Capitolo 35

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KATE

" Sei pronta per collaborare adesso?" chiede il Governatore con un sorriso da testa di cazzo. Lo guardo di merda e gli dico: "avanti dimmi che cazzo vuoi"

Lui sorride come se quello che avessi detto fosse la cosa più divertente del mondo. Pazzo di merda.

"Vedo che inizi a ragionare"

"Non che tu mi abbia dato molta scelta" ribatto acida.

" Questo é irrilevante"

"Beh, hai intenzione di farmi le tue domande di merda o no?"

Non mi importa di sentire le sue stronzate. L'unica cosa a cui riesco a pensare é il mio gruppo. La strada per arrivare alla prigione é lontana e questo pazzo di merda non fa altro che provocarmi e farmi perdere tempo prezioso . Ho il terrore di non riuscire ad arrivare in tempo alla prigione. Sento la paura invadere ogni singola parte del mio corpo. Non é paura per me, ma per Liam, Daryl, Maggie e tutti gli altri...la mia famiglia. Se non arrivo in tempo, potrebbero essere uccisi dai due uomini di questo Governatore di merda. Fanculo.

"Intanto ti devi calmare, hai ancora parecchio tempo a disposizione da poter trascorrere con me" dice con un ghigno. Che figlio di puttana.

"Iniziamo dalle cose importanti...qual'é il tuo nome?" chiede. Io non ci posso credere. Si diverte a torturarmi. Ho una voglia assurda di cavargli gli occhi.

"Questo ti sembra importante?" sbotto irritata.

Lui per tutta risposta dice: " Certo, l'educazione prima di tutto"

Emetto un suono a metà tra una risata acida e uno sbuffo. Mi viene a parlare di educazione. Proprio lui.

Vorrei rispondergli e mandarlo a fanculo, ma poi la Kate razionale prende il sopravvento. Non ho tempo di stare ad insultarlo. Devo pensare ai miei amici. Prima finisco qui, prima posso andare a salvarli.

"Kate" rispondo secca.

"Kate eh, che bel nome" dice sporgendosi leggermente nella mia direzione. Ma perché io incontro solo svitati?!

"Bah, forse perché te le cerchi" dice la mia voce interiore.

"Sempre di conforto" ribatto a me stessa.

"Hai intenzione di guardarmi intensamente negli occhi per tutto il giorno o ti dai una mossa?" sbotto. L'autocontrollo non é una delle mie migliori qualità. É anche per questo che finisco sempre in situazioni di merda. Se solo imparassi a stare zitta ogni tanto.

" Sai bellezza, sei proprio una rottura di cazzo" dice guardandomi. É serio. Non ha tutti i torti, ma sinceramente lui é uno svitato, quindi é il meno indicato per parlare. Anzi, non dovrebbe proprio farlo.

Sto per dirgli che lui invece é uno stronzo senza palle, ma evito perché mi sembra di averlo già fatto alterare troppo.

"Allora ho bisogno di alcune informazioni sul vostro gruppo" dice.

Annuisco. Devo assecondarlo, altrimenti non mi fará uscire da qui. Però posso sempre mentire, tanto lui che cazzo ne sa di quanti siamo o  quante armi e provviste abbiamo.

"Primo, quanti siete nel gruppo?"

Mi scruta in attesa di una risposta. Rispondo senza esitare: "siamo in nove"

In realtà siamo sulla ventina, ma lui questo non lo può sapere.

"Ragazzina, perché non la smetti di dire cazzate?" chiede in tono duro.

"E tu perché non la smetti di chiamarmi ragazzina?" dico non riuscendo a trattenermi.

Lui si alza in piedi e si posiziona proprio di fronte a me. Si abbassa e me lo ritrovo faccia a faccia.

"Perché dovrei? É solo quello che sei, una stupida ragazzina del cazzo" dice scandendo ogni singola parola.

Non rispondo e mi limito a guardarlo.

"Sto ancora aspettando" dice interrompendo il silenzio.

"Che cosa esattamente?" chiedo. So benissimo a cosa si sta riferendo, ma mi serve tempo per temporeggiare.

"Dimmi quanti siete nel vostro gruppo" dice.

"Te l'ho già detto" dico con gli occhi fermi nei suoi. Una strana scintilla gli balena negli occhi e prima che io me ne possa accorgere, sento il contatto del suo pugno con la mia guancia. Porca troia. Non si può negare che non abbia un bel gancio destro. Sento il sapore del sangue in bocca e sputo a terra. Sempre molto femminile.

Come se niente fosse, mi rigiro di nuovo verso di lui e lo fisso. Negli anni ho sviluppato una certa sopportazione al dolore fisico e sinceramente anche se mi avesse rotto qualche ossa, non gli avrei mai dato la soddisfazione di vedermi dolorante.

Lui sembra sorpreso e incurva leggermente il labbro, poi continua: " Vedi Kate, da quando abbiamo scoperto della vostra esistenza, vi abbiamo seguito qualche volta in qualche spedizione. Abbiamo contato almeno dodici persone, ma qualcosa mi dice che ce ne siano delle altre. Quindi ora perché non smetti di dire cazzate e provi a collaborare? Ti ricordo che tra poco sarà mezzogiorno e la strada del ritorno é lunga. Tic tac, tic tac, il tempo scorre ragazzina"

Lo dice con una cattiveria tale che quasi mi fa rabbrividire. Decido allora di dire una mezza verità.

"Siamo in 16, tra bambini e adulti" dico secca. In realtá siamo un po' di più, ma questo non importa. Spero solo che mi creda.

"É la verità?" chiede.

"Si"

"Brava ragazzina, vedo che stai capendo come girano le cose"

Sto zitta. Voglio che si muova.

"Bene, ultima domanda e poi puoi andare a salvare i tuoi amici, sempre se ci riesci" dice con un sorriso maligno. Che persona orribile che é.

"Dimmi" ribatto secca. Vorrei dirgli cose molto più cattive e ironiche, ma non é il momento.

"Quante armi avete?" . Non posso mentire su questo. Ha visto i borsoni delle armi che abbiamo preso dal vecchio rifugio del mio comandante, ne sono sicura. Se mento, lo saprá sicuramente.

"Abbiamo quattro borsoni di armi" dico secca. Tralascio qualche altra arma più elaborata. In fondo, non deve sapere tutto.

" Di che tipo?"

"Fucili, pistole, due balestre e proiettili"

"Bene allora...vedi non é stato poi così difficile" dice sorridendo.

Fanatico del cazzo.

Mi alzo in piedi e gli chiedo: "Hai detto che dovevo riferire un messaggio, quale?"

"Uh te lo ricordi, é sorprendente; non sei stupida come pensavo che fossi dopotutto" dice ridendo e poi continua: "Avete tempo una settimana per lasciare la prigione, altrimenti vi combatteremo e prenderemo ciò che é vostro. Non sottovalutate me e i miei uomini. La maggior parte di loro sono ex militari o ex detenuti. Fidatevi...se rimarrete, vi uccideremo"

" Perché volete quel posto? Avete già questa comunità" dico acida. Non riesco a nascondere il disprezzo che provo nei suoi confronti.

"Woodbury ha bisogno di allargarsi" dice con un ghigno.

L'era dei morti || DARYL DIXON ||Where stories live. Discover now