14. Una finestra e un incontro

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Il casolare abbandonato aveva lo stesso aspetto tetro e misterioso del giorno precedente. Mentre superavano lo steccato e si avvicinavano all'edificio, Alina raccontò alla sua nuova amica degli strani rumori che aveva sentito durante la sua ultima visita.

"Forse c'era qualcuno che vi stava spiando," ipotizzò Rosanna. "Oppure era una persona che voleva entrare nel casolare, proprio come voi, ma non voleva farsi vedere."

"Spero abbia lasciato qualche traccia," disse Alina. "Sono sicura che i rumori venivano dal retro."

Rosanna si tolse il cappellino di Superman e lo usò per sventolarsi. "Che caldo pazzesco. Non c'è uno sputo di vento."

Alina annuì e raccolse i capelli in un nodo sulla cima della testa. In quel momento, invidiava molto il taglio alla maschietta della sua compagna d'avventure. Aveva spesso considerato l'idea di accorciare i capelli in maniera simile, ma per scapocciare bene ascoltando metal le servivano lunghi, c'era poco da fare.

"Non ti sembra che più fa caldo, più forte ronzano le cicale? Senti che casino che fanno!" commentò Alina.

"Friniscono."

"Eh?"

"Le cicale non ronzano: friniscono."

Alina sbuffò. "Sei un fenomeno anche in italiano, oltre che in geografia?"

"Se vuoi saperlo, ho ottimo in tutte le materie." Rosanna esitò, come se fosse indecisa se rivelare o meno una verità difficile. "Tranne artistica. Io odio educazione artistica. Non so disegnare, purtroppo."

Alina le batté su una spalla con fare confortante. "Neanche io, tranquilla!"

Girarono l'angolo e si trovarono in un piccolo spiazzo retrostante il casolare. A prima vista, non sembrava diverso da ciò che si poteva vedere sul lato opposto: terra, sassi, erbacce, tegole rotte, pezzi di legno e rifiuti. Lo steccato che chiudeva quel lato del terreno era stato inghiottito per metà dalla macchia mediterranea. Alina occhieggiò con circospezione un'infiorescenza colorata brulicante di api e bombi: da piccola era stata punta diverse volte e non ci teneva a ripetere l'esperienza.

"Guarda!" esclamò Rosanna, abbassando d'istinto la voce. Puntò un dito e indicò un mucchio di assi divelte ai piedi di un davanzale.

Le due ragazze sollevarono gli occhi: la finestra era un riquadro buio nel muro scalcinato. Una singola persiana di legno mezza marcita pendeva dai cardini di sinistra; l'altra era scomparsa.

"Qualcuno deve aver lavorato un sacco per liberare questa finestra," osservò Rosanna, perfettamente calata nel suo ruolo di investigatrice. Alina la vide chinarsi accanto al muro. "Guarda qui! Queste potrebbero essere le tracce dei piedi di una scaletta."

Alina osservò i due piccoli avvallamenti regolari nella polvere che l'altra le indicava.

"Dici che sono riusciti a entrare?"

"C'è un solo modo per scoprirlo." Rosanna guardò il davanzale e sollevò un piede. "Tirami su, provo a sbirciare dentro."

"Lo faccio io. Sono più leggera da sollevare."

"Ma io sono più alta, posso guardare meglio."

"Ok, ma dopo facciamo a cambio!"

"Andata."

Alina intrecciò le dita e fece uno scalino per il piede dell'altra. Per tre volte Rosanna tese i muscoli, allungò le braccia e staccò l'altra scarpa dal suolo, cercando di raggiungere il davanzale con le mani. Al quarto tentativo, diede una spinta così forte che Alina non poté reggere il peso e perse l'equilibro. Le due ragazze crollarono sopra il mucchio di tavole di legno in un groviglio dolorante.

Il mistero della casa in riva al mareWhere stories live. Discover now