Capitolo 46 - Sorpresa!

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Non sono mai stata una persona mattiniera, odio alzarmi presto e il mio corpo inizia a collaborare solo dopo le nove massimo le dieci del mattino, non prima. Mi tocca alzarmi però per le lezioni e fin qui ci siamo, però quando i miei fratelli poco fa mi hanno chiamato per incontrarci in caffetteria e ho visto che erano solo le otto del mattino, per di più di domenica, beh, diciamo che ho dato un po' di matto e ho chiuso subito il cellulare per tornare a dormire, il fatto è che i due stronzi quando ci si mettono sanno essere davvero insistenti, perciò dove sto andando adesso? Si, alla caffetteria con un diavolo per capello.

"Sto per entrare, vi conviene farmi trovare al tavolo un cornetto al cioccolato enorme, altrimenti potrei farvi a pezzettini e spedirvi in Honduras."

Invio il messaggio con un sorriso perfido stampato in faccia e do a loro cinque minuti prima di decidermi ad entrare, mi guardo intorno per qualche secondo e poi vedo mio fratello che mi fa un cenno di saluto con il braccio.

Mi avvicino con la lentezza di una marcia funebre e lo sguardo altrettanto felice, noto che il cornetto me l'hanno fatto trovare per davvero e quasi non mi metto a ridere.

«Buongiorno Morticia Addams.» il primo ad avere il coraggio di rivolgermi la parola è mio fratello, che mi guarda con un sorrisetto divertito.

«Anche a te, Fester.» rispondo con un sorriso falso, poi mi siedo e guardo prima uno e poi l'altra, «Spero che uno di voi si sia messo contro una gang stile anni ottanta e che mi avete svegliata presto per questo, perché volete una mano per svignarvela, altrimenti potrei prendere il posto della gang e cercare di farvi fuori io al posto loro.»

«Dio, quando fai così mi ricordi nonna Heidi.» ride mia sorella.

Si, ho una nonna che si chiama come quella del cartone animato, nonna ha sempre odiato il suo nome, tanto che al posto di Heidi, che viene ovviamente da Adelaide, mi ha sempre imposto di chiamarla nonna Lade, ed è così che la chiamo io.

«Dovrei prenderlo come insulto? No, perché la nonna sarebbe felice di saperlo.» dico a mo' di minaccia.

«Che arpia sei.» mia sorella scuote la testa divertita.

«Ti abbiamo chiamata per una cosa più importante.» dice mio fratello ed io lo guardo confusa.

«Cosa c'è di più importante dello sfuggire a una gang?» chiedo con la bocca piena però ovviamente mi copro con la mano.

«Noi, per esempio.» quasi non mi affogo con il cornetto quando alle mie spalle sento la voce inconfondibile di mio padre.

Lascio il cornetto nel piattino e mi volto a guardare papà, i suoi occhi così simili a quelli di Josh trasmettono sempre lo stesso calore, il suo sorriso smagliante è sempre confortante e lui è bellissimo come sempre, accanto a lui c'è mamma che mi guarda con un sorriso enorme, è abbronzata ed è una meraviglia, sembra una ragazzina.

«Sorpresa!» dice ed io mi fiondo su di loro per stringerli in un abbraccio che toglie il fiato.

«Che ci fate qui? Sono così felice di vedervi, mi siete mancati così tanto.» inizio a parlare a raffica, cosa che faccio quando sono in imbarazzo o felice, mio padre continua a darmi dei piccoli baci sulla testa, mia madre mi abbraccia.

«E noi? Non siamo della famiglia?» chiede Josh fingendo di essere offeso, ben presto anche lui e Cara si aggiungono all'abbraccio.

In questo abbraccio, stretta a loro, mi sento in pace, mi sento a casa e non posso fare a meno di pensare che oltre che con loro, riesco a sentirmi così in pace e a casa anche con Kaden e la cosa mi fa venire un magone allo stomaco.

Dopo l'abbraccio ci sediamo tutti insieme e iniziamo a parlare di tantissime cose.

I miei genitori mi sono mancati più di quanto dimostrassi, averli qui davanti a me, sentire le loro voci, abbracciarli, mi rallegra il cuore.

