10. Una mossa un po' avventata

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Dopo la loro breve visita al casolare, le due amiche erano tornate a casa per farsi una doccia e lavar via la polvere e il sudore.

Alina si era asciugata al volo, aveva cambiato la sua maglietta dei Guns con una dei Motörhead, aveva legato i capelli e si era dichiarata pronta per uscire. Ma aveva fatto i conti senza Noemi: la sua amica si era piazzata davanti allo specchio e aveva voluto provare cento outfit diversi, prima di decidere in favore di un vestito verde con le spalline sottili e una di quelle fantasie floreali che le piacevano tanto.

Finalmente soddisfatta, Noemi staccò gli occhi dalla sua immagine riflessa e osservò il mostro zannuto che adornava la t-shirt di Alina.

"Ma ti sei portata solo magliette di gruppi?"

"Sì. Perché?"

Noemi fece roteare gli occhi, divertita, e non aggiunse ulteriori commenti. Pochi minuti dopo, erano entrambe in sella alle loro bici.

Al Jolly Bar le stava aspettando la compagnia al gran completo. Alina identificò subito i nuovi arrivati, tre ragazzi seduti vicino a Lollo: un biondo con i capelli semi-lunghi, lo stile da surfista californiano e l'aria di sentirsi piuttosto fico (era sicura che Noemi ci sarebbe andata pazza); un tipo robusto, con la testa rasata, la bocca troppo larga e una risata troppo rumorosa (questo sembrava proprio un fesso); e infine un ragazzo magrolino con i capelli castano-chiari tagliati molto corti e le orecchie a sventola, che sembrava più piccolo degli altri due, o forse solo più basso. Era anche quello con l'espressione più simpatica: ad Alina ricordò un topo, oppure un criceto.

Quando Lollo le vide arrivare, fissò Alina per un momento, poi distolse subito lo sguardo. Buon per lui.

Mentre Noemi andava a farsi presentare i Tre Moschettieri, Alina comprò un Calippo per sé e una Coca Cola Light per la sua amica. Rosanna agitò una mano e le indicò una sedia vuota accanto al suo posto.

"Grazie." Alina strappò la linguetta del Calippo e iniziò a sfregare con le mani il tubo di cartone, per spremere fuori il ghiacciolo.

"Di nulla." Gli occhi scuri e indagatori di Rosanna restarono fermi su di lei per qualche momento. "Hai preso troppo sole, oggi?"

"Si nota molto?" brontolò Alina.

"Abbastanza." Rosanna allungò una mano e la premette delicatamente sul braccio di Alina. Quando la ritrasse, le impronte chiare delle sue dita restarono visibili per un secondo sulla pelle arrossata.

"Accidenti! Sei calda da cuocerti addosso le uova," commentò.

Alina decise che avevano parlato abbastanza delle sue scottature. Infilò la mano nella tasca degli shorts, tirò fuori il portachiavi e lo fece dondolare davanti agli occhi dell'altra.

"Senti, Rosanna: sai mica se questa è una bandiera?"

L'altra annuì. "Cuba," rispose, senza esitazioni.

"Sei sicura?"

"Sì. Modestamente, sono un fenomeno in geografia."

E ti pareva. Lo sapevo che era una secchiona. "Perfetto. Adesso devo solo capire di chi è." Alina spiegò rapidamente come era venuta in possesso del portachiavi. "Stavo pensando che, sicuramente, chi le ha perse le starà cercando dappertutto. Quindi..."

"Credo siano di Yuri Francavilla," la interruppe Rosanna.

Alina si bloccò con la bocca aperta e il Calippo a mezz'aria. "Chi è questo? E soprattutto, come fai a sapere che sono sue?"

"Yuri Francavilla, detto il Cobra. È uno dei ragazzi del paese. La scorsa settimana l'ho incrociato al bar della stazione, ero con i miei; a un certo punto, ha tirato fuori le chiavi. Le ho viste di sfuggita, ma il portachiavi era rotondo con delle righe bianche e blu, proprio come questo. Io non dimentico mai i dettagli," aggiunse, in tono compiaciuto. "A questo indizio, aggiungerei il fatto che Yuri ha anche una maglietta con la bandiera di Cuba. Se la mette abbastanza spesso. Credo che tenda abbastanza a sinistra, dal punto di vista della politica..."

"Francavilla è una zecca di merda," s'intromise Christian, che aveva origliato la conversazione. "Lo sanno tutti."

Alina lo liquidò con un gesto secco. "Non me ne importa niente. Voglio solo sapere se ha rubato le albicocche di Noemi."

"Bisognerebbe indagare fra le sue amicizie e, soprattutto, scoprire se ha un alibi per ieri notte," propose Rosanna. Sfilò la cannuccia da una lattina di Sprite ormai vuota, la mise in bocca e la mordicchiò, pensosa. "Non sarà facile, ma sono sicura che troveremo il modo."

"Ho un'idea migliore. Sai mica se questo Yuri è al bar della stazione, oggi?" Alina sospettava che allo sguardo di Rosanna non sfuggisse nulla.

"Sì, l'ho visto arrivare prima. Lui e il solito gruppo. Stanno sempre lì, ci passano le ore. Perché?"

"Vado a parlarci." Alina strinse in pugno il portachiavi e allungò il collo verso Noemi. "Noe, mi accompagni al bar della stazione?"

La sua amica stava parlando con l'aspirante surfista e aveva gli occhi che brillavano, ma si voltò subito in direzione di Alina quando sentì che la chiamava.

"Perché?"

"Mi sa che ho trovato il nostro ladro."

Noemi si alzò e la raggiunse. Rosanna tolse di bocca la cannuccia e inarcò le sopracciglia con fare sorpreso.

"Questa mi sembra una mossa un po' avventata," affermò.

Un momento dopo, Alina e Noemi stavano marciando con determinazione verso l'altro bar. I ragazzi e le ragazze della compagnia si scambiarono degli sguardi sorpresi; poi, la curiosità ebbe la meglio: uno dopo l'altro, abbandonarono le sedie e le seguirono.

Il mistero della casa in riva al mareWhere stories live. Discover now