Capitolo 25

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Per mia sfortuna il party di Taylor Swift arriva prima del previsto. I giorni volano, ma almeno imparo a ballare. Lo dice persino Barbara, che i primi giorni mi diceva che sembrava che quando ballavo stavo morendo.

Mi schiarisco la voce davanti allo specchio. Barbara mi sta finendo di aggiustare i capelli e poi io e Shawn dovremo andare. Non l'ho ancora visto e lui non ha ancora visto me.

Ho un vestito lungo. La parte superiore è senza spalline, bianco. Poi c'è una cintura in sete azzurro mare e la parte inferiore del medesimo colore. Stranamente non mi fa grassa, o bassa, e mi trovo quasi carina davanti allo specchio.

Barbara mi ha anche truccato un po' e i capelli sono raccolti in una crocchia. Due ciocche sono lasciate libere e le ha arricciate. «Devi essere bella per le foto e i paparazzi.» Mi ha detto la truccatrice di Shawn e la mia insegnante di ballo, quando l'ho guardata stranita per tutto il trucco e la pettinatura.

«Sei proprio bella, Zoe.» Mi sorride attraverso lo specchio. Ho promesso anche a mia madre di mandarle una foto, ma mi imbarazzo a chiederle di farmene una. Le manderò una di quelle che mi fanno i paparazzi.

Le sorrido. Adesso non è più tanto antipatica, forse entro stasera riuscirò anche a perdonarla per avermi lasciato in aereo vicino a Shawn. «Grazie, Barb.» Sí, adesso ogni tanto la chiamo anche io così.

Lei manda un messaggio al gruppo che abbiamo tutti insieme, dicendo che sono pronta. Shawn risponde dopo neanche un minuto, dicendo che è già fuori l'albergo.

Andremo noi due in una macchina, Alessia con il suo accompagnatore in un'altra e la band e mio fratello in un'altra. Brendon, né Jordan o gli altri hanno accompagnatrici. Mentre non ho idea di chi si è trovata Camila.
Probabilmente dentro il vestito avrà anche messo un'ascia per tagliarmi la testa durante la cena.

Saluto con due baci formali sulle guance Barbara e esco dall'albergo. Shawn è appoggiato alla macchina, che da quel che ho capito ha affittato solo per stasera.

Trattengo il fiato appena lo vedo. Ha una camicia bianca, lasciata aperta negli ultimi bottoni e si vede l'inizio degli addominali. I pantaloni sono neri e ha delle scarpe eleganti. È stupendo, purtroppo.

Dico purtroppo perché io e il resto della popolazione mondiale femminile, e anche i gay ed i bisex, non faremo altro che fissarlo.

Come se sentisse il mio sguardo, alza gli occhi su di me e accenna un sorriso. Sembra sorpreso. Forse perché ho i tacchi e non ci so camminare e per arrivare davanti alla macchina inciampo circa sei volte.

Sto per fare l'ultima caduta, che finirà con la mia faccia spiaccicata al suolo, ma Mendes mi afferra in tempo. «Attenta.» Sussurra, rimettendomi in piedi. Ha la fronte corrucciata.

«Grazie.» Sussurro, schiarendomi la voce. Reprimo l'istinto di baciarlo e di dirgli di fare ciò che vuole con me.
Placa gli ormoni, Lewis. Mi ripeto nella testa. Non stuprarlo. Per favore contieniti.

Shawn però rimane con le mani sulla mia vita e continua a guardarmi, senza dire niente. Rimango un po' delusa. Nei film vedi tutti i cavalieri che ti guardano e dicono che sei stupenda, e poi Mendes mi guarda e basta. Non che il suo sguardo dica che gli faccio schifo, sia chiaro, però mi sono fatta tanti film mentali.

Ma non ho mai pensato al suo silenzio.
«Stai bene, Shawn?»

«Sí.» Sussurra piano, lasciando la mia vita. Mi lascia un bacio sulla fronte e quando parla le sue labbra sfiorano la mia pelle. «Sto solo decidendo se ho più voglia di baciarti adesso oppure quando sei struccata. Probabilmente in tutte e due le situazioni. Ti voglio baciare e basta.»

Il mio cuore perde non so quanti battiti e divento rossa. Mi sento il viso in fiamme e mi chiedo se nella mia borsa un mini estintore ci entrerebbe.

Senza neanche pensarci, metto le mani sui suoi fianchi e lo avvicino a me. Però non ci baciamo. «Anche io. Ma se roviniamo il rossetto ho paura che Barbara ci ammazza.»

Shawn ridacchia e annuisce. A malavoglia, glielo leggo in faccia, si allontana e apre la portiera per me. «Mia dama.» Fa anche un piccolo inchino ed io rido prima di salire.

Faccio attenzione al vestito per tutto il tempo e chiedo a Shawn se posso mettere la musica. Metto la prima stazione radio che trovo e riconosco la voce di Mendes. La canzone è Life of the party -sí, in queste settimane ho imparato anche i titoli-.

Sorrido nella sua direzione, e lui mi lancia un'occhiata. «Puoi cambiare, sai? Lo so che non ti piacciono.»

Mi stringo nelle spalle. In realtà adesso non faccio altro che ascoltare sue canzoni, e non solo dal vivo. Anche quando faccio la doccia, o mi preparo, o faccio le valigie. Metto la musica e spesso metto le sue. «Voglio sentirla.»

Non so come reagisce, perché sono troppo timida e nervosa adesso per guardarlo, così giro la testa verso il finestrino. Los Angeles è diventata una delle mie città preferite.
Siamo arrivati qui soltanto ieri, ma già la amo. Shawn ha anche già fatto il suo concerto qui, ieri sera.

«Stai tranquilla.» Sussurra lui, prendendomi la mano. Riesco giusto a trattenere un sussulto. «Amerai Taylor e lei amerà te. È molto simile ad Alessia, caratterialmente.»

Stringo le labbra in una linea sottile, ma smetto appena mi ricordo del rossetto. Mannaggia a Barbara. «Non è di Taylor di cui sono preoccupata.»

Intanto arriviamo e fuori la casa di Taylor Swift ci sono una marea di persone. Molti hanno macchine fotografiche professioniste. Paparazzi.

Shawn parcheggia al lato opposto rispetto alla casa e si gira a guardarmi. Intanto tutte le persone si girano curiose verso di noi. I vetri sono oscurati, quindi non riescono a capire chi siamo. O meglio, chi è Shawn. «Non sono cattivi. Tu ignorali e basta. Se ti fanno una domanda, o ti accusano di qualcosa, continua a camminare come se non avessi sentito niente.» Detto questo, apre lo sportello e scende. Tutti cercando di attraversare la strana per andare da Shawn, ma lui apre lo sportello a me e mi circonda la vita con un braccio.

Ignoriamo i paparazzi proprio come ha detto. Chiedono principalmente se stiamo insieme e chi sono, ma per il resto sono domande innocue. Shawn non lascia la mia vita neanche quando entriamo dentro, al riparo dai paparazzi, e la cosa non mi dispiace neanche un po'.

«Shawn!» Una ragazza alta, bionda e bellissima si precipita tra le sue braccia. Taylor.

Alessia ieri mi ha detto che sono grandi amici, ma di non preoccuparmi, perché non c'è niente tra loro. Io ho fatto spallucce e detto che non mi interessa, ma è una grossa bugia.
Credo se ne sia accorto anche il muro della mia stanza, quando l'ho detto.

Taylor si stacca di colpo da Shawn e punta i suoi occhi nei miei. Mi sorride e io non riesco a non ricambiare. Mi sento euforica come quando ho conosciuto Alessia.

«Tu devi essere Zoe.» Annuisco alla sua affermazione e le porgo la mano. Shawn sorride mentre mi guarda.

«Sí, sono io.» Mi schiarisco la voce e spero che mi senta: la musica è altissima ed è pieno di persone. Persone famose. Sto per entrare nel panico. «Piacere di conoscerti.»

«Il piacere è tutto mio! Shawn e Alessia mi hanno parlato tanto di te. Tra l'altro, hai un nome bellissimo.» Prende un calice di champagne da un vassoio e me ne porge uno.

Quando lo afferro, le dita mi tremano. «Una mia amica aveva un gatto che si chiamava Zoe.» Dico, senza neanche pensare. Taylor ridacchia e dice che sono divertente, mentre io vorrei solo sbattere la testa al muro, svenire e infine non svegliarmi più.

I hadn't planned to fall in loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora