32. Lui chi è realmente?

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Se dovessi esprimere il mio stato d'animo, in questo momento lo definirei allegro.

Per tre giorni di fila non ho visto quell'uomo, mi ha lasciata fare il mio lavoro, in estrema tranquillità.

La sua mancanza mi ha permesso di vivermi la mia relazione con il moro in estrema tranquillità.

Sono felice, perché Andrea è un uomo fantastico, di mille sorprese.

Non immaginavo che l'amore potesse farmi così tanto bene.

Non credevo che Andrea, fosse in grado di farmi illudere.

Immagino ogni giorno, la mia vita futura con lui.

Una casa.

Un piccolo giardino ed un piccolo cagnolino.

Andrea è l'uomo giusto per me e per mio figlio.

Lui potrebbe diventare la figura paterna, che Francesco non ha mai avuto.

Lui già lo ama.

Stringo tra le mani la cartella, che contiene i fogli del lavoro che ho svolto per quell'idiota.

Oggi sarò libera.

Sono elettrizzata, perché oggi oltre che a liberarmi dell'idiota, avrò la possibilità di salire di grado.

Ciò significa che potrò permettermi una casa tutta mia, dare finalmente una stanza a Francesco.

Sono felicissima.

Busso alla porta del mio capo, sistemando un ultima volta i miei capelli biondi.

Non appena sento la sua voce, che mi autorizza ad entrare, abbasso la maniglia, entrando dentro il suo ufficio.

<<Buongiorno>> lo saluto con entusiasmo, sedendomi immediatamente davanti a lui, mostrandogli la cartella rossa, che appoggio sopra la sua scrivania di vetro.

<<Cos'è?>> inarca un sopracciglio, prendendo la cartella, ispezionando i fogli che contiene.

<< È il lavoro che mi è stato chiesto di fare, per Brian Brown>>affermo, sfregando nervosamente le mani sul pantalone nero.

<<Eccellente>> mormora, sfogliando i fogli con attenzione.

<<Allora che ve ne pare?>> chiedo un po' titubante, stringendo l'orlo della camicia

<<È uno dei lavori migliori che hai fatto.>> afferma, piuttosto soddisfatto.

<<Sono felice>> ammetto, mangiucchiando l'unghia del pollice.

È il momento della mia promozione.

<< Chiamerò il signor Brown. Nel frattempo avrai la tua promozione>> aggiunge, balzo in piedi, porgo la mano al mio capo, mordendo la lingua per evitare di urlare di gioia davanti a lui.

<<Può tornare nel suo ufficio>> mi stringe la mano, salutandomi con un sorriso soddisfatto.

<<Bene. Grazie ancora>> mi avvio verso l'uscita, rivolgendo un ultimo sorriso al mio capo.

<<Domani mattina, dovrà tornare per firmare alcuni documenti>> mi limito ad annuire, salutandolo un'ultima volta.

Non appena esco dal suo ufficio, inizio a saltellare per la gioia, ridendo come una bimba che ha appena ricevuto la bambola che ha sempre desiderato.

Devo chiamare Andrea.

Festeggiare per la mia promozione.

E per la gran liberazione.

Il mio coinquilino è uno stronzoWhere stories live. Discover now