Capitolo 5 - Pinco Panco, Regole e Manicomio

39.8K 1.3K 539
                                    

Dire che sono rimasta senza parole e immobile come una statua greca, è poco, stento anche a respirare, più che altro per via dell'imbarazzo.

Non me ne va bene una!

《Che ci fai tu qui?》 mi decido a chiedergli, anche se la risposta già la conosco.

E che ho fatto di male nella vita io? Mi trattengo dal chiedere ad alta voce.

《La vera domanda è: che ci fai tu, qui.》 ribatte lui, guardandomi dritto negli occhi 《Questo è il mio locale.》

Ha gli occhi verdi, un bellissimo verde smeraldo che toglie il fiato. Mi piacciono, soprattutto per il colore, sono particolari. In più la forma è perfetta.

《Sono venuta per il colloquio...》 ammetto ad alta voce, guardandomi la punta delle scarpe.

《Pensavo che fossi venuta per scrivere una mia biografia personale, vista la descrizione appurata di prima.》 il suo tono è pungente, il suo sguardo serio ed io arrossisco come una cretina.

Che qualcuno lassù si decida ad aiutarmi o qui ci perdo la faccia!

《Vi conoscete?》 fortunatamente Marilyn s'intromette e io vorrei farla santa seduta stante.

《Si.》 dico io, mentre contemporaneamente lui dice 《No.》

《Andiamo nello stesso college e seguiamo gli stessi corsi.》 spiego poi a Marilyn per non sembrare pazza.

Beh, indubbiamente Hale non ha torto, non ci conosciamo, lui non sa neanche il mio nome.

《Mi avevi detto di farle fare una prova, se la cava piuttosto bene.》 dice Marilyn ad Hale, il quale ci guarda assorto nei pensieri.

Starà decidendo se assumermi o meno? Dio, spero di sì...

《Anche se ha rotto dei bicchieri?》 risponde serio Hale ed io vado a fuoco per l'imbarazzo.

Merda, se ne è accorto.

Mi volto a guardare per terra per vedere come abbia fatto ad accorgersene, vedo subito dei cocci di bicchieri che non abbiamo fatto in tempo a raccogliere.

Santissima merda!

《Perché dai per scontato che sia stata io?》 borbotto incrociando le braccia al petto, cosa che mi capita spesso di fare quanto mi arrabbio o mi offendo, dipende dai casi.

《Perché Marilyn lavora qui da molto e non ha mai rotto niente e poi, sembri tutto tranne che affidabile.》

Dici così solo perché ho messo a tacere la tua bocca saccente in aula, stronzo egocentrico!

Questo fortunatamente riesco a tenerlo per me.

《Vieni nel mio studio.》 dice poi, serio ed io mi affretto a seguirlo, dato che non mi ha dato il tempo di dire nulla che si è voltato per andarsene.

Comunque riesco a lanciare un'occhiata a Marilyn mentre mimo con le labbra un "grazie".

Seguo Hale, gli sto dietro per qualche secondo poi raggiungiamo una porta nera con su scritto "Vietato entrare senza permesso, bussare prima di entrare" ed io mi trattengo dall'alzare gli occhi al cielo.

Lui apre la porta, entra per primo ed io subito dopo di lui, mi chiudo la porta dietro, per abitudine più che altro.

《Siediti.》 più che un invito è un ordine, che mi infastidisce da morire ma che mi affretto ad ascoltare, perché ho davvero bisogno di questo lavoro 《Se vuoi iniziare a lavorare qui, devi seguire una serie di regole.》

E ti pareva che non ci fossero regole? Mi stupisco di poter anche solo respirare, in questo posto...

《Che tipo di regole?》 gli chiedo curiosa e preoccupata, perché no? anche ansiosa.

《Prima regola: l'abbigliamento, ti daremo noi due divise, devi indossare solo ed esclusivamente quelle, con dei tacchi neri.》

Iniziamo abbastanza male, malissimo dire.

《Ma io i tacchi non li so usare!》 borbotto demoralizzata solo al pensiero.

Lui mi guarda come per dire "ti pare che me ne frega qualcosa?"

《Va bene, va bene, i tacchi.》 mi affretto ad aggiungere decisamente poco entusiasta.

《Seconda regola: la puntualità, devi essere sempre puntuale e precisa.》 ovviamente si riferisce alla mia entrata trionfante in aula di stamattina.

Beh, questo è un problema, dato che sono una ritardataria cronica, ma sicuramente non glielo dico.

《Terza regola: chi rompe paga, nessuna eccezione.》

Accidenti, sta cercando di mettermi in seria difficoltà... Non sono sicura di riuscire a non rompere niente.

《Quarta regola: non voglio litigi nel mio locale, perciò annuisci, sorridi e sii sempre gentile.》e anche questa regola non sono sicura di riuscire a seguirla alla lettera, ho poca pazienza e spero davvero di non fare casini, dovrò trattenermi il più possibile 《Anche se, chiunque provi a fare qualcosa di sbagliato o a infastidirti, verrà subito allontanato dal locale dalla sicurezza.》 cerca di rassicurarmi, credo, ma io in questo momento vorrei tirare un urlo di esasperazione 《Quinta e ultima regola, ma soprattutto la più importante: non devi mai contraddirmi, né davanti agli altri né quando siamo da soli.》

Ma cosa vuole? Una cameriera o una mummia serva?

《Ma-》non mi da il tempo di dire niente, alza la mano e mi interrompo subito.

《Cosa ti ho appena detto?》il suo sguardo mi incenerisce e io mi trattengo dal mandarlo a fanculo.

Lily, lo fai per il lavoro.

Lily, prendi un respiro profondo e non strappargli nessun arto.

Lily, questo lavoro ti serve.

Continuo a ripetere nella mia mente.

《Va bene.》 dico in modo forzato, decisamente forzato.

Beh, in aula posso fare quello che mi pare, perciò la cosa mi consola un po'.

《Bene, allora da domani inizierai una settimana di prova, ovviamente ti verrà pagata, comunque vada.》

《Credo che dovresti avvisare Pinco Panco e Panco Pinco lì fuori, non volevano farmi entrare quando sono arrivata.》 gli dico con la mia solita schiettezza, senza pensarci due volte.

《Chi?》 mi chiede lui, guardandomi incuriosito.

《I tuoi buttafuori.》 rispondo ovvia, alzando gli occhi al cielo, lui se ne resta in silenzio per qualche secondo.

《Pinco Panco e Panco Pinco? Si chiamano Luke e Drew》 mi dice e io annuisco, tanto continueranno ad essere Pinco Panco e Panco Pinco per me, non riesco a ricordare a primo impatto i nomi delle persone, ma siccome sono troppo lunghi, mi limiterò a chiamarli Pinco e Panco《Sarà fatto, del contratto ne parleremo quando e se ti assumerò, adesso puoi andare a casa.》 mi dice serio, sfidandomi con lo sguardo.

So cosa stai cercando di fare, Hale, ma io non cederò, non risponderò male e non farò nulla, perché non voglio darti un motivo per licenziarmi.

《È stato un piacere》 mento sfacciatamente con un sorriso altrettanto falso 《Ci vediamo al college o direttamente a lavoro.》

Ci vediamo al manicomio, perché finirò per diventare pazza, me lo sento.

Arrivi TuWhere stories live. Discover now