Capitolo 22

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Un rumore mi sveglia. È Daryl. É appena uscito dal bagno e si sta mettendo i suoi pesanti anfibi. Mi alzo ancora assonnata e mi guardo attorno. La luce che proviene da una piccola lampadina, riempie la stanza. Penso sia ora di partire. Sto per chiederlo a Daryl, ma ripensando a come ci siamo lasciati ieri sera, preferisco evitare. Cerco un contatto visivo con lui, ma  sembra del tutto determinato ad ignorarmi. Ad una certa, mi assale persino il dubbio di essere un fantasma. Esasperata, smetto di provarci e mi alzo dal letto. Mi metto le scarpe e prendo la mia roba. Incazzata per il suo atteggiamento esco dalla stanza, sbattendo la porta. Non mi aspettavo certo che fosse raggiante al risveglio, ma nemmeno che si comportasse come un perfetto caprone. Si okay sono io che ieri sera non ho voluto, ma lui si faccia due domande sul perché.

Sono ancora immersa nei miei pensieri, quando un Daryl decisamente infuriato esce dalla stanza sbattendo la porta piú forte di quanto lo abbia fatto io. Respira profondamente, mentre mi guarda. É evidente che sta cercando di mantenere la calma. Beh Daryl, sappi che non ci stai riuscendo molto bene.

Incrocio le braccia al petto e lo guardo con aria interrogativa.

Irritato ancora di più dal mio atteggiamento dice urlando : "Che diritto hai tu di essere incazzata? Spiegamelo!"

Mi fissa, in attesa di una risposta. Mi fa quasi paura per quanto é arrabbiato, ma non mi farò di certo intimorire.

"Scusami?!" chiedo incredula.

"Mi hai sentito bene" poi prosegue : "sei stata tu a dire che era stato tutto un errore, un enorme cazzata da non fare mai più...e ora fai anche quella incazzata?"

"Scusami?! Se tra i due ce n'è uno incazzato, quello sicuramente sei tu, come hai fatto capire benissimo dalla sera prima!" dico quasi gridando.

Assume un'espressione incredula e gli scappa una risata; ma non é una risata contagiosa o divertente, ormai lo conosco. É una di quelle sue classiche risate sarcastiche, prima che dica qualcosa di cattivo.

"Cosa pensavi che dovessi fare? Correrti dietro come un cagnolino?! Sorriderti e dirti quanto sono felice che tu mi abbia definito un errore?! É questo che volevi?!" dice urlando.

Sono come pietrificata. Non pensavo gliene sarebbe importato tanto. Pensavo che sarebbe stato il solito Daryl. Al massimo ero convinta che ci rimanesse male, ma che poi gli passasse. Non mi aspettavo di certo che ne volesse parlare. Ero del tutto convinta che avrebbe ignorato l'accaduto, come fa sempre. Invece no.

Mi accorgo di essere in silenzio  da troppo tempo. Infatti, Daryl si avvicina a me e con il viso a pochi centimetri dal mio mi chiede : " Allora?! Cosa ti aspettavi?!" dice in tono cattivo. Tra tutte le personalità di Daryl, questa é quella che mi piace di meno.

Lo guardo negli occhi e cercando di sembrare calma, gli dico: "Ho avuto le mie buone ragioni" poi mi giro dandogli le spalle, intenzionata a salire le scale e uscire da questo posto.

Prima che io possa farlo, Daryl, mi afferra per un braccio ed é abbastanza forte per farmi ruotare. Nel girarmi, perdo l'equilibrio e mi ritrovo appiccicata a lui. Daryl, non sembra farci caso, ma io sono come bloccata. Ha ancora la mano sul mio braccio e i nostri visi sono a pochissimi centimetri di distanza. Ho il cuore in gola e lo guardo. Lui allenta la presa sul braccio, ma non lo molla.
Poi mi guarda e dice: "dimmi queste cazzo di ragioni allora!"

Ha il tono di voce sempre alto, ma meno di prima.

Lo guardo e realizzo. Anche se avessi voluto evitarlo, in un modo o nell'altro ci saremo sempre ripresi. Non so come spiegarlo, ma sento che é così e basta. Quindi, perché non rischiare?

Sto per dirgli tutto, ma proprio come succede sempre, veniamo interrotti.

La porta dell'altra stanza si apre ed escono Shane e Paul. Daryl ritrae rapidamente la mano, raccoglie da terra il suo borsone con le armi e palesemente incazzato, si dirige verso l'uscita, senza degnare nessuno di uno sguardo. Sono sicura che se avesse potuto, avrebbe spedito su Marte Paul e Shane.

L'era dei morti || DARYL DIXON ||Where stories live. Discover now