Capitolo 18 - Sei incredibile, lo sai?

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Di poche cose sono sicura nella vita, una di queste è che Kaden Hale in tutti i suoi ventitré di vita non è mai stato in un supermercato e non lo dico per dire, è la verità, me l'ha confessato lui, okay, forse l'ho scoperto da sua sorella Willow e forse, dico forse, me l'ha confermato anche Konnell, il suo tanto "odiato" fratello.

Perciò dove lo sto portando in questo momento? Si, a fare la spesa nel mio giorno libero.

Andare al supermercato è una delle tante cose che adoro fare, mi diverte e rilassa allo stesso tempo, magari mi rilassa un po' meno fare la fila alla cassa, questo si, però tutto sommato il resto mi piace.

«Mi spieghi che ci devi fare al supermercato?» mi chiede Kaden non appena parcheggia, mi guarda come se gli avessi detto che andrò a rapinare una banca stile La Casa de Papel.

«Di solito al supermercato le persone normali ci vanno a fare la spesa.» rispondo con un sorriso divertito.

«Ecco perché sto chiedendo a te cosa ci devi fare.» ribatte lui, come sempre vuole avere l'ultima parola.

Dovrei sentimi offesa da ciò che ha appena detto?

«Mi stai dando dell'anormale?» gli chiedo, questa volta lo guardo come se la sua vita dipendesse dalla risposta che sta per darmi.

«Un po' sveglia lo sei, devo dartene credito.» mi risponde e io gli faccio il verso.

«Mettila così, mi sto autoinvitando a cenare a casa tua stasera e visto che dovremmo cucinare noi, ovviamente, dobbiamo fare la spesa.» decido di rispondere alla domanda che mi aveva fatto.

Non mi sto autoinvitando a casa sua solo per la scusa di fare la spesa ma anche perché lo costringerò, si fa per dire, a guardare come minimo due o tre cartoni animati della Disney, che è un'altra cosa che non ha mai fatto, e penso sia tristissimo.

«Stai invadendo la mia vita manco fosse un territorio da conquistare.» quasi mi affogo con la mia stessa saliva all'udire le sue parole, perché non ha poi tutti i torti, qualcosa voglio conquistare, magari il suo cuore.

«Su, andiamo ragazzone, fare la spesa non ti ucciderà.» borbotto alzando gli occhi al cielo.

La fa decisamente tragica.

«Ma tu si, prima o poi.» su questo non posso mica discutere.

«Non posso affermarlo, però nemmeno negarlo.»

Perciò venti minuti dopo il ragazzone sta spingendo un carrello con la stessa allegria che ha un bambino quando va a fare il vaccino, si, direi nulla, mentre io mi limito a prendere le cose che ci servono per cucinare o per mangiare durante la serata Disney.

«Andiamo, mettici un po' più di entusiasmo ragazzone, ringrazia che non mi sono infilata nel carrello e che non ti ho ordinato di spingermi da una parte all'altra ed è una cosa che adoro fare.» anche perché so che avrebbe preferito farsi strappare un arto a questo.

E' una cosa che faccio con Josh comunque, facciamo a turni, un po' lui spinge me, un po' il contrario, anche se mi ci vuole tanta forza e dopo mi viene il fiatone di una che ha appena finito di scalare l'Everest.

«Dovrei mettere entusiasmo nel fare la spesa?» mi chiede guardandomi decisamente male.

«E' quello che ho detto, mi pare.»

«Sarò sicuramente entusiasta quando ce ne andremo di qui.» ribatte lui guardandomi serio ed io mi trattengo dal ridergli in faccia, perché molto probabilmente mi lascerebbe qui da sola e se ne andrebbe.

«Che ne dici se io spingo il carrello e tu prendi le altre cose? O non ne sei capace?» decido di pungerlo nel suo orgoglio, lui vuole sempre dimostrare di saper far tutto e in parte è vero, perciò la prenderà come una sfida.

Arrivi TuWhere stories live. Discover now