Capitolo 10

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Apro gli occhi.  Mi ritrovo sdraiata su un letto molto piccolo. Guardo su, é un letto a castello. Sono confusa. Mi guardo attorno. Davanti a me vedo delle sbarre. No. Non ci credo. Sono in una cella. Ma stiamo scherzando? Come cazzo ci sono finita qui. L'ultima cosa che ricordo é che mi hanno sparato. A quest'ora dovrei essere dissanguata, invece guardandomi il braccio, vedo una recente medicazione. Ho bisogno di risposte. Ho deciso. Mi metterò ad urlare fino a quando qualcuno non mi verrá ad aprire la cella e mi dará delle spiegazioni.

"Wow, davvero geniale. Non sai nemmeno chi ti abbia rinchiuso qui e la tua decisione é quella di rompergli i coglioni a notte fonda?Bel modo per farci uccidere"

"Ma stai zitta, se avessero voluto ucciderci, lo avrebbero giá fatto"

"Certo certo, se lo dici tu"

Decido di non dare retta alla mia fastidiosissima voce interiore e proseguo col mio piano.

" C'é qualcuno? Aprite questa cazzo di porta!" dico con tutto il fiato che ho in corpo.

Nessuna risposta.

"Non mi avete sentito? Aprite la porta pezzi di mer..." . Mi interrompo, appena sento i passi di un uomo. Lo vedo avvicinarsi, ma da questa distanza non riesco a vederlo bene.

L'uomo si avvicina alla mia cella. Non dice una parola, si limita a guardarmi. Eh beh, che cazzo guarda. Il suo silenzio mi fa davvero incazzare. É un altro pezzo di merda.

"Un pezzo di merda forse, ma rimane sempre uno schianto..."

"Oh ti prego, smettila di sbavare"

Ma effettivamente la mia voce interiore non aveva tutti i torti. Ha capelli castani, abbastanza lunghi, con qualche ciocca ribelle che gli ricade sul volto perfettamente definito da una mascella squadrata. Occhi verdi. Intensi. Qualche accenno di barba. Spalle robuste e il fisico sembra scolpito sul marmo. È alto e sulla spalla destra regge una bellissima balestra.

Mi accorgo di essere rimasta imbambolata a guardarlo. Che cazzo. Che figura di merda. Sto per aprire bocca per dirgli di farmi subito uscire da qui, ma lui mi precede.

"Hai finito di rompere i coglioni?" chiede in tono palesemente irritato.

Oh no, non l'hai fatto davvero tesoro.

"Come prego?! Non starei rompendo i coglioni se non fossi rinchiusa in questa cella di merda!"

"Intanto abbassa quella voce di merda prima di svegliare tutta la prigione. In secondo luogo, dovresti ringraziarci invece di lamentarti come una fottuta bimba di quattro anni."

" Ringraziarvi esattamente per cosa? Poi scusa eh? Chi cazzo saresti tu?" chiedo irritata.

"Potrei dirti chi sono, ma non ho nessuna voglia di sprecare il mio tempo con te." dice sbuffando.

"Allora per quale cazzo di motivo sei venuto qui?"

"Inizialmente, volevo tirarti un pugno in faccia e ritornare a dormire, visto che hai avuto la brillante idea di rompere i coglioni alle tre del mattino."

"Beh e cosa aspetti a farlo? Coraggio sono qui. Fallo" gli dico decisa. Deve capire che non ho nessuna paura di lui.

"Invece dovresti...é il triplo di te ed é pure armato, ti ricordo..."

"É solo un pezzo di merda"

Lui, contrariamente da quello che mi aspettavo, scoppia a ridere.

"Sai, la tentazione di colpirti é tanta, ma hai già abbastanza problemi mentali di tuo. Non vorrei aggravare ulteriormente la situazione."

Che arrogante figlio di puttana.

"Se io ho dei problemi mentali, tu dovresti essere giá in manicomio" gli dico fissandolo negli occhi.

Lui accenna un mezzo sorriso, poi fa per andarsene.

"Dove cazzo vai adesso?"

Lui si ferma. Mi guarda divertito.

"A dormire" dice facendo spallucce.

"Non puoi, non hai risposto a nessuna delle mie domande"

"Mi sembra di averti giá detto che non sarebbe stata mia intenzione farlo"

Che pezzo di merda. Lo guardo basita. Lui ride e prima di andare mi fa: "Belle mutande comunque"

Cosa?! Oh cazzo. Mi guardo le gambe. Ho una ferita sulla coscia, accuratamente bendata con una stretta fascia. Cazzo. Sono senza pantaloni e indosso le mutande di Hello Kitty. Non ci posso credere. Che figura di merda ragazzi.

L'era dei morti || DARYL DIXON ||Where stories live. Discover now