16. Le cose più interessanti

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Mezz'ora dopo, Alina era nella sala d'attesa del pronto soccorso più vicino. A Lantana non c'era, quindi erano dovuti arrivare in macchina fino a Orbetello. L'ambulatorio non era provvisto di aria condizionata e faceva un caldo appiccicoso, nonostante la finestra aperta.

"...e insomma, questo tizio è stato tutto il tempo a guardarci, poi mentre andavamo via ha iniziato a giocare con il Gig Tiger come se niente fosse," stava raccontando a Noemi. Viviana e Bartolomeo erano andati a prendere un caffè al bar dell'ospedale.

"E non l'avevate mai visto, in paese?"

"No! È questa la cosa strana. Anche Rosanna dice che non ha idea di chi sia, e lei ha due occhi che sono radar, lo sai." Alina affondò una mano nel pacchetto di San Carlo che stava sgranocchiando e cacciò in bocca una manciata di patatine: le scorribande di quella mattina le avevano messo una gran fame.

"Forse Yuri lo conosce. Christian dice che lui è il capo dei ragazzi del paese. O almeno, se la tira come se fosse il capo."

Alina deglutì e fece spallucce. "Comunque, non può stare sempre lì a fare la guardia, quel rompiscatole! La prossima volta torniamo al casolare di sera, io te e Rosanna. Sai che ficata, con le torce e tutto? Possiamo dire ai tuoi che andiamo in paese a prendere il gelato. Basta che torniamo presto, e non si accorgeranno di niente." Raccolse le ultime patatine dal fondo della busta e iniziò a masticarle rumorosamente.

Noemi esitò e strinse le labbra. "Senti, Ali, te la posso chiedere una cosa?"

"Cofa?"

"Possiamo non andare più al casolare? Non mi piace, quel posto."

Alina sgranò gli occhi. "Perché? È bellissimo! Io e Rosanna abbiamo controllato: non ci sono siringhe da nessuna parte."

"Già, solo chiodi arrugginiti per prendersi il tetano!" esclamò Noemi. "Quella casa mi dà i brividi. Ieri notte me la sono pure sognata. È un rudere pericolante e schifoso e dentro non c'è proprio niente, ne sono sicura. Niente, a parte altre cose pericolanti e schifose." Noemi la guardò e le strinse un braccio. "Quando ho visto che facevi tardi, prima, ho pensato subito che eri andata lì. Mi sono preoccupata un sacco, e anche mamma e papà. Quindi, per favore, possiamo lasciar perdere quel posto e fare qualcosa di più interessante?"

Alina accartocciò stizzita il pacchetto di San Carlo. "Le cose più interessanti sarebbero andare dietro ai ragazzi, suppongo."

"Che palle, Ali! Abbiamo dodici anni, non c'è niente di male a pensare ai ragazzi," ribatté Noemi, offesa. "Sì, andare dietro ai ragazzi è più interessante e anche meno pericoloso del casolare. Così come fare il bagno al mare, prendere il gelato, mangiare fuori, pedalare su una strada asfaltata, eccetera."

"Beh, per tua informazione, a Rosanna il casolare è piaciuto molto, e anche lei pensa che dovremmo esplorarlo!"

Noemi si rannuvolò in viso. "E allora vacci con Rosanna, visto che con la tua migliore amica ti annoi così tanto!"

Alina si accorse troppo tardi che quella discussione era diventata un litigio.

"Dai, Noe, non volevo dire che..."

"Vado al bar. Ci vediamo dopo." Noemi si alzò, scrollò i capelli e se ne andò via senza aggiungere altro.

Alina allargò le mani e le lasciò ricadere. Non sapeva se arrabbiarsi con Noemi per averla piantata in asso, o sentirsi una stupida per aver tirato in ballo Rosanna in quella maniera.

Di sicuro, però, era troppo orgogliosa per correrle dietro e chiederle scusa. Perché, poi, la sua amica doveva essere così fissata con i ragazzi da perdere ogni spirito d'avventura?

Alina incrociò le braccia, accavallò le gambe e restò seduta a rimuginare, gettando occhiate torve a chiunque la capitasse a tiro e rimpiangendo di non aver portato con sé il walkman.

Ci misero quasi un'ora a chiamare il suo numero. Nello studio, la aspettava una dottoressa alta e biondissima, con le spalle larghe, il mento pronunciato, occhi azzurri da valchiria e due zigomi sui quali si sarebbe potuta rompere una noce: in pratica, la sosia sputata di Doro Pesch, la cantante dei Warlock.

La dottoressa inarcò le sopracciglia. "Sei da sola, stellina?" domandò. "Mamma e papà?"

Alina non poté trattenere un sospiro. "Sono qui con i genitori della mia amica. Mi stanno aspettando in corridoio. Lei non ci crederà, ma a settembre vado in seconda media." Indicò la sua t-shirt. "Io ci provo a mettermi le magliette metal per far capire che non ho otto anni, ma non funziona, a quanto pare."

Doro-bis rimase interdetta un istante, prima di liberare una risata poderosa che investì Alina come un uragano.

"In effetti, si fa un po' fatica a crederci!" esclamò. "Scommetto che ti prendono sempre per una bimbetta, vero?" Alina annuì. "Ne avrai fin sopra i capelli. Oddio, mi hai fatto morire. Che sagoma che sei!"

"Ehm, grazie."

"Forza, giù i pantaloncini e le mutande, che facciamo subito."

Alina si lasciò pungere il sedere di buon grado. La dottoressa, nonostante sembrasse la moglie di Conan il Barbaro, aveva una mano delicatissima.

"Senti," disse ad Alina, gettata via la siringa, "io te lo darei pure un lecca-lecca per essere stata così brava, ma non vorrai mica che ti scambino per una bambina di otto anni, vero?" Doro-bis intrecciò le dita sulla scrivania e le sorrise sorniona, girandosi i pollici.

"Non si preoccupi, ci sono abituata," sogghignò Alina, e tese la mano.

Uscì dallo studio della dottoressa succhiando un Chupa Chups all'arancia. Scongiurato il rischio di prendersi il tetano, restava una sola faccenda da sbrigare: fare la pace con Noemi.

Il mistero della casa in riva al mareWhere stories live. Discover now