6.Non fa mai niente per dimostrare il contrario

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Sono la causa del suo turbamento. Sono la causa del turbamento di Charlie Scott.
Queste parole mi girano per la testa da ieri ed io non riesco a pensare a nient'altro.
《Jessica Decker, sei ancora tra noi?!》Olivia sventola una mano davanti al mio viso.
《No, ho la testa da tutt'altra parte.》mi lascio andare suo letto matrimoniale della mia migliore amica.
《Dimmi che è Charlie.》sorride.
《Proprio lui.》sorrido a mia volta《Ieri sera mi ha detto una cosa.》
《Cosa?》
《Parlando del motivo per cui ero uscita dal Havana mi ha chiesto se fosse per Peter. Io gli ho detto di no e ho anche detto che non era neppure per lui.》comincio a raccontare.
《E cosa ti ha detto?》domanda Olivia curiosa.
Mi sarebbe piaciuto essere la causa del tuo turbamento, Jessy.》cito le parole del ragazzo alla lettera.
《Oh mio Dio! E tu che hai detto?》
《Ho chiesto perché, ovviamente.》rispondo《E lui fa perché tu sei la causa del mio.
《Ed io avevo ragione!》Olivia comincia a saltare per la sua stanza cantando.
《E io ho detto che l'ho pensato, molto poco ma che l'ho pensato.》
《Lo hai pensato per tutta la settimana!》Olivia mi punta il dito contro.
《Non potevo dirglielo!》esclamo.
《E lui?》
Anch'io ti ho pensata, tanto.》ripeto le parole di Charlie mentre Olivia comincia ad urlare contenta《E poi siamo tornati dentro.》concludo.
《Ok, io sono innamorata di voi due.》la ragazza si stende sul letto accanto a me《Hai il suo numero?》
《Ehm...no.》mi mordo il labbro interiore.
《Ma...ma stai scherzando spero?!》
《No, sono seria.》
《Cercalo su Instagram.》
《Non voglio sembrare una disperata》mi alzo《visto che non lo sono.》
《Invece fai disperare me.》mi osserva mentre indosso le scarpe e prendo la mia borsa《Su, fatti accompagnare a casa e dimmi di cosa avete parlato tutta la sera fino a mezzanotte.》anche lei mette le scarpe e afferra le chiavi della macchina.
《Abbiamo parlato del più e del meno. In realtà dopo essere rientrati non abbiamo parlato moltissimo. Lui preparava bevande, ogni tanto mi lanciava delle occhiate ed io ho seguito i suoi movimenti.》saliamo in ascensore.
《Quanti anni dicevi che ha?》
《Diciannove. Venti a gennaio.》
《Sembra abbia l'esperienza di un dodicenne. Non chiederti il numero? Ma aveva bevuto?!》Olivia è completamente scandalizzata.
《Ne stai facendo un dramma, non ti pare?》la prendo in giro mente ci avviciniamo alla sua auto.
《Ma per niente!》sale al volante ed io accanto a lei《Siete vergognosi entrambi. Come fate a non chiedere il numero di telefono?》
《Chiedo umilmente perdono, oh somma sapiente in amore!》
《Ma vai a farti benedire!》scoppia a ridere《Quando torniamo al Havana? Dobbiamo dare il numero al tuo principe.》
《Papà non mi lascerà dormire ancora a casa tua.》
《Dovresti dirgli che hai voglia di divertirti.》l'automobile rallenta《In fondo hai diciotto anni e tutto il diritto di goderti la vita.》
《Faglielo capire.》forzo un sorriso《E poi se sapesse che ci vado per un ragazzo...》e con le dita mimo una pistola che punto alla tempia.
《Giusto.》parcheggia《Ci vediamo lunedì a scuola allora?》
《Sì. Ciao Olivia.》la abbraccio.
《Ciao Jessica.》

••••

《Buongiorno principessa.》papà lascia un bacio sulla mia fronte prima di sedersi a tavola per fare colazione.
《Giorno papà.》sorrido. Strano, i nostri orari non si sono incrociati come al solito.
《Sei felice stamattina, il lunedì mattina.》fa notate mamma mentre spalmo della Nutella sul pane.
《Mi sono svegliata di buon umore. Non si può?》li guardo entrambi.
《Ma certo che sì.》la donna sorride tornando a fare colazione《Non ci hai raccontato come hai passato il venerdì pomeriggio e metà sabato con Olivia. Vi siete divertite?》
《Sì. Abbiamo parlato tanto, abbiamo fatto un tuffo nel suo armadio e abbiamo riso tanto.》alzo gli occhi sull'orologio appeso alla parete《E sono in ritardo.》mi alzo da tavola andando in camera mia dove mi preparo velocemente, indossando un semplice jeans e una maglietta《Vado a scuola. Ci vediamo dopo!》saluto i miei indossando le scarpe.
《Non correre!》mi rimprovera mia madre mentre apro la porta di casa e mi dirigo verso l'ascensore.
Riesco ad arrivare alla fermata giusto in tempo per prendere l'autobus e vedo che Olivia mi ha tenuto un posto accanto a sé.
《Grazie.》tengo lo zaino sulle gambe.
《Figurati.》
《Perché non sei venuta in macchina?》le domando.
《La macchina di mia madre è dal meccanico e allora le ho dato la mia per permetterle di muoversi in città.》spiega《Sennò sarei venuta a prenderti, mi pare ovvio. Ora però dobbiamo risolvere un grosso problema.》
《Ti hanno dato dei compiti che non hai fatto?》
《No, molto più difficile di così. Devi trovare il numero del tuo principe.》
《Mi fai prendere degli infarti! Non è fondamentale per vivere.》
《Ma se pensi solo a lui.》
《Ma non è vero!》mento. Mento perché lo penso spesso, troppo spesso. Non riesco a togliermi dalla testa quegli occhi, quella voce, quel maledetto sorriso...non ce la faccio《Ok, è vero lo penso spesso ma questo perché condizionata da fattori esterni.》mi giustifico mentre il pullman si ferma alla fermata vicino a scuola.
《Trovi sempre delle scuse quando vuoi.》scendiamo dal mezzo pubblico.
《È solo che ho paura di innamorarmi di un'immagine che ho creato io.》le confesso《Penso di averlo già fatto con Peter e se lui l'ha capito magari ha agito di conseguenza.》
《Rivera è un coglione, punto e basta.》afferma risoluta la mia amica.
《L'hai sempre pensato.》
《E lo penserò sempre. In fondo lui non fa mai niente per dimostrare il contrario.》
E su questo Olivia non ha tutti i torti. Quando sembra che quel ragazzo faccia qualcosa per dimostrare che ciò che appare in realtà non è il vero Rivera, in realtà non è così perché lui riesce a smentirsi subito dopo.
《Alla prima cos'hai?》domando mentre saliamo le scale.
《Laboratorio di informatica. Tu?》
《Storia dell'arte.》
《Ci vediamo dopo la lezione davanti alle macchinette?》
《Certo.》sorrido avvicinandomi alla mia aula《A dopo Olivia.》
《A dopo Jessica.》ci salutiamo andando ognuna per la propria strada.
Sia a me che a Olivia piace studiare, nonostante non sembri così. Infatti ci lamentiamo sempre di qualsiasi cosa anche se poi ci mettiamo sui libri e tentiamo di prendere dei bei voti. Ovviamente non sempre i risultati sono positivi ma, come dice sempre mia madre, se non si è presa almeno un'insufficienza nella propria vita non si è mai stati dei veri studenti.
Non so se darle ragione oppure no perché a me non dispiace prendere solo bei voti e non essere considerata una studentessa a pieno titolo.
《Jessica, posso sedermi?》una voce mi distrae dai miei pensieri.
《Certo Peter.》torno a fissare le opere d'arte proposte dal libro di testo.
《Quello che mi hai detto venerdì...》il ragazzo cerca di attaccare un discorso ma viene interrotto dall'arrivo della professoressa di arte che dopo aver fatto l'appello comincia a spiegare《Quello che hai detto venerdì sera lo hai detto solo perché c'era il barista, vero?》
《Falso. Anche se ci fosse stato Barack Obama te l'avrei detto. E poi cosa c'entra il barista?》sussurro.
《Ci hai parlato per tutto il tempo.》sussurra a sua volta.
《Beh, non posso? E poi, Peter, a te che cosa importa?》
Tace mentre la professoressa continua a parlare del nuovo periodo artistico che andremo ad affrontare nelle prossime lezioni.
《Niente.》risponde il ragazzo al mio fianco con un tono di voce ancora più basso di prima.
È così che Peter Rivera è sempre riuscito a confondermi: una volta fa il geloso, l'altra volta mi ignora completamente e la volta dopo ancora mi stringe tra le braccia come se significassi qualcosa per lui.
E nonostante tutte le barriere protettive che ho sempre messo davanti a me, lui è sempre riuscito a prendersi un altro pezzo del mio cuore senza però capire che io, in qualche modo, glielo donavo. Ed è questa una delle tante ragioni per cui Olivia lo considera un coglione.

Walk With MeWhere stories live. Discover now