Capitolo 30

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KATE
Stiamo camminando ormai da parecchi minuti, si può sapere quanto cazzo dista questa comunità?! Sarà in culo al mondo come minimo.

Durante il tragitto, avevo sempre attaccato al culo, Martinez e Capitan Uncino. Come se avessi mai potuto scappare; se ci avessi provato come minimo sarei finita o schiacciata da Rocky Balboa oppure infilzata da Capitan Uncino. Entrambe morti lente e dolorose, quindi no grazie.

Non ho fatto altro che pensare a Daryl tutto il tempo. Chissà se si sarà accorto della mia assenza. Se lo ha fatto, spero che non mi venga a cercare. Anzi, non voglio che nessuno di loro mi venga a cercare. Se lo facessero e uno di loro si ferisse, o peggio morisse per salvare me, non me lo perdonerei mai. É fuori discussione. Queste persone sono diventate tutto ciò che ho di più vicino ad una famiglia, escluso Shane ovviamente, che per quel che mi riguarda può anche andarsene a fanculo. Non potrei sopportare di perdere anche loro. Ho già perso troppe persone da quando é iniziato tutto sto schifo. Non mi posso permettere altre perdite; non penso che sarei in grado di reggere anche queste.

"Ehy bellezza" dice la fastidiosa voce di Capitan Uncino.

"Che c'é?!" domando scocciata.

Lo sento ridere e mi fa: " non essere così acida splendore, volevo solo informarti che siamo quasi arrivati"

"Beh capirai che gioia" ribatto sarcastica.

Lui con una risata , mi dice: "Non ti piace l'idea bellezza?"

Giuro che se mi chiama un'altra volta con un altro di quei nomignoli é la buona volta che gli stacco le palle.

"No, mi fa schifo" ribatto acida.

Lo sento ridere nuovamente; ormai da tutte le volte che lo ha fatto sono convinta che abbia qualche serio disturbo psichiatrico. Nessuna persona al mondo può ridere così tanto e in modo  così inquietante.

"Si può sapere almeno dove mi state portando esattamente?"  chiedo con la voce più irritante del mondo. Una parte di me spera ancora che prima o poi si rompano il cazzo di me e mi lascino qui. Non sarebbe male.

"Qualcuno é impaziente eh?" risponde Capitan Uncino. Che sorpresa! Martinez sembra un vegetale. In tutto il tragitto non ha detto una parola. Adesso sia chiaro non é che dico che ci dobbiamo raccontare aneddoti della nostra vita e cazzate varie, ma ho rotto i coglioni tutto il tempo e lui niente, nemmeno un "vaffanculo" o "chiudi quella bocca". Che autocontrollo.

Non rispondo, o meglio, la mia risposta sarebbe al limite dell'indecenza, quindi evitiamo, altrimenti sarà la volta buona che mi fa fuori veramente.

Camminiamo ancora un po'. Giuro su dio che non mi sento più le chiappe. É da quando sono uscita dalla prigione che cammino e mi sono allontanata parecchio. Non vedo l'ora di arrivare in qualunque posto sia questa cazzo di comunità e appoggiare il mio culo da qualche parte.

"Viva la finezza Kate"

"Oh ma stai zitta, non sei tu quella col sedere in fiamme" rispondo alla mia voce interiore.

~~~~~
Dopo aver camminato ancora per qualche minuto, usciamo dal bosco e mi ritrovo davanti un'intera cittadina con case rimaste perfettamente normali, come se l'epidemia non fosse mai passata da queste parti. Il buio della notte, viene spezzato dalle luci che illuminano la comunità.

"Benvenuta a Woodbury" dice Capitan Uncino spalancando le braccia e ridendo.

Sinceramente non ci trovo nulla di divertente. Non sono ancora entrata e ho già capito di essere nella merda. Non mi immaginavo una comunità così grande. Uscire sarà più difficile del previsto.

"Vieni bellezza" dice Capitan Uncino e poi aggiunge: " Ti porto a fare un giro". Ride di nuovo e anche se non ne ho minimamente voglia, lo seguo, a mia volta seguita da Martinez. Non che io abbia molta scelta d'altronde, o li seguo e forse vengo uccisa oppure non li seguo e mi uccidono subito.

~~~~~
Arriviamo al cancello, e troviamo due uomini armati fino ai denti . La cosa strana é che il cancello é formato da enormi container sopra i quali stanno i due intenti a fare la guardia. Chissà come cazzo gli hanno portati qui. Sono più pesanti di me dopo il cenone di Natale, quando ancora potevo farlo.

"Sai, non so te, ma io mi concentrerei di più sui due uomini armati, invece che sui container" ribatte la mia voce interiore.

Sbuffo e la ignoro. Tanto ormai ci é abituata, lo faccio da tutta la  vita.

"Ehy Merle sei tu! Ci sei anche tu Martinez!" dice uno dei due uomini, poi apre il cancello.

Allora è così che si chiama lo stronzo...Merle?! I genitori lo dovevano odiare davvero tanto per averlo chiamato così.

"Entra" dice Martinez spintonandomi. Allora, intanto ti calmi.

Gli rivolgo uno sguardo di fuoco, ma lui non mi caga minimamente. Ho deciso che lui sarà quello che odierò di più in questa comunità.

"Oh ma avete portato un'ospite" dice l'altro uomo armato con una risata da stupratore seriale.

"Si ma non ti conviene Zack! Ha troppo carattere per te!" dice Merle ridendo e poi mi prende per un braccio e quasi trascinandomi mi porta dentro.

Man mano che camminiamo divento sempre più sorpresa. É incredibile: ci sono case perfettamente intatte, l' una accanto all'altra ; zone coltivate, strade , vecchi negozi che sono stati sistemati. É come se questo posto non fosse stato colpito dalla pandemia. Sembra di ritornare alle origini, prima che iniziasse tutto questo. Com'é possibile?!

Merle si ferma davanti ad una grande casa. Bussa tre volte e poi aspetta. Nel frattempo io resto in disparte; sinceramente non é che muoio proprio dalla voglia di sapere chi ci sia dall'altra parte.

Mentre rifletto sui possibili modi in cui potrei essere uccisa, la porta si spalanca. Un uomo alto, capelli castano scuro e occhi verdi, spalanca la porta palesemente assonnato e scocciato. Ci credo, saranno almeno le due di notte.

"Cosa c'é Merle?" chiede come se lo volesse far fuori da un momento all'altro per aver osato svegliarlo. Mi viene da ridere, ma mi trattengo.

"Abbiamo ospiti" dice spostandosi leggermente e indicando me. Il fatto che non mi abbia visto é comprensibile. Da questa posizione, Merle, col suo volume occupa tutta la mia figura.

Quest'uomo, mi guarda e si avvicina.

"Benvenuta a Woodbury. Io sono il Governatore" dice porgendomi la mano. La rifiuto. Figurati se stringo la mano probabilmente di un altro pazzo e a mio avviso anche leggermente fanatico. Ceh dai, si fa chiamare Governatore. Non ha un nome meno teatrale?

Abbozza un sorriso sarcastico, poi si rivolge a Merle.

"Portala in uno degli alloggi e dalle quello di cui ha bisogno. Forse domani mattina sarà più propensa a parlare" dice guardandomi.

Merle annuisce e cerca di prendermi per un polso, ma mi divincolo e palesemente irritata dico: "mi ricordo ancora come si cammina"

Lui fa una risata e dice: "bene, seguimi splendore"

L'era dei morti || DARYL DIXON ||Where stories live. Discover now