26. Antonella Tauro

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"Ali, non te la prendere," disse Noemi, "ma forse dovresti stare più attenta. È da quando sei arrivata che ti fai male!"

Alina tastò la caviglia indolenzita e sbuffò. "È solo una slogatura del cavolo. Non preoccuparti, non dobbiamo andare al pronto soccorso."

Quasi mi dispiace, pensò. Magari rimediavo un altro Chupa Chups dalla dottoressa Doro.

"E se i miei se ne accorgono?" chiese Noemi.

"Tranquilla, ho pensato a una scusa perfetta!" la rassicurò Alina. "Dirò che sono scivolata cadendo dalla scaletta del letto a castello. Ora andiamo a fare colazione. Ho una fame da lupi."

In sala da pranzo aleggiava un buon profumo di caffè e biscotti. La tv era accesa e stava trasmettendo un notiziario con gli ultimi aggiornamenti su Tangentopoli. Alina strizzò le palpebre davanti al sole del mattino che inondava la stanza.

"Ehi! Finalmente siete sveglie," esclamò Viviana, spettinata e arzilla. "Stavo per venirvi a chiamare. Non ditemi che siete state alzate fino a tardi, ieri sera..."

"Certo che no, mamma," cinguettò Noemi, mettendo su l'espressione di una fanciulla angelica e innocente che mai e poi mai farebbe una cosa tipo sgattaiolare fuori casa di notte per andare a rubar ciliegie con dei ragazzi che conosce a malapena.

"Dai, fate colazione così andiamo al mare!"

Alina e Noemi si scambiarono uno sguardo d'intesa al di sopra delle rispettive tazze fumanti (tè per Alina, mentre la sua migliore amica beveva sempre caffellatte).

"Te l'avevo detto che non ci avrebbero scoperte," gongolò Alina.

"Ali, come ladre siamo troppo forti. Meglio di Occhi di gatto e Diabolik messi insieme." Noemi morsicò delicatamente un angolo di fetta biscottata spalmata di confettura. Anche appena alzata, mangiava come una principessa delle fate. Alina era alla seconda fetta e già aveva le briciole fin sui capelli.

In quel momento, qualcuno bussò alla porta.

Bartolomeo, comodamente seduto sul divano, distolse lo sguardo dal telegiornale mattutino per rivolgerlo alla moglie.

"Aspetti qualcuno, Vi?"

"No."

"Ma chi sarà a quest'ora?" Bartolomeo distolse l'attenzione dalla tv con evidente riluttanza, sbuffò e abbandonò il divano per andare alla porta.

Noemi sbarrò gli occhi e strinse la mano di Alina. "Cavolo!" sussurrò. "Forse è quello che si è affacciato alla finestra ieri notte! E se ci ha riconosciute?"

"Non credo, era buio," ribatté Alina, avvertendo una stretta d'apprensione allo stomaco.

"Andiamo a vedere?"

"Ok."

Le due amiche si alzarono per sbirciare nel corridoio d'ingresso.

"Buongiorno, scusi il disturbo..."

A parlare era stata una donna alta e bruna che, in piedi davanti alla porta, fronteggiava Bartolomeo con un sorriso educato. Alina pensò che doveva avere più o meno la stessa età di sua madre, anche se non era molto brava a capire quanti anni avevano gli adulti: le persone sopra i venti le sembravano tutte uguali, almeno finché rughe e capelli bianchi non le facevano ricadere nella categoria dei vecchi.

La donna aveva capelli mossi, non ricci, che le sfioravano le spalle e indossava un paio di ampi occhiali da vista con la montatura quadrata. La sua voce era limpida, ma il tono con cui aveva parlato sembrava tradire una leggera incertezza.

Il mistero della casa in riva al mareWhere stories live. Discover now