18. La dichiarazione di guerra

64 11 66
                                    

Il cinema all'aperto era stato allestito in uno spiazzo dietro la parrocchia e consisteva di una quarantina di sedie di plastica schierate di fronte a uno schermo poco più grande di un lenzuolo matrimoniale. L'immagine tremolava e andava fuori fuoco a intervalli casuali, e il suono usciva da un paio di casse misere e gracchianti. Per fortuna Alina aveva già visto il film, altrimenti avrebbe fatto una gran fatica a capire che cosa stavano dicendo i personaggi.

Una fila di alberi separava lo spiazzo dalla strada e schermava, in parte, la luce che proveniva dal paese. Il cielo era terso e il caldo della giornata si era stemperato in una piacevole frescura. Era veramente una serata magnifica.

L'unica nota stonata era lo sciame di zanzare che, all'accensione del proiettore, si era avventato sugli spettatori come una piaga biblica; ogni tanto, alla colonna sonora del film si aggiungeva lo schiocco sonoro di qualcuno che prendeva a sberle sé stesso o il vicino, nel tentativo di ammazzare una delle voraci succhiasangue.

Alina e Noemi stavano sgranocchiando popcorn con gli occhi incollati allo schermo. A loro si erano uniti alcuni ragazzi del Jolly, ma la compagnia, purtroppo, era quasi tutta maschile: c'erano Lollo, Alex (che si era seduto prontamente accanto a Noemi) e gli altri ragazzi che venivano da Carige, Dario e Mattia. Per fortuna, la presenza di Isabella alzava un po' la media generale.

Alina si era scoperta più dispiaciuta del previsto per l'assenza di Rosanna. Dopo che avevano visitato il casolare e affrontato il diluvio insieme, iniziava a pensare a lei come un'amica. Era simpatica, anche se un po' so-tutto-io, e ascoltava anche della buona musica, con l'eccezione di quella band che cominciava con la lettera N.

La tranquillità della serata venne scossa quando il film era iniziato da qualche minuto. Sullo schermo, Robin Hood e il suo fido alleato Azeem erano appena sbarcati in Inghilterra dopo la loro fuga da Gerusalemme. Alina sentì un vociare dietro di sé che segnalava l'arrivo di spettatori ritardatari; qualche sssh si alzò fra le persone già sedute, ma i tizi non sembrarono farci caso.

Alina gettò un'occhiataccia ai rompiscatole ed ebbe un sussulto di sorpresa nel riconoscere Yuri e la sua banda. Scrutò nella penombra per capire se il ragazzo del casolare era con loro, ma non lo vide.

Noemi accennò ai nuovi arrivati e Alina annuì.

L'unica fila con diversi posti liberi era quella davanti alla loro. Yuri e gli altri si accomodarono lì. Il ragazzo dai capelli lunghi che Alina aveva smascherato come ladro di albicocche si sedette proprio davanti a lei. La sua statura e la sua folta capigliatura le nascosero alla vista un bel pezzo di schermo.

Alina sbuffò e lo maledisse silenziosamente. Cercò di sopportare la situazione per un po', ma il verbo sopportare era quasi sconosciuto nel suo vocabolario.

Alla fine, si allungò e picchiettò sulla spalla di Yuri.

"Ti sposti?" sibilò. "Non ci vedo niente con la tua capoccia davanti!"

L'altro torse il collo e le rivolse un'occhiata sprezzante. "Non è colpa mia se sei alta un culo e mezzo. Potevi portarti un seggiolone."

Yuri infilò una sigaretta in bocca e si girò verso lo schermo. Un momento dopo, Alina udì lo scatto dell'accendino e vide una nube di fumo azzurrino gonfiarsi nell'aria.

Il sangue le andò al cervello. Perché i maschi dovevano fare tutti a gara a chi era più stupido, arrogante e maleducato? E quella sigaretta, poi! Alina era convinta che i ragazzi che fumavano per darsi un tono meritassero di essere riempiti di schiaffi finché non perdevano il vizio.

Stava proprio considerando di rifilare sulla nuca di Yuri un bel colpo a mano aperta che gli facesse sputare quel tubo di nicotina puzzolente, quando venne anticipata. Mattia, il ragazzo magrolino con la faccia da roditore, prese una manciata di popcorn dalla sua busta e la tirò in testa a Yuri.

Il mistero della casa in riva al mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora