando da bambina mi spingeva sull'altalena, a quando mi ha insegnato andare in bici e poi in moto. Penso a quando era un padre.
E quei ricordi mi impediscono di odiarlo.

Forse funziona un po' così per tutti. Quando volevi bene ad una persona e dici di odiarla perché ti ha fatto star male, tu non la odi mai sul serio. Semplicemente dire "lo odio" è più facile e meno doloroso di dire "non sono abbastanza per lui" o "mi sono fidata troppo". Ma come fai a non fidarti di tuo padre, nel mio caso? È innaturale. É ovvio che uno si fida.

Vorrei solo che lui non mi avesse abbandonato. Forse starei meglio con me stessa se lui fosse rimasto vicino a me. Forse adesso sarei anche una campionessa di motocross, come sognavo da bambina. Ho smesso perché lui se ne è andato. E quello era il nostro sogno. Quindi che senso aveva realizzarlo senza di lui?

«Zoe.» Sussulto quando Shawn fa capolino sul tetto. Pensavo che non ci sarebbe arrivato.

Non mi giro neanche a guardarlo, perché non voglio fargli vedere che sto piangendo. Per la milionesima volta.
Si siede vicino a me. «Stai bene?»

Ho spaventato tutti quanti, lo so. Scappando via senza dire niente e non essermi fatta trovare in camera deve averli messi in allarme. Così decido di essere onesta, per sdebitarmi un minuto. «No.»

Lui mi stringe a sé ed io appoggio la testa sul suo petto, per sentire il suo cuore. «Mi dispiace, Zoe. Non avevo idea di chi fosse lo sponsor di Taylor. Non ci sarei mai andato, altrimenti.»

Annuisco piano. «Lo so, non preoccuparti.» Brendon però lo sapeva. Gliel'ho letto negli occhi quando l'ho guardato. Era mortificato. Beh, in questo momento se ne andasse a 'fanculo.

«Comunque gli ho dato una bella lezione.» Alzo la testa nell'esatto momento in cui lo dice.

«Che significa, Shawn?» Lui fa spallucce, poi spinge delicatamente la mia testa in modo da ritrovarci nella posizione di prima. Inizia anche ad accarezzarmi i capelli.

«Che forse gli ho dato un pugno sul naso.» Lo sento esitare all'inizio. Ha paura che io mi arrabbi. Invece la trovò una cosa dolce picchiare mio padre per me.

«Gli hai fatto male?» Inizio a tracciare dei cerchi immaginari sulla parte del petto che la camicia lascia scoperta.

Annuisce piano. «Un po'.»

Accenno un sorriso. «Bene.» Forse è cattivo, ma voglio che mio padre soffra quasi quanto ho sofferto io. E se Shawn gli ha dato un pugno sul naso al posto mio, beh, ben venga.

Per un po' nessuno dei due dice niente. Io continuo a sfiorargli il petto con le dita, lui continua ad accarezzarmi i capelli e a stringermi a sé.
«Non c'è una rete di sicurezza che sta sotto, sono libero/libero di caderci con tutte le scarpe/ ti sei innamorata di uomini che non erano quelli che apparivano/ intrappolati in una corda tesa ora che siamo qui, siamo liberi/innamorandomi completamente di te/ passiamo rapidamente fra due anni, yeah/ cresciuti nel luogo dove viviamo/ facciamo l'amore, poi litighiamo.» Bisbiglia piano, la mio orecchio. «È un altro pezzo della canzone, avevo promesso che saresti stata la prima.»

Alzo la testa verso di lui, ancora con la mano sul suo petto. È proprio sul suo cuore, che batte veloce. Lo sento da qui. «È bellissima, Shawn.»

«Tu sei bellissima.» Sussurra lui, dandomi un bacio sulla fronte. «Innamorandomi completamente di te.» Sussurra piano, poggiando poi la fronte sulla mia.

Spalanco un po' gli occhi. Sta dicendo quel che penso?
Voglio chiederglielo, ma nella mia testa ci sono altri pensieri. E così mi ritrovo a dire altro. «Voglio essere tua per stanotte, Shawn. Tua sul serio.»

Per qualche secondo non dice niente, mi guarda solo negli occhi. «Sei sicura? Potrei attaccarti la peste.» Sorride di nuovo ed io scoppio a ridere.

Poi senza neanche rendermene conto gli circondo il collo con le braccia e gli dò un bacio a stampo. Mi viene naturale. Ed il gesto sembra così giusto che non penso neanche a scusarmi o ad imbarazzarmi. «Per te ne vale sicuramendes la pena.» Bisbiglio sorridendo, poi divento seria di colpo. «Voglio fare l'amore con te.»

Shawn mi bacia ed io ricambio senza neanche un attimo di esitazione.
Sto scoprendo che tutti meritiamo di essere amati, in qualche modo, e che Shawn è la persona che mi ama di più. Anche più di Brendon o di mia madre. Nessuno mi è mai rimasto così vicino. Nessuno avrebbe mai picchiato mio padre perché mi ha fatto star male.

Shawn si merita tutto il mio amore.
Ed io il suo.

~angolo autrice~
Spero che il capitolo vi piaccia ❤️

I hadn't planned to fall in loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora