37. "L'estate più strana della mia vita."

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Noemi adorava i compleanni, e la preparazione per la festa di Rosanna divenne un tale affare di Stato che Alina, per un paio di giorni, dimenticò Marzio, il casolare e perfino gli UFO e le dimensioni parallele.

La sua migliore amica diede il tormento ai genitori fin quando non li convinse a portarla in macchina a Grosseto per comprarle un vestito nuovo. Viviana ne approfittò per regalare ad Alina una blusa a maniche corte e a strapparle la promessa di indossarla alla festa, al posto delle solite t-shirt metallare. Sotto la pressione di madre e figlia, Alina acconsentì, ma insistette perché la camicetta fosse nera e per niente attillata.

Sistemata la questione dei vestiti, Noemi fissò un appuntamento dell'ultima ora con il parrucchiere. Alina se ne tirò fuori, prima che potessero convincerla a farsi la permanente.

Dopodiché, le due amiche ebbero un'accesa discussione su cosa regalare a Rosanna. Alina riuscì a spuntarla e, invece di un capo d'abbigliamento, comprarono a metà una musicassetta degli Iron Maiden che portò via buona parte dei loro risparmi. Noemi non riusciva a capacitarsi di aver speso i suoi soldi per della "roba metal". Alina, dal canto suo, era raggiante: già non vedeva l'ora di chiedere a Rosanna quale fosse il suo brano preferito.

Infine, poco prima della festa, iniziò un'estenuante tira e molla fra Noemi e i suoi genitori su quanto e quale trucco le fosse concesso. Una volta raggiunto un accordo, la sua amica trascorse non meno di un'ora in bagno in compagnia di Viviana, mentre Alina si distraeva con i Black Sabbath.

La festa non aveva deluso le aspettative. C'erano tutti i ragazzi e le ragazze delle loro comitiva (anche quelli che Alina non aveva una gran voglia di rivedere, ma pazienza). Rosanna aveva offerto il gelato artigianale di una pregiata gelateria di Orbetello, distribuendolo da due grandi vaschette. Poi, la banda si era spostata dalla piazza alla stazione dei treni, per veder passare i diretti, i regionali e i vagoni merci che attraversavano Lantana. In poco tempo, la comitiva si era divisa, come capitava spesso, in due gruppetti: maschi e femmine. Alina ne era stata più che felice.

Passati quattro o cinque treni, Noemi aveva deciso di intrattenere le amiche con una storia.

"...e il padre gli risponde: mia figlia Chiara è morta in un incidente d'auto, due anni fa."

Quell'affermazione fu accolta con un brivido di sgomento dal gruppo delle ragazze. Alina nascose un sorriso: quando Noemi si metteva a raccontare dell'autostoppista fantasma, pendevano tutte dalle sue labbra. Era uno dei suoi cavalli di battaglia: la riferiva sempre come qualcosa che era davvero successa a un suo zio, da giovane.

Quanta verità ci fosse nella storia, Alina non lo sapeva, né le importava. Faceva un gran bell'effetto, specialmente di sera, con la luna alta nel cielo e poca gente intorno.

Noemi era quasi arrivata al gran finale. "Allora, mio zio decide di andare al cimitero e vederci chiaro. Si aspettava di scoprire che era tutto uno scherzo. Quello che non si aspettava, era di trovare la tomba di Chiara dove i genitori di lei gliel'avevano indicata. La foto è proprio quella della ragazza che era salita in macchina con lui la notte prima."

Pausa ad effetto. Isabella e Claudia si tenevano per mano. Rosanna aveva gli occhi sgranati.

Noemi concluse, in un sussurro teatrale: "E appesa alla lapide, ben piegata, c'è la giacca che lui le aveva prestato."

Alina non poté resistere: si piazzò dietro a Rosanna e le strillò nell'orecchio un fortissimo: "Bù!!!"

Rosanna saltò come una molla. Nella stazione di Lantana risuonò un coro di urla spaventate, e poi di risate. Alina e Noemi si diedero il cinque.

"Molto divertente," commentò Rosanna, cercando di darsi un contegno. "Comunque, mi sono spaventata solo perché mi hai fatto bù! e non me l'aspettavo. Di certo, non perché credo ai fantasmi."

"Come no, Rosi," sogghignò Alina.

"Stanotte dovrò dormire abbracciata a Indiana," gemette Isabella, con una mano premuta sul cuore.

Mentre Noemi si lanciava in un altro racconto, Rosanna si alzò dal muretto dove stavano sedute le altre, lisciò la minigonna di jeans e fece cenno ad Alina di seguirla.

Si allontanarono lungo la banchina della stazione, fin quando non furono distanti qualche metro dal gruppo delle ragazze e da quello dei ragazzi, nel cono di luce di un lampione davanti alla porta a vetri del bar. Alina gettò furtivamente uno sguardo nel locale e vide il padre di Marzio al bancone, intento a sorseggiare birra e fumare. Aveva l'aria di chi ha già messo in corpo parecchi alcolici.

Era proprio come aveva detto Yuri: quel tipo era sempre là dentro. Alina sentì un gorgoglio di rabbia e disprezzo che saliva in gola e si voltò dall'altra parte.

Rosanna le si accostò con fare confidenziale. "Hai più parlato con Marzio?"

Doveva aver colto la direzione dell'occhiata di Alina. Come al solito, non le sfuggiva nulla.

"No, dopo l'altro ieri non l'ho più visto. Nemmeno Yuri," rispose Alina. Puntò un pacchetto di sigarette vuoto che qualcuno aveva buttato per terra e lo fece volare sulle rotaie con un calcio. "Non so cosa pensare di quello che mi ha detto, onestamente."

"Io penso che abbia ragione Yuri. Marzio si è inventato questa cosa per sfuggire alla realtà. Un po' lo capisco."

"Non lo so, Rosi," disse Alina. "Tu non sei entrata nel casolare. Non hai sentito Indiana abbaiare quando c'è stato il blackout. E quello che Isabella ha visto..."

"Quello che Isabella dice di avere visto."

"Ti assicuro che era convinta. Convinta come Marzio." Alina inclinò il collo e rivolse gli occhi alle stelle. "Ti giuro che ogni volta che guardo il cielo mi aspetto di vedere un disco volante. Sento che qualcuno ci sta osservando."

Invece di ridere o dar voce al suo scetticismo, Rosanna sollevò a sua volta lo sguardo. Alina la scrutò di sottecchi: per la festa, aveva messo un filo di trucco sugli occhi e del lucidalabbra luccicante. Era la prima volta che la vedeva con indosso una gonna.

"Questa è l'estate più strana della mia vita," confessò Rosanna. "O forse è semplicemente la più bella. Vorrei che non finisse mai."

"Manca ancora un sacco di tempo a settembre," disse Alina.

"Lo so. Ma le vacanze passano sempre troppo in fretta."

"È vero."

Le due ragazze rimasero in silenzio, con il naso all'insù, per qualche minuto. Dischi volanti non ce n'erano, ma nella notte aleggiava un mistero che nemmeno il chiasso della loro comitiva e degli avventori del bar poteva dissipare. Non era un mistero spaventoso: era una sensazione piacevole, che faceva venir voglia d'avventura.

Alina era convinta che Marzio avesse ragione su qualcosa. Se non su tutto, almeno su qualcosa. Che cosa nascondeva il casolare di Punta Spaccata? Non poteva arrivare alla fine di quella vacanza senza scoprirlo.

"Grazie per la cassetta," disse poi Rosanna. "Non vedo l'ora di ascoltarla."

Alina fece il gesto delle corna. "Mi raccomando, a volume altissimo! Quando partirà Aces High ti metterai a scapocciare così forte che ti verranno i crampi al collo. Ma continuerai a scapocciare comunque, anche soffrendo."

"Ok," rise l'altra. "Se lo dici tu, ci credo!"

"Poi subito dopo ci sta Two Minutes to Midnight, altra bomba," proseguì Alina, ormai lanciata. "Vedrai che..." Il suo sguardo vagò di nuovo oltre la porta a vetri del bar, e le sue parole smarrirono la strada.

Nel locale era comparsa una donna alta e bruna, con gli occhiali grandi e fuori moda, che riconobbe immediatamente: era Antonella Tauro, la madre di Yuri!

La indicò immediatamente a Rosanna.

"È l'ufologa?" chiese quest'ultima. "Quella che è stata rapita dagli alieni?"

Alina annuì e prese l'amica per mano. "Vieni. Dobbiamo dirlo subito a Noemi!"

Il mistero della casa in riva al mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora