3. Sei impegnata?

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<<Quindi cosa ci dici di te?>> domanda Filiberta, sorseggiando il suo Margarita.

Scuoto la testa, ormai certa che i miei coinquilini mi hanno invitata, solo perché volevano scoprire qualcosa in più su di me.

Ad alcuni non piaccio, ad altri invece non ispiro fiducia!

Sono una santa, non si vede?

<<Lavoro in un'azienda pubblicitaria>> mi limito a dire, sentendomi un po' a disagio.

Sarà perché ho tutti gli occhi puntati addosso, soprattutto quelli dello stronzo, che sembra aspetti che commetta un errore.

Non succederà.

<<Bello! Hai sempre desiderato fare questo lavoro?>> continua con il suo interrogatorio, ignorando le mie occhiatacce.

<<Non lo so, non che io ricordi>> mando giù il cocktail analcolico, non appena l'espressione di Andrea cambia, sembra confuso.

Vorrei che la smettessero, non sono una criminale.

<<Come fai a non ricordartelo, io da grande desideravo diventare una donna!>> esclama facendomi aggrottare le sopracciglia.

Non è mai stata una donna?

<< Mamma che vuol dire?>> chiede Francesco confuso quanto me, per l'affermazione di Filiberta.

<<Nulla tesoro>> fingo che la questione non mi incuriosisca nemmeno un po', rivolgendo un sorriso a quest'ultima che sembra soddisfatta del risultato ottenuto.

Non riesco proprio ad immaginarla nelle versioni di un uomo.

<< Sei impegnata?>> domanda, facendomi sbuffare sonoramente.

<<La vuoi smettere? Non è necessario farmi tutte queste domande, sono una persona per bene>> sbotto spazientita, bevendo tutto in un sorso la bevanda che ho ordinato, ignorando le occhiate confuse dei miei coinquilini.

<<Ha ragione>> aggiunge il moro facendomi aggrottare le sopracciglia.

Non mi aspettavo un suo intervento, probabilmente non gli piace assistere ad una discussione.

<<Va bene così, scusami Sara>>  annuisco, arrabbiata per il teatrino che hanno messo in scena, affinché io potessi accettare questa uscita.

Mai più, non uscirò mai più con loro.

<<Ok>> fingo di esserci passata sopra, solo perché non ho intenzione di rovinarmi la serata.

Non appena i miei coinquilini si allontanano o per fumare o per accaparrarsi qualcuno, mi avvicino ad Andrea che è rimasto seduto sulla poltrona.

Mi assicuro che Francesco stia realmente dormendo, avvicinandomi a lui  che tiene lo sguardo fisso nella parete.

<<Grazie, per poco fa'>> dico attirando la sua attenzione, adesso i suoi occhi indugiano sulla scollatura del mio vestitino nero.

<<Non l'ho mica fatto per te>> alzo gli occhi al cielo, maledicendo me stessa e tutti i miei buoni propositi che scompaiono ogni volta che rivolgo la parola a questo Dio greco.

<<Simpatico come sempre>> rispondo sarcastica, guadagnandomi un occhiataccia da parte sua.

<<Non scherzare con me>> sbotta, bevendo tutto in un sorso il suo aperol spritz.

<<Non voglio farti innervosire più di quanto non lo sei già. Mi ero avvicinata a te solo per ringraziarti>> affermo, tentando di non farlo innervosire ulteriormente.

Il mio coinquilino è uno stronzoWhere stories live. Discover now