39. Due tori pronti a incornarsi

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Nello spiazzo di fronte al bar, Christian e Yuri si fronteggiavano sbuffando come due tori pronti a incornarsi.

Le rispettive comitive di amici erano schierate dietro i contendenti, con i nervi tesi e gli sguardi duri da rissa imminente.

Christian era paonazzo e teneva una mano premuta sulla guancia. Yuri aveva i capelli in disordine e la sua fascia giaceva abbandonata per terra. Doveva essere già volato qualche colpo.

"Vigliacchi! Merde!" sbraitò Yuri, oscillando sulle gambe come un pugile suonato. Il suo viso era una maschera di vene e muscoli contratti. "Dovete stare lontani dai miei amici, avete capito?"

"Senti chi parla, quello che colpisce alle spalle," grugnì l'altro. "Vieni qui e fatti sotto, se hai il coraggio!" Christian si slanciò avanti, ma Lollo e Dario lo trattennero.

"Non farmi venire voglia, che finisce male!"

"Mi fai ridere. Io ti spacco la faccia, zecca di merda."

"Provaci!" Yuri tese i muscoli e fece un passo verso l'avversario, ma venne a sua volta trattenuto dai suoi amici.

Alina sentì una risata che le solleticava la gola come una piuma. La scena era carica di furia e aggressività animalesca, ma c'era qualcosa di comico in quei due ragazzi che gonfiavano il petto e strabuzzavano gli occhi e spruzzavano saliva, mentre i loro amici si affannavano a tirarli per la maglietta.

"Che cosa state facendo?" strillò Noemi. "Ma siete stupidi?"

Camminando a testa alta e scrollando la sua magnifica chioma rossa, Noemi si piazzò fra Christian e Yuri a pugni stretti. Era poco più alta di entrambi. I suoi occhi lampeggiavano d'indignazione.

"State rovinando la festa a tutti!" esclamò. "Smettetela immediatamente!"

Alina considerò se approfittare di quella distrazione per tirare un calcio a Christian, ma prima che potesse decidersi, fu la voce di Antonella Tauro a risuonare fortissima.

"Yuri!"

Il ragazzo si voltò e sbarrò gli occhi nel vedere la madre che gli andava incontro, inarrestabile come una locomotiva. I suoi amici si fecero prudentemente indietro.

Non c'era da biasimarli: l'ufologa aveva tutto l'aspetto di una mamma con la quale non è il momento di scherzare, o anche solo aprire bocca. Alina conosceva benissimo quel tipo di espressione.

"Che cosa diavolo stai combinando?" ruggì Antonella, quando giunse faccia a faccia con il figlio. "È tutto il giorno che ti cerco! Neanche un biglietto o una telefonata, non sapevo niente!" La donna si fermò, allungò il collo, annusò l'aria fra sé e Yuri. "Ma tu sei ubriaco! Puzzi di alcol da fare schifo!"

Yuri abbassò lo sguardo, ma si sforzò di restare impassibile. "E vabbè, ho bevuto. Che ti frega?"

"Che mi frega?" L'urlo fece arretrare i ragazzi del paese di un altro passo. Noemi sussultò e si coprì la bocca con le mani. "Questo è troppo. Adesso vieni a casa e facciamo i conti!"

Antonella prese il figlio per un polso. Yuri si divincolò, barcollò e sbatté contro il bordo di un tavolino, facendo grattare le gambe di plastica sulla pavimentazione.

"Yuri!"

"Non ti puoi ricordare di me solo quando ti gira!" strepitò il ragazzo, con la voce soffocata dalle lacrime. "Lasciami in pace e vattene nei campi a cercare i tuoi dischi volanti del cazzo! Tanto ormai lo sanno tutti, che sei matta!"

Alina immaginò, con perfetta chiarezza, la mano di Antonella che scattava per tirare un sonoro ceffone sulla faccia di Yuri. Strinse i denti, come se quel colpo dovesse arrivare a lei.

Il mistero della casa in riva al mareWhere stories live. Discover now