38. Maledetto panino!

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<<Andrea mi ha invitata ad uscire>> si vanta la mia fantastica coinquilina, che arriccia una ciocca bionda tra le sue dita.

<<Mi ha anche detto che mi trova molto più attraente, di quella Sara>> bisbiglia all'altra sua amica, che alle sue parole scoppia a ridere.

Le odio.

Menomale che andrò via da questa casa molto presto.

Andrea

Non solo è bugiardo, ma è anche un puttaniere.

Mi concentro sul pentolino, dove bolle la pastina per il piccolo Francesco che sfortunatamente si è ammalato.

Ignoro le loro stupide offese anche se ho una gran voglia di rispondere e sbattergli in faccia quando le trovo stronze ed immature.

Una terza voce maschile proveniente dal soggiorno, mi obbliga ad affacciarmi dalla cucina, per capire chi è che parla con le troie. Per poco non spezzo il cucchiaio quando vedo Andrea ridere insieme alle oche.

Stronzo.

Ashley gli accarezza il braccio, e con l'indice gli sfiora la guancia lambendo alle labbra.

Non appena si accorge che io la sto guardando, mi lancia un occhiataccia, continuando a giocare con i miei nervi.

Cerca di posare le labbra sulla sua guancia, mostrandosi piuttosto sicura di sé, ma Andrea non glielo lascia fare, si sposta appena in tempo, correndo verso di me in fretta e furia.

<<Ciao>> mormora, infilando entrambe le mani dentro la tasca. Fulmino entrambi rientrando in cucina per servire il piatto caldo a mio figlio.

<<Sei arrabbiata?>> domanda cauto, avanzando lentamente verso la mia direzione.

<<Perché dovrei esserlo? Francesco sta male e tu stai qua a fare lo scemo con quelle gatte in calore>> sbraito, lanciando un occhiataccia ad Ashley, che da brava impicciona si è intromessa nella nostra conversazione.

<<Io non sono una gatta. Dai Andrea lasciala stare>> ringhia tirando il braccia al moro per portarlo via da me.

<<Lo sei eccome, hai sempre voglia di cazzo. Ma perché non inizi a crescere.>> ribatto, alzando le braccia al cielo, fulminando entrambi.

<<E tu che mi soffi l'uomo? Sei una grandissima troia>> sbraita, facendo un passo in avanti verso di me.

Io non ho rubato propri nulla!

<<L'uomo semmai l'hai soffiato tu a me.>> sbotto fregandomene delle occhiate di rimprovero di Andrea.

<<Ah si? Quando?>> mi sfiora la spalla, spintonandomi un po'.

<<Da sempre, lui è il padre di mio figlio e il mio compagno, toccalo un'altra volta e ti tappo quella vagina con il mio tacco didici>>urlo, spingendo Ashley con forza tanto che perde l'equilibrio cadendo a terra.

<<Sara basta>> interviene il moro, che mi prende in braccio, prendendo il piattino di Francesco al posto mio.

<<Occupiamoci di nostro figlio>> afferma, sotto lo sguardo sorpreso di Ashley che adesso sembra senza parole.

<<E Ashley, non ti ho mai voluto.>> ripete per l'ennesima volta, questa volta con più serietà. La mia adorabile coinquilina scoppia in lacrime correndo via nella sua stanza.

<<E tu basta, ti ho già dimostrato il mio interesse>> mi rimprovera, dirigendosi nella mia stanza dov'è sdraiato mio figlio con la febbre alta.

Mi mette giù esattamente quando entriamo in camera, sedendosi subito accanto a mio figlio, che lo saluta con entusiasmo quando lo vede.

Rimango ad osservare la scena, piuttosto incantata e commossa dal legame che hanno stretto in così poco tempo.

Deve saperlo ora o mai più.

Decido di avvicinarmi, non appena la mia coscienza inizia ad urlarmi che questo è il momento giusto per svelare la verità a Francesco, che desidera con tutto il cuore avere Andrea come padre.

<<Posso aggiungermi a voi?>> chiedo dolcemente, ma in tutta risposta ottengo un "no" deciso da mio figlio che sembra infastidito dalla mia presenza.

<<Devo parlare con Andrea, puoi uscire?>>afferma poco dopo spezzandomi il cuore con la sua richiesta. Decido di accontentarlo uscendo dalla stanza.

Rimango davanti alla porta minuti interminabili, mi rifugio in bagno esattamente quando un improvviso senso di nausea mi obbliga ad allontanarmi.

Maledetto panino!

<<Tutto bene?>> il moro fa la sua irruzione in bagno in tutto il suo splendore. Alzo gli occhi al cielo, alzandomi da terra, per sciacquarmi il viso.

<<Si. Che ti ha detto Francesco?>>domando asciugandomi il viso.

<<Che non vuole andare via>> ammette, facendomi abbassare lo sguardo, sentendomi subito in colpa.

<<Vuoi andartene?>> chiede poco dopo, un po' titubante come se temesse una mia risposta.

<<Sono stanca di discutere. Di ricevere offese gratuite da chiunque>> ammetto, sistemando l'asciugamano che ho appena usato.

<<Te ne vai?>> domanda nuovamente, questa volta con un tono più sicuro.

<<Andrea cerca di capirmi, per me non è facile vivere qui. Soprattutto dopo tutto quello che ho scoperto.>> ribatto, cercando di trattenere le lacrime che minacciano di uscire.

<<Avevi intenzione di dirmelo?>> ignora le mie spiegazioni, facendomi un'altra domanda.

<<Non lo so. Non ho ancora deciso nulla. Sto ancora cercando una sistemazione>> continuo a parlare, sentendomi tremendamente in colpa nei suoi confronti.

<<Non è necessario che tu vada via>> sbotta, dopo pochi minuti di silenzio.

Lo guardo in silenzio, nell'attesa di ricevere una spiegazione per questa sua affermazione.

<<Me ne andrò io.>> afferma uscendo dal bagno in fretta e furia rifugiandosi nella sua stanza.

Ho combinato un guaio.

Mi sento un mostro.

Sto sbagliando tutto.

Ciaooo
Ragazze domani c'è l'ultimo capitolo poi scriverò l'epilogo.
Stiamo giungendo alla fine 😭😭😭
Sto già male, mi mancheranno questi due muffin al cioccolato.
Ma hanno già sofferto abbastanza meritano un lieto fine. Che ne dite??

Il mio coinquilino è uno stronzoWhere stories live. Discover now