23. Mi devi un altro favore

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<<Ma come ti è saltato in mente di portare Francesco in quel ristorante?>> sbraito alzando le braccia al cielo.

<<Non mi hai nemmeno avvisata>> continuo ad urlare a squarciagola, fregandomene di quello che potrebbero pensare i miei coinquilini e i miei vicini.

<<Potresti smetterla di urlare?>> mi chiede, ignorando le mie domande.

Sospiro pesantemente, incrociando le braccia al petto, con la speranza di trovare la calma che ho perso.

<<Perché mi hai seguita?>> chiedo, mordendomi il labbro inferiore.

<<Non ti ho seguito, avevo voglia di mangiare qualcosa in quel ristorante>> afferma scuoto la testa, per nulla convinta della sua giustificazione.

Ha chiesto il nome del ristorante al mio cliente. Lui non aveva intenzione di andare a cena fuori, era già in pigiama.

<<Immagino. Non ti permettere più, di mettere in mezzo mio figlio>> mi avvicino a lui puntando il dito, contro il suo petto nudo.

<<Dove sei stata?>> ringhia, togliendomi il dito dal  petto, avvicinandosi pericolosamente a me.

<<Non ti riguarda>> dico tra i denti, sfidandolo con lo sguardo, non lasciandomi intimidire dalla sua espressione severa.

<<Mi riguarda è come. Mi devi un altro favore>> avanza, fino a farmi scontrare le spalle sulla parete del soggiorno.

<<Non ti devo un bel niente. Non ti affiderò mai più mio figlio>> sbraito, spintonandolo un po', con l'intento di farlo allontanare da me.

<<Hai detto tante cose, fino ad ora hai fatto l'esatto opposto>> borbotta, lasciando cadere lo sguardo sulle mie labbra.

La sua mano, scivola sul mio fianco, il suo respiro ansante si infrange sulla pelle del mio collo.

Sto iniziando a sentire caldo.

Molto caldo.

<< Non ripeterò più lo stesso errore.>> sibilo, poggiando entrambe le mani sul suo petto che fa su e giù più velocemente.

Il suo cuore batte all'impazzata esattamente come il mio.

<<Lo ripeterai. Non siamo fatti per stare lontani>> afferma, lasciandomi senza parole.

Schiudo le labbra, sorpresa per questa sua improvvisa dolcezza. I suoi occhi che fino a qualche attimo fa' erano pieni di rabbia, adesso sembrano desiderosi, vogliosi di commettere un grosso errore. Di perdersi dentro i miei, di assaporare il sapore di questa attrazione che va oltre il semplice contatto fisico.

È un unione più intima che travolge anche le nostre menti.

Il mio corpo, mi manda dei messaggi piuttosto espliciti, desidera Andrea.

Cerco di ignorarli, imponendomi di rimanere lucida, ma l'ennesimo gesto di Andrea, mi manda in estasi.

Le sue labbra, mordono il mio collo, un gemito strozzato fuoriesce dalle mie labbra.

<<Basta>> mugolo, cercando di allontanarlo, ma ciò che ottengo è l'esatto opposto.

Le sue labbra continuano a giocare con il mio collo, mordendolo e succhiandolo con maggiore intensità.

<<Va bene>> biascica, scendendo giù con le labbra fino alla mia scollatura.

Un altro gemito fuoriesce dalla mia bocca, le gambe cedono, ed io sono costretta ad aggrapparmi al suo collo per non crollare al suolo.

Il mio coinquilino è uno stronzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora