17. Il ramoscello d'ulivo

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Alina e Noemi erano abituate a passare moltissimo tempo insieme e, come tutte le persone che trascorrono molto tempo insieme, a volte litigavano. Poteva succedere a scuola, o quando si vedevano a casa di una delle due; perfino durante le loro telefonate quotidiane (ogni sera alle sette, puntuali), appuntamenti immancabili che facevano lievitare a dismisura le bollette dei genitori.

I litigi fra le due amiche erano sempre stati faccende di poco conto, legate a qualche disaccordo, oppure a una parola o un gesto avventato. Gli episodi peggiori erano stati quando Noemi, dopo aver rimediato una nota sul registro, aveva pubblicamente incolpato Alina per averla distratta dalla lezione (non a torto, ma era stato comunque un tiro mancino) e quando Alina si era lasciata sfuggire che Noemi aveva atteggiamenti da rampolla viziata di genitori ricchi (a volte li aveva, ma Alina si era resa subito conto di aver detto una cattiveria; peraltro, non era nemmeno sicura che Bartolomeo e Vivana fossero davvero ricchi: al massimo, più ricchi dei suoi).

Entrambe le volte, avevano fatto la pace fra grandi scuse e giuramenti di volersi bene per sempre. Quasi tutti i loro litigi duravano poche ore. A volte, solo cinque minuti. Spesso era Alina a offrire per prima il ramoscello d'ulivo: i motivi per i quali aveva bisticciato con la sua amica le apparivano quasi sempre delle sciocchezze, dopo che aveva smaltito il malumore con l'aiuto del suo walkman e di una bella cassetta metal.

Per di più, ogni volta si accorgeva di sentirsi terribilmente sola, senza Noemi.

Dopo un pranzo carico di silenzi e di imbarazzo, Alina aveva preso la bici e fatto quattro o cinque volte il giro del Residence, con i Black Sabbath sparati nelle orecchie a tutta forza e il sole che le martellava in testa. Alla fine, aveva incontrato Isabella che portava a spasso Indiana e si era fermata a fare due chiacchiere con lei.

Era stata proprio Isabella a darle l'idea giusta per fare la pace con Noemi.

Tornata a casa, trovò la sua migliore amica distesa sulla sdraio in veranda, con il due pezzi, il suo cappello di paglia e gli occhiali da sole. Aveva accanto un bicchiere di tè freddo ghiacciato e stava leggendo l'ultimo Cioè. Sulla copertina patinata del giornaletto spiccavano due bellimbusti scapigliati a torso nudo.

Alina decise di non fare commenti riguardo le letture di Noemi. Afferrò il tubo per innaffiare, girò il rubinetto e si spruzzò in testa una cascata d'acqua fredda, tenendo la bocca aperta per bere mentre faceva la doccia.

Poi, fradicia e soddisfatta, chiuse l'acqua e si voltò verso la sua amica.

"Noe, ho detto una cavolata al pronto soccorso," annunciò, senza inutili preamboli. "Puoi pensare ai ragazzi quanto ti pare. A me non interessano, a te sì. Punto. Possiamo fare la pace, adesso? Mi sto rompendo le scatole a fare il giro del Residence in bici."

Noemi sollevò gli occhi dalle pagine di Cioè e la squadrò. "Queste sarebbero le tue scuse?"

"Boh, sì. Pace?"

L'altra gettò la rivista sulla sdraio e si drizzò a sedere. "Ali, io mi sono arrabbiata perché non possiamo fare sempre quello che vuoi tu. Specialmente se è una cosa pericolosa," spiegò, con il tono di chi non vuole abbandonare la sua posizione. "Se ti dico che è meglio lasciar perdere il casolare, non è che mi molli e ci vai con Rosanna perché lei ti dà corda!"

"Ma non ti ho mollato!" esclamò Alina. "Tu stavi a messa, io ho fatto un'altra cosa!" Possibile che Noemi avesse ancora voglia di litigare?

La sua amica alzò gli occhi al cielo. "E poi, pensavo che il casolare fosse un segreto fra noi due. C'eravamo andate insieme, siamo state zitte con i miei. Perché l'hai detto a Rosanna?"

Alina sentì cascare le braccia. "Ma non era un segreto! Cioè, per i tuoi genitori sì, sicuramente. Ma lo sanno anche Isabella e quel deficiente di Lollo che a Punta Spaccata ci sta un casolare abbandonato. Ti ricordi, al bar dello stabilimento?"

"Sì, ma loro non ci sono mai venuti. Ci siamo andate insieme e poi ci sei andata con Rosanna, senza chiedermi niente!"

"Ma se mi hai appena detto che lo odi, il casolare! Perché ti dispiace tanto che ci sono andata con Rosanna?"

"Non è per il posto in sé! È perché era una cosa nostra!"

Alina si trattenne dal rimbeccare Noemi per la sua gelosia. Non capiva davvero perché la su amica si impuntasse in quella maniera, ma era stanca di litigare. Era estate, porca miseria, e l'estate era fatta per divertirsi, non per tenersi il broncio a vicenda.

Doveva chiedere scusa. Non si sentiva veramente in torto, ma doveva farlo.

"Noemi, scusami, ok? Mi dispiace di essere andata al casolare con Rosanna. Avrei dovuto aspettarti e chiedere se volevi venire anche tu."

L'espressione sul viso di Noemi si ammorbidì e Alina decise di giocare la sua carta.

"Ascolta, perché non lasciamo perdere quel rudere per un po'? Guarda che pure io non ci tengo a stare sempre lì!"

"Mi sembra una buona idea."

"Prima ho incontrato Isa, mi ha detto che in paese c'è il cinema all'aperto. Potremmo andarci, stasera. Danno Robin Hood: Principe dei ladri."

Noemi spalancò gli occhi e, finalmente, le rivolse un sorriso ampio e sincero. Alina esultò in silenzio per un altro litigio ormai dietro le spalle. Sapeva che la prospettiva di andare al cinema avrebbe sciolto la riluttanza della sua amica: entrambe erano grandi appassionate di film e non perdevano mai occasione per guardarne uno insieme, masticando popcorn e facendo commenti sulla trama, i personaggi o gli effetti speciali. Noemi le aveva anche confessato che il suo più grande sogno era diventare un'attrice famosa.

Avevano già visto Robin Hood al cinema quando era uscito, qualche mese prima: Alina aveva adorato i combattimenti, le fughe rocambolesche e la malvagità scellerata dello Sceriffo di Nottingham; la sua migliore amica aveva apprezzato le stesse cose, e in più aveva sospirato per la storia d'amore fra Robin e Lady Marian e aveva guardato Kevin Costner con gli occhi a cuoricino. Di certo, era un film che meritava una seconda visione.

Noemi già non stava nella pelle. "Robin Hood, bellissimo! Ali, non vedo l'ora di andare! Isa ti ha detto se viene?"

"Sì, dice che si incontra con gli altri in paese." Alina mise le mani sotto il mento e imitò una vocina svenevole. "E forse ci sarà anche Alex..."

Noemi batté le mani per l'entusiasmo, saltò su e la abbracciò.

"Quindi abbiamo fatto la pace?" chiese Alina.

"Certo!"

"Meno male. Comunque, sai, Rosanna è simpatica e tutto, ma tu sei sempre la mia migliore amica."

"Anche tu, Ali."

Noemi la strinse più forte. Alina contraccambiò, sentendosi leggera come una nuvola al pensiero di avere una migliore amica così speciale e certa che nulla mai le avrebbe separate. Tanto meno uno stupido litigio su un casolare abbandonato e dei ragazzi.

Poche ore più tardi, dopo aver cenato presto, le due amiche stavano pedalando verso Lantana, con il vento fra i capelli e gli spiccioli che tintinnavano in tasca.

Il mistero della casa in riva al mareWhere stories live. Discover now