«Perciò abbiamo deciso di mettere fine al viaggio per adesso e tornare a casa.» finisce il lungo monologo mamma.

«Detto dalla persona che si era messa in testa l'idea di fare il giro del mondo in ottanta giorni, è bizzarro.» la prende in giro mio fratello, guadagnandosi uno schiaffetto dietro alla nuca.

«Josh Trent, smettila di prendermi in giro.» lo rimprovera mamma con voce stridula, facendo ridere me e Cara.

«Non oserei mai, mammina.» risponde Josh con finto faccino angelico.

«E così si è fidanzata anche la nostra Cara.» dice invece papà, passando lo sguardo da mia sorella a me, io arrossisco fino alla punta dei capelli e distolgo lo sguardo.

«Cara Marie, Lily Chérie, sapete che stasera esigiamo che invitiate i vostri fidanzati a cena con noi, vero?» non scherzavo quando dicevo che mamma ci chiama sempre con i nostri nomi completi, è una fissa la sua.

Poi il panico mi investe tutto ad un tratto, non posso invitare a cena con i miei Kaden vista la situazione che si è venuta a creare, come diamine faccio?

«Davvero mamma? Siete arrivati solo adesso.» mia sorella cerca di salvare la situazione, anche perché lei non mi sembra tanto convinta dell'iniziativa di mamma.

«E domani mattina partiamo per tornare a casa, perciò mi sembra d'obbligo.» ribatte mamma con lo sguardo serio e le braccia incrociate al petto.

«Concordo, vogliamo conoscerli di persona.» s'intromette papà con sguardo meno serio della mamma.

«Va bene, chiederò a Preston.» si arrende mia sorella perché sa che non potrebbe mai averla vinta contro i nostri genitori coalizzati.

«Lily Chérie?» poi Satana e si, per Satana intendo mia madre, si volta verso di me, per avere la conferma anche da parte mia.

«Mamma, Kaden lavora, non so se potrà venire.» cerco di pararmi il culo in questo modo ma dal suo sguardo capisco che non ci sono riuscita.

«Chiama e chiediglielo.»

«Cosa? Ora?» le chiedo con gli occhi spalancati, perché di certo non era la risposta che mi aspettavo.

«Si, ora.» risponde seria ed io sbuffo.

«Accidenti, va bene.»

Perciò sotto il suo sguardo vigile prendo il cellulare e chiamo il ragazzone.

«Parker.» risponde dopo due squilli e la sua voce mi fa tremare il cuore, come sempre.

«Ragazzone.» mia mamma mi guarda come per dire "Niente amore? Sei proprio strana tu!"

«E' successo qualcosa?» chiede subito preoccupato.

«No, emh, ti ho chiamato per invitarti a cena stasera, i miei genitori sono qui e domani partono, vorrebbero conoscerti.» inizio a parlare in modo nervoso, «Ma se per te è un problema per via del lavoro non preoccuparti.» concludo e trattengo il fiato per qualche secondo.

«Parker, respira, per me va bene.» lui sembra divertito e per niente preoccupato.

Ora, non sono preoccupata per la cena o perché devo presentarlo ai miei ufficialmente, prima di quello che è successo sarei stata felicissima, non vedevo l'ora che i miei genitori lo incontrassero, ora non ne sono tanto sicura perché è tutto un grande forse.

«Davvero?» chiedo sorpresa.

«Perché non dovrebbe?»

«Lo sai.» e sa che mi riferisco al fatto che dobbiamo parlare di noi, Konnell e tutto il resto.

«Parleremo dopo la cena.» risponde senza esitazione.

«Va bene, a stasera allora.»

«Scrivimi il luogo e l'ora.»

«Va bene.»

«Ci vediamo stasera, Parker.» detto questo riattacca ed io resto per qualche secondo con il cellulare in mano, è mia madre quella che mi fa tornare sul pianeta terra.

«Da quanto ho capito ci sarà.» mamma sembra al settimo cielo e questo è dovuto al fatto che l'ha avuta vinta anche questa volta.

«Si.»

«Bene, non vedo l'ora che arrivi stasera, sono curiosa di conoscere i fidanzati delle mie bambine.» risponde con un sorriso.

Eh già, non vedo l'ora che arrivi stasera...

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