30. Una grandissima esperta in piani

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Alina aveva sognato di nuovo il casolare. Era salita al piano di sopra, ma non c'era Noemi con lei e non c'erano nemmeno i due imbecilli guardoni. Non era giorno, ma una notte cupa e spaventosa, senza luna né stelle.

Nel sogno, era andata verso la porta, un passo dopo l'altro, lentamente. Aveva visto la voragine, ma le sue gambe non avevano voluto fermarsi. Era precipitata in un pozzo nero come l'inchiostro e si era svegliata con un grido, il cuore in gola, le lenzuola attorcigliate intorno al corpo.

Dalla finestra entravano i primi raggi dell'alba. Non era riuscita a riaddormentarsi.

Poche ore dopo, mentre era al mare con Noemi, aveva preso una decisione: avrebbe riportato a Marzio il suo videogioco. Prima di tutto, perché si sentiva in colpa: se non avesse nominato il casolare davanti a Lollo, i ragazzi del Residence non avrebbero mai avuto l'idea di andare lì a giocare a calcio e spiare i nudisti. Si era offesa molto quando Marzio aveva incolpato lei per l'invasione, ma doveva ammettere che non aveva tutti i torti.

C'era anche una motivazione egoistica, però: se avesse restituito il Gig Tiger a Marzio, il ragazzo avrebbe capito che poteva fidarsi di lei e, forse, le avrebbe rivelato che cosa stava cercando. Magari sapeva, o almeno sospettava, che cosa si nascondeva dietro la porta misteriosa.

Doveva fare in fretta, perché Christian, Lollo e gli altri si sarebbero stancati presto di fare i guardoni: Alina temeva che avrebbero deciso di esplorare l'edificio. Se fossero riusciti a varcare il buco nel pavimento e aprire la porta, sarebbero stati loro a scoprire per primi il mistero della casa in riva al mare.

Non poteva assolutamente permetterlo!

"Sicura che vuoi coinvolgere Rosi?" chiese Noemi, strappandola ai suoi pensieri. Le due ragazze erano uscite di casa subito dopo pranzo e si erano incamminate lungo i viali del Residence.

Alina confermò con un cenno della testa. "Ci serve un piano d'azione, e lei può aiutarci," rispose. "Certo, io avrei preferito prendere Lollo a schiaffoni a due a due, finché non diventavano dispari. Però tu hai detto che non andava bene."

Noemi fece uno sbuffo che era anche una risata. "Ali, non puoi risolvere tutto con le botte."

"E va bene... allora vediamo cosa ne pensa Rosanna. Tre cervelli sono meglio di due."

"Sono sicura che ci aiuterà volentieri," affermò Noemi. Subito dopo, cambiò espressione e assunse un tono compiaciuto di sé che Alina riconobbe immediatamente: "Un piano? Ma certo! Modestamente sono una grandissima esperta in piani!"

Alina scoppiò a ridere. Noemi era un vero camaleonte quando si trattava di imitare le altre persone. Era sicura che sarebbe diventata una grandissima attrice.

L'abitazione di Rosanna era una casetta dai muri color ocra e le persiane dipinte di verde. Era identica in tutto e per tutto alle altre case a schiera che componevano il Residence, tranne per il fatto che il giardino era incolto come una piccola giungla e la facciata ricoperta di edera.

Alina e Noemi trovarono il cancello d'ingresso aperto. Attraversarono il giardinetto inselvatichito e bussarono alla porta. Dall'interno provenivano acute urla di bambini.

"Rosi ha un fratello e una sorella più piccoli," spiegò rapidamente Noemi. "In realtà sono i suoi fratellastri: la mamma si è risposata."

La sua amica era bravissima a tenere a mente ogni dettaglio riguardo le famiglie delle persone che conosceva. Sapeva perfino la differenza fra suoceri, cognati, generi e nuore, termini con i quali Alina faceva sempre una gran confusione.

Dal momento che non rispondeva nessuno, e i bambini continuavano a strepitare, Alina bussò di nuovo, più forte.

Rosanna spalancò di botto la porta. Era spettinata e scalza, e indossava un paio di pantaloncini e una canottiera rossa con il disegno di una tigre. I suoi vestiti erano coperti di schizzi d'acqua.

Il mistero della casa in riva al mareWhere stories live. Discover